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Cronaca

Boss costringeva il figlio di 4 anni a mostrare le parti intime e a toccarsi: condannato

Sentenza senza precedenti per un appartenente al clan di Santa Maria di Gesù: avrebbe esibito il bambino come un trofeo davanti ad altri mafiosi e lo avrebbe anche portato con sé quando di notte sarebbe andato in giro ad importunare delle prostitute

E' una sentenza senza precedenti: per la prima volta un boss di Cosa nostra è stato condannato per violenza sessuale su un minorenne, che peraltro è anche suo figlio e che all'epoca dei fatti aveva appena 4 anni. La pena, un anno e mezzo, è molto bassa rispetto alla richiesta della Procura, che era addirittura di 11 anni di reclusione, ed è stata inflitta dalla seconda sezione del tribunale.

Il collegio presieduto da Roberto Murgia ha riconosciuto la lieve entità del fatto e ha concesso le attenuanti generiche all'imputato. I giudici hanno dunque ritenuto sussistente una parte delle accuse, visto che hanno condannato il boss, ma bisognerà attendere le motivazioni della sentenza per capire precisamente in che termini.

La vicenda era emersa alcuni anni fa, da una serie di intercettazioni a carico dell'imputato, personaggio di spicco del clan di Santa Maria di Gesù, di cui non facciamo il nome per non rendere identificabile la vittima. Secondo il procuratore aggiunto Annamaria Picozzi ed il sostituto Ilaria De Somma, il boss avrebbe esibito suo figlio come un trofeo, vantandone la virilità davanti ad altri appartenenti al clan e costringendo il piccolo a mostrare le sue parti intime e anche a toccarsi. Inoltre, il mafioso avrebbe portato il bambino con sé nelle sue scorribande notturne, durante le quali avrebbe importunato delle prostitute.

Com'è stato ricostruito durante le indagini, il bambino, seppure così piccolo, avrebbe avuto comunque delle erezioni. Un fatto assolutamente normale che, all'inizio del Novecento, fu al centro degli studi di Sigmund Freud, padre della psicanalisi. Conoscenze che evidentemente non ritentrano nella cultura dell'imputato, convinto invece che suo figlio fosse una specie di prodigio, tanto da esibirlo come simbolo di virilità davanti agli amici. 

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