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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Bagheria

"Mia zia mi umiliava da anni e pagai per farla uccidere": condannati la nipote e i due killer

La sentenza riguarda l'omicidio di Anna Maria Corona, i cui resti furono ritrovati sotto un ponte a Bagheria il 16 aprile del 2020. L'imputata, Francesca Maria Castronovo, confessò poi di essersene sbarazzata pagando degli stranieri che avrebbe reclutato a Ballarò

Il corpo - orribilmente mutilato - di Angela Maria Corona, 47 anni, venne ritrovato il 16 aprile del 2020 sotto un ponte lungo la strada che collega Bagheria e Casteldaccia, due giorni dopo che il suo compagno ne aveva denunciato la scomparsa. Una settimana dopo fu la nipote della vittima, Francesca Maria Castronovo a confessare il delitto, raccontando di aver assoldato due stranieri al mercato di Ballarò per sbarazzarsi di quella zia che, sin dall'infanzia, l'avrebbe maltrattata e sottoposta ad una lunga serie di soprusi. La donna è stata condannata a 26 anni e 4 mesi di carcere, mentre ai due presunti esecutori, l'ivoriano Guy Morel Diehi e il maliano Toumani Soukouna, sono stati inflitti 25 anni ciascuno.

La confessione: "Mia zia mi umiliava da anni"

La sentenza è stata emessa nei mesi scorsi dalla Corte d'Assise presieduta da Sergio Gulotta, ma PalermoToday ne è venuto a conoscenza solo ora. I giudici hanno anche riconosciuto delle provvisionali al compagno della vittima (30 mila euro) e al padre  (20 mila) che si sono costituiti parte civile nel processo. Gli avvocati degli imputati stanno preparando il ricorso in appello.

Corona aveva raccontato che per anni la zia l'avrebbe maltrattata per anni, costringendola persino a mangiare uno scarafaggio e a lavarsi i denti utilizzando l'acqua del water, ma anche che l'avrebbe controllata in maniera ossessiva. Ad un certo punto - questo aveva riferito l'imputata - avrebbe deciso di assoldare dei killer per eliminare Castronovo. Sarebbe andata a reclutarli a Ballarò e avrebbe dato loro del denaro per commettere l'omicidio (in una prima versione aveva parlato di circa 15 mila euro, in una seconda di 100 mila).

In base alla ricostruzione della Procura di Termini Imerese, la vittima sarebbe stata attirata in un tranello e poi aggredita alle spalle dai killer, che l'avrebbero strangolata e poi chiusa in un sacco. Il cadavere sarebbe stato poi caricato su una macchina e gettato dal ponte. I resti della donna erano stati poi dilaniati da animali selvatici ed alcune parti non furono mai ritrovate.

Uno dei killer: "Non sapevo che in quel sacco ci fosse un cadavere"

Castronovo si era detta pentita dell'accaduto e al gip aveva spiegato: "So che passerò il resto della mia vita in un carcere, ma ho bisogno di sostegno, devo liberarmi di questo peso". Dopo l'omicidio avrebbe anche tentato di togliersi la vita, dandosi fuoco.
Ad incastrare i due presunti sicari erano stati i tabulati telefonici, ma anche le immagini riprese da alcune telecamere di sorveglianza, oltre a diverse intercettazioni: "Dicono che sono stato complice di un omicidio - spiegava Diehi alla madre, dopo essere stato convocato dai carabinieri di Bagheria - che ho ucciso una donna... Stavamo andando a lavorare, lei mi ha chiamato dicendomi di venire ad aiutarla, non sapevo di cosa si trattasse, non l'ho uccisa". Poi, nella stessa conversazione aggiungeva: "La donna mi ha detto che se l'avessi aiutata mi avrebbe dato dei soldi, siccome io avevo bisogno di soldi ho accettato, ma non sapevo di che tipo di aiuto si trattasse... Mi ha detto di venire con lei a casa sua per far scendere qualcosa, invece era un'anziana donna dentro un sacchetto".

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