L'imputato, originario del Milanese, aveva contattato attraverso Whatsapp e Instagram anche due giovanissime palermitane. Nel 2019 le aveva indotte a inviargli filmati che le ritraevano nude e in atteggiamenti intimi. La sentenza con la quale gli sono stati inflitti 9 anni e 8 mesi di carcere è diventata definitiva
La denuncia della famiglia del ragazzo, che ha raccontato alla madre di essere stato abusato almeno una decina di volte in un comune della provincia dopo essere stato contattato via chat. L'indagato è molto conosciuto nel paese perché svolge attività con i giovani e gli avrebbe fatto anche piccoli regali. Si ipotizza che possano esserci altre vittime
Regge in appello la sentenza per il brigadiere Gianfranco Cascone che seguiva i ragazzini in un campus di Acqua dei Corsari. Fu arrestato nel 2021 dopo la denuncia di due bambini: "Ci toccava mentre eravamo in una piscina gonfiabile, fingendo di giocare". Lui si difese parlando di "una frustrazione emotiva dovuta alla separazione" dalla moglie
L'uomo, originario di Marineo, dopo la denuncia della moglie nel 2016 era finito in carcere per 13 giorni. Poi erano emerse delle contraddizioni nei racconti della donna e della bambina ed era stato liberato. Durante il processo la figlia avrebbe ammesso di essere stata incitata dalla madre ad accusare falsamente il padre
La decisione del gup per Gianfranco Cascone, brigadiere e istruttore in un campus di Acqua dei Corsari. Venne arrestato ad agosto dell'anno scorso, dopo la denuncia di due ragazzini che raccontarono di essere stati ripetutamente palpeggiati. Nove in tutto le presunte vittime
Il pm invoca una condanna pesante per Gianfranco Cascone, arrestato in flagranza ad agosto dell'anno scorso: da "mister" in un campus di Acqua dei Corsari avrebbe palpeggiato i piccoli che avevano tra 9 e 11 anni
Secondo il racconto delle presunte vittime, che all'epoca dei fatti avevano 9 e 13 anni, sarebbero state lasciate anche senza cibo e costrette ad occuparsi della casa. In primo grado non erano state credute, anche perché influenzate dai social e dalla musica satanica, e gli imputati erano stati assolti. In appello la sentenza è stata ribaltata
A scoprire i presunti abusi sessuali era stato il padre della giovane, leggendo una chat sul suo cellulare. Secondo la versione dell'accusa, i fatti sarebbero avvenuti nell'estate del 2014: lo zio acquisito avrebbe toccato la ragazzina mentre lei stava provando dei vestiti. La denuncia era stata presentata solo due anni dopo
L'udienza preliminare per Gianfranco Cascone, brigadiere delle fiamme gialle e mister in un campus di Acqua dei Corsari, è stata fissata per il mese prossimo. Dopo la denuncia di due fratellini, gli inquirenti hanno scoperto che l'imputato avrebbe palpeggiato anche altri piccoli
All'imputato in primo grado erano stati inflitti 3 anni e 4 mesi, ma in appello la sentenza è stata ribaltata. La giovane lo aveva denunciato dopo che lui aveva deciso di chiudere la loro relazione: "Il rapporto sessuale c'è stato, ma lei era consenziente". Dai referti medici nessuna traccia di violenza. Revocato anche il risarcimento
Il gup di Termini Imerese ha del tutto scagionato una coppia che finì pure in carcere nel 2016, quando la figlia raccontò di essere stata maltrattata e abusata per la sua omosessualità. La difesa: "Tutte falsità, ha agito per interessi economici: voleva appropriarsi del patrimonio di famiglia"
L'uomo di 65 anni, di Partinico, era stato arrestato ad agosto dell'anno scorso, dopo che la madre della piccola, di appena 7 anni, era riuscita a farsi raccontare dei presunti abusi sessuali. Nell'abitazione dell''imputato, che è stato processato con l'abbreviato, furono ritrovati diversi video pedopornografici
Una donna di 42 anni rinviata a giudizio per atti sessuali con il minorenne, figlio del convivente, un parrucchiere del centro. L'uomo l'aveva denunciata quando aveva scoperto dei messaggi in cui lei chiedeva consigli sulla relazione a una cartomante. Il ragazzino: "Girava in casa in intimo e mi ricattava, ho iniziato ad avere attacchi di panico e crisi d'ansia"
Dopo l'arresto di un giovane che avrebbe adescato diverse ragazzine in rete per farsi mandare foto e video hot, i consigli dei militari: "State attenti all'uso del cellulare che fanno i vostri figli, soprattutto in questo periodo di pandemia". L'appello agli adolescenti: "Denunciate, siamo pronti ad aiutarvi"
Ai domiciliari è finito un ventiduenne residente in provincia di Milano che avrebbe adescato diverse minorenni in tutta Italia. L'inchiesta è partita da Palermo, dopo la denuncia di un padre. I carabinieri hanno poi scoperto i falsi profili dell'uomo e i suoi presunti trucchi. Sequestrati oltre 1.300 file pedopornografici
L'imputato, un disoccupato di 26 anni, avrebbe contattato sul social la ragazzina, che era alla ricerca di informazioni mediche. Le avrebbe dato il suo numero e lei, convinta di avere a che fare con un medico, gli avrebbe mandato anche immagini intime per la "diagnosi". Successivamente i due si sarebbero incontrati e lui l'avrebbe violentata
La Procura di Termini ha invocato 8 anni di carcere per il papà e 2 anni per la madre della ragazza. Il processo per maltrattamenti, stalking e abusi si sta svolgendo con l'abbreviato. La vittima sarebbe stata "punita" nel 2011 quando i suoi parenti avrebbero scoperto il suo orientamento sessuale
L'imputato è un disoccupato di 26 anni che avrebbe contattato la vittima su Instagram, fingendosi medico. La ragazzina si sarebbe fidata, gli avrebbe dato il suo numero di telefono e anche inviato immagini delle sue parti intime. Fino all'incontro in cui sarebbe avvenuto l'abuso, poi denunciato dalla stessa vittima
La presunta vittima aveva denunciato che l'imputato, originario della zona di corso Calatafimi, quando andava a prenderla a scuola ne avrebbe approfittato per stuprarla e per costringerla ad avere rapporti con altri uomini. Ma il racconto non avrebbe trovato riscontri. Il pm aveva chiesto 9 anni di carcere
Sentenza senza precedenti per un appartenente al clan di Santa Maria di Gesù: avrebbe esibito il bambino come un trofeo davanti ad altri mafiosi e lo avrebbe anche portato con sé quando di notte sarebbe andato in giro ad importunare delle prostitute
Pietro Anello era stato arrestato nel 2015 dopo che una romena di 17 anni lo aveva accusato di averla adescata sui social e costretta a subire ogni sorta di violenza. Ha trascorso due anni tra carcere e domiciliari anche per tratta e riduzione in schiavitù. Per i giudici è innocente
Dalle motivazioni della sentenza che a luglio ha portato a due condanne emergono retroscena agghiaccianti. La ragazzina fu violentata a turno in un parcheggio nella zona di corso Calatafimi da giovani coi quali aveva già avuto rapporti sessuali: "Ma quel giorno non voleva, subiva inerme perché ricattata"
La ragazzina aveva raccontato di essere stata stuprata per vendetta dopo aver interrotto la relazione con un compagno di scuola, già condannato con un altro giovane. I giudici hanno invece scagionato e liberato un altro ragazzo che avrebbe partecipato all'abuso. La Procura aveva chiesto 9 anni
La piccola di appena 5 anni avrebbe subito le attenzioni dell'uomo nella casa che condivideva con la madre in una zona residenziale della città. La donna aveva inizialmente denunciato gli atti sessuali ai quali avrebbe in parte assistito, poi aveva ritrattato. La Procura: "E' stata minacciata". Inflitti 8 anni
Il giudice ha inflitto poco più di due anni a due ventenni accusati di aver violentato una quindicenne in un parcheggio nella zona di corso Calatafimi. Entrambi hanno già risarcito la vittima e dopo più di un anno lasciano gli arresti domiciliari. Il presunto stupro di gruppo sarebbe avvenuto nel 2018 "per vendetta"