La presunta vittima aveva denunciato che l'imputato, originario della zona di corso Calatafimi, quando andava a prenderla a scuola ne avrebbe approfittato per stuprarla e per costringerla ad avere rapporti con altri uomini. Ma il racconto non avrebbe trovato riscontri. Il pm aveva chiesto 9 anni di carcere
Sentenza senza precedenti per un appartenente al clan di Santa Maria di Gesù: avrebbe esibito il bambino come un trofeo davanti ad altri mafiosi e lo avrebbe anche portato con sé quando di notte sarebbe andato in giro ad importunare delle prostitute
Pietro Anello era stato arrestato nel 2015 dopo che una romena di 17 anni lo aveva accusato di averla adescata sui social e costretta a subire ogni sorta di violenza. Ha trascorso due anni tra carcere e domiciliari anche per tratta e riduzione in schiavitù. Per i giudici è innocente
Dalle motivazioni della sentenza che a luglio ha portato a due condanne emergono retroscena agghiaccianti. La ragazzina fu violentata a turno in un parcheggio nella zona di corso Calatafimi da giovani coi quali aveva già avuto rapporti sessuali: "Ma quel giorno non voleva, subiva inerme perché ricattata"
La ragazzina aveva raccontato di essere stata stuprata per vendetta dopo aver interrotto la relazione con un compagno di scuola, già condannato con un altro giovane. I giudici hanno invece scagionato e liberato un altro ragazzo che avrebbe partecipato all'abuso. La Procura aveva chiesto 9 anni
La piccola di appena 5 anni avrebbe subito le attenzioni dell'uomo nella casa che condivideva con la madre in una zona residenziale della città. La donna aveva inizialmente denunciato gli atti sessuali ai quali avrebbe in parte assistito, poi aveva ritrattato. La Procura: "E' stata minacciata". Inflitti 8 anni
Il giudice ha inflitto poco più di due anni a due ventenni accusati di aver violentato una quindicenne in un parcheggio nella zona di corso Calatafimi. Entrambi hanno già risarcito la vittima e dopo più di un anno lasciano gli arresti domiciliari. Il presunto stupro di gruppo sarebbe avvenuto nel 2018 "per vendetta"
Il giudice ha inflitto 6 anni e 8 mesi all'uomo che è stato processato con il rito abbreviato. La vittima, che oggi non ha ancora compiuto 14 anni, dopo l'abuso aveva confidato l'accaduto ai suoi genitori facendo partire l'inchiesta che aveva portato all'arresto dell'imputato ad agosto
Slitta la sentenza per uno dei ragazzi che avrebbe abusato di una quindicenne in un parcheggio nella zona di corso Calatafimi. Il tribunale vuole verificare il tenore delle conversazioni tra i due: l'imputato ha raccontato che spesso avrebbe avuto rapporti sessuali con la vittima e che sarebbe stata lei a cercarlo
Il gup Claudia Rosini ha inflitto 6 anni di carcere con il rito abbreviato a S. N., residente allo Zen. L'imputato avrebbe costretto la ragazzina ad avere rapporti sessuali con lui in una grotta del parco. Uno degli incontri sarebbe stato filmato e poi diffuso tramite Whatsapp: "Così ti faccio pubblicità..."
L'abuso sarebbe avvenuto in una grotta del parco e sarebbe stato ripreso con un cellulare. Secondo la Procura, l'indagato di 24 anni avrebbe poi diffuso il filmato su Whatsapp, pretendendo altri rapporti sessuali. La ragazzina, spaventata, aveva però trovato il coraggio di chiamare la polizia e di denunciarlo
Il presunto stupro di gruppo sarebbe avvenuto nella zona di corso Calatafimi ai danni di una quindicenne. Secondo la Procura, sarebbe stata ricattata da uno dei tre diciottenni. L'imputato nega però gli abusi sessuali. Gli altri due sono a processo con l'abbreviato ed hanno risarcito la ragazzina con 80 mila euro