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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Tribunali-Castellammare / Via dei Cassari, 6

"Niente premeditazione e metodo mafioso per uccidere Emanuele Burgio": un'assoluzione e 2 condanne

La sentenza per l'omicidio del giovane, avvenuta a colpi di pistola alla Vucciria, il 31 maggio del 2021. I giudici hanno escluso le due aggravanti contestate dalla Procura e concesso lo sconto di pena previsto con il rito abbreviato. Scagionato e liberato Domenico Romano, il fratello Matteo e il nipote Giovanni Battista dovranno scontare 18 anni

Un'assoluzione e due condanne a 18 anni di carcere. E' questo il verdetto emesso dalla prima sezione della Corte d'Assise in relazione all'omicidio di Emanuele Burgio, il giovane eliminato a colpi di pistola al culmine di una lite il 31 maggio del 2021 in via dei Cassari alla Vucciria. Le condanne sono state inflitte a Matteo Romano e al figlio Giovanni Battista, mentre Domenico Romano è stato totalmente scagionato e quindi scarcerato. La famiglia della vittima non si è costituita parte civile.

La Corte presieduta da Sergio Gulotta (a latere Monica Sammartino) non ha quindi accolto le richieste della Procura - l'accusa è rappresentata dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Gaspare Spedale e Giovanni Antoci - che aveva invocato tre ergastoli, contestando l'omicidio volontario premeditato e aggravato dal metodo mafioso. E sono venute meno propio le due aggravanti, che i giudici hanno ritenuto insussistenti, permettendo così agli imputati di accedere al rito abbreviato e di ottenere un sconto di un terzo della pena.

Gli avvocati degli imputati, Giovanni Castronovo, Raffaele Bonsignore e Vincenzo Giambruno, avevano sostenuto proprio la tesi dell'insussistenza delle due aggravanti (che avevano impedito ai tre imputati di accedere al rito alternativo) e avevano chiesto ai giudici di concedere l'attenuante della provocazione per accumulo, nonché di assolvere Domenico Romano, l'unico che aveva pure chiesto scusa in aula. Istanza che è stata accolta.

Le parentele ingombranti di vittima e imputati

Per i pm l'omicidio di Emanuele Burgio sarebbe stato attentamente pianificato e sarebbe maturato in un contesto mafioso, anche per questioni legate alla gestione dello spaccio alla Vucciria. I Romano sono parenti di Davide Romano, il boss del Borgo trovato incaprettato in una Fiat Uno il 6 aprile del 2011 nella zona di corso Calatafimi, mentre il padre del ragazzo ucciso è Filippo Burgio, già condannato in passato per aver favorito il boss Gianni Nicchi e ora nuovamente sotto processo nell'ambito dell'inchiesta "Vento", contro il clan di Porta Nuova.

La confessione: "Burgio voleva scipparci la testa e mio fratello gli ha sparato"

La spedizione punitiva contro Burgio, secondo la ricostruzione dell'accusa, sarebbe nata dallo scontro tra Giovanni Battista Romano e un parente della vittima, avvenuto pochi giorni prima dell'omicidio e in seguito ad un banale incidente stradale. Burgio sarebbe andato addirittura a cercare i Romano per chiedere conto e ragione dell'episodio e la situazione in quell'occasione non sarebbe degenerata soltanto grazie alla mediazione di un'altra persona.

Le intercettazioni: "Ho comprato la pistola ieri e mi sono andato a rovinare"

La sera del 31 maggio furono i Romani ad andare a cercare il giovane alla Vucciria e uno di loro - Giovanni Battista - aveva con sé una pistola. Dopo un diverbio, ripreso dalle telecamere di sorveglianza, con la vittima, avrebbe passato l'arma allo zio Matteo che materialmente avrebbe aperto il fuoco, ammazzando il giovane che aveva tentato vanamente di fuggire.

Boss pronti alla vendetta: "Ammazziamo pure i loro nipoti"

Gli imputati furono fermati poco dopo il delitto e uno di loro, Domenico, decise di ammettere le sue responsabilità, fornendo la sua versione dei fatti: "Non dormo da tre notti, questo ragazzo mi poteva venire figlio" spiegò, aggiungendo però che Burgio sarebbe stato un ragazzo violento e che sarebbe stato lui a minacciarli per primo: "Vi devo scippare la testa e poi ci devo giocare a pallone", questo avrebbe detto loro, scatenando poi la reazione. 

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