L'episodio avvenuto nel 2020 al Borgo emerge dalle motivazioni della sentenza per il delitto. Giovanni Battista Romano avrebbe tagliato i capelli a un ragazzo "per scommessa". Per punirlo sarebbe intervenuto il figlio del boss ucciso alla Zisa, Giuseppe Incontrera. Ma suo padre, Domenico Romano, unico assolto, avrebbe inseguito la banda con una pistola
Le motivazioni della sentenza con cui per l'omicidio del giovane, avvenuto il 31 maggio 2021, sono stati condannati a 18 anni Matteo Romano e il nipote Giovanni Battista. Il delitto sarebbe nato da "una discussione futile" e da una serie di scontri legati anche al fatto che uno degli imputati era stato sfiorato con lo specchietto da uno zio della vittima
La sentenza per l'omicidio del giovane, avvenuta a colpi di pistola alla Vucciria, il 31 maggio del 2021. I giudici hanno escluso le due aggravanti contestate dalla Procura e concesso lo sconto di pena previsto con il rito abbreviato. Scagionato e liberato Domenico Romano, il fratello Matteo e il nipote Giovanni Battista dovranno scontare 18 anni
Dopo la richiesta di condanna all'ergastolo per i fratelli Matteo e Domenico Romano, nonché per il figlio di quest'ultimo Giovanni Battista, la parola è passata ai loro avvocati. Il delitto, avvenuto il 31 maggio del 2021 alla Vucciria, non sarebbe né premeditato né aggravato dal metodo mafioso
Il giovane venne ucciso a colpi di pistola in via dei Cassari il 31 maggio 2021 al culmine di una lite. Alla sbarra i fratelli Domenico e Matteo Romano, nonché il figlio di quest'ultimo, Giovanni Battista. Per la Procura il delitto maturò in un contesto mafioso anche se a causarlo sarebbe stato un banale diverbio dopo un incidente stradale
Un difetto di notifica fa saltare la prima udienza per l'uccisione del giovane, avvenuta il 31 maggio dell'anno scorso. Imputati i fratelli Domenico e Matteo Romano, oltre al figlio di quest'ultimo, Giovanni Battista. Di recente sono emersi presunti piani di vendetta da parte dei boss contro i responsabili. La Procura contesta l'aggravante mafiosa
Dall'operazione "Vento" che ha smantellato il clan di Porta Nuova emerge la disperazione del padre detenuto del giovane assassinato il 31 maggio: "L'hanno ucciso come un cane", ma anche che un cugino avrebbe cercato una calibro 9. Giuseppe Incontrera, eliminato a sua volta alla Zisa, pensava alla punizione: "E' una settimana che non dormo"
Il giovane venne assassinato lo scorso 31 maggio in via Cassari. La Procura contesta anche l'aggravante mafiosa, ma il movente della spedizione punitiva sarebbe uno scontro nato da un banale incidente
Il movente del delitto, premeditato per i pm e avvenuto in via Cassari, la sera del 31 maggio scorso, resta quello legato ad una serie di screzi tra la vittima e i tre indagati, Matteo, Domenico e Giovanni Battista Romano. Ma le modalità ed il contesto, secondo l'accusa, sarebbero prettamente legati a Cosa nostra
Rischiano il processo i fratelli Matteo e Domenico Romano, nonché il figlio del secondo, Giovanni Battista. Per la Procura sarebbero stati loro ad ammazzare a colpi di pistola il giovane in via Cassari il 31 maggio scorso
No dei giudici alle istanze presentate dai due indagati Domenico e Matteo, accusati di aver ucciso a colpi di pistola Emanuele Burgio, la sera del 30 maggio. Il figlio del primo, Giovanni Battista, sotto inchiesta pure lui per il delitto, aveva rinunciato a fare appello
Giovanni Battista Romano ha deciso di non ricorrere davanti ai giudici, mentre domani mattina lo faranno suo padre Domenico e suo zio Matteo. Sono tutti accusati di aver ucciso Emanuele Burgio in via dei Cassari il 30 maggio
Questo emerge dal verbale dell'interrogatorio di uno degli indagati per il delitto del 31 maggio in via dei Cassari: "Non dormo da tre notti pensando a questo ragazzo, ho cercato di evitare il peggio ma lui si è messo in posizione di lotta". E aggiunge: "Oggi si doveva sposare mia figlia, non siamo andati lì per fare questioni, c'erano troppe telecamere"
Dall'ordinanza emessa dal gip per i tre accusati di aver ucciso Emanuele Burgio viene fuori che "tre anni fa" uno di loro sarebbe stato "preso a bastonate" dalla vittima. A portare l'arma sarebbe stato il più giovane dei Romano, Giovan Battista, ma si cercano almeno sei complici. Nonostante le decine di testimoni per ora prevale l'omertà