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Operazione "Sottoveste"

L'imprenditore e il boss, gli affari con famose griffe e le costose scarpe consegnate in cella

I retroscena dell'inchiesta con cui sono finiti in carcere Cesare Ciulla e Giuseppe Calvaruso, a capo del clan di Pagliarelli. Il primo avrebbe agevolato i contatti coi vertici di "Piquadro", "Wycon" e "Yamamay". Avrebbe pure regalato al mafioso un paio di Barrett e accreditato denaro durante la detenzione. Il business del residence a Vulcano

Sarebbe stato "fortemente amareggiato", quando aveva appreso dell'arresto del boss di Pagliarelli, Giuseppe Calvaruso, appena arrivato dal Brasile il giorno di Pasquetta dell'anno scorso. Tanto che poi - secondo la Procura - avrebbe anche provveduto in parte a mantenerlo in carcere, comprandogli persino un paio di scarpe Barrett da indossare in cella e accreditandogli 200 euro. Cesare Ciulla, arrestato stamattina per concorso esterno in associazione mafiosa, sarebbe stato completamente "a disposizione" del mafioso, consentendogli di accedere al "patrimonio di conoscenze e alla rete di relazioni da lui acquisite durante la sua pluriennale attività di imprenditore commerciale, ha svolto essenziali compiti di intermediazione per consentire a Calvaruso di entrare in contatto con imprenditori di primario rilievo nazionale per realizzare, in sinergia con gli stessi, iniziative economiche di notevoli dimensioni".

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I contatti con i vertici di "Yamamay" e "Piquadro"

Gli affari e gli interessi di Calvaruso (raggiunto oggi da una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere) sarebbero stati davvero tanti e, non a caso, quando venne interrogato dopo l'arresto del 4 aprile dell'anno scorso, si difese sostenendo di essere appunto "un onesto imprenditore, che cerca solo di lavorare". Grazie a Ciulla sarebbe entrato in contatto con i vertici di aziende di fama internazionale come "Piquadro" e "Yamamay", coi quali, nel 2017, avrebbe anche voluto realizzare un progetto ambizioso alle Eolie, ovvero la costruzione e la gestione di un residence a Vulcano. Alcuni dei contatti tra gli imprenditori e il mafioso sono stati documentati dalla guardia di finanza, in particolare l'8 giugno del 2017, quando ci sarebbe stato un pranzo nel ristorante "Carlo V" di piazza Bologni, finito sotto sequestro l'anno scorso perché secondo gli inquirenti sarebbe stato riconducibile a Calvaruso. Sempre lì avevano pranzato con la moglie anche il vecchio boss di Pagliarelli, capo della nuova Cupola smantellata dai carabinieri nel 2018, Settimo Mineo.

"Sono sempre a disposizione" | Video

Il pranzo in piazza Bologni e l'affare del residence a Vulcano

Proprio quel giorno, Calvaruso avvertiva il titolare del ristorante, dicendogli che a pranzo avrebbe portato "il proprietario di tutti gli Yamamay del mondo, l'inventore di Yamamay". Cesare Ciulla, gestore di una pluralità di negozi Yamamay, per gli investigatori "è legato da un solido rapporto con il patron dell'azienda, che avrebbe pure invitato al matrimonio della figlia". E in effeti l'8 giugno 2017 al ristorante Carlo V si sarebbe tenuto un pranzo tra i tre. Il boss spiegava poi le sue intenzioni: "Gli sto facendo comprare Vulcano, un residence, dandomene la gestione, il patto è questo. Un euro non lo voglio sulla compravendita però me lo deve dare in gestione, con diritto di prelazione se lui un domani lo deve vendere, io gli do il 5 per cento a lui di rendimento annuo sull'acquisto, loro hanno questo fondo immobiliare che l'ha acquisito e ne chiede 1,9 milioni, ma io penso che 1,6 si chiude, quiandi sono 50 mila euro e il 5 per cento di 600 sono, 80 mila euro l'anno, l'affitto è 80 mila euro l'anno, il residence fa 220 mila-230 mila l'anno". Ciulla, per l'accusa, avrebbe anche favorito i contatti tra Calvaruso e i vertici di "Wycon spa". E diceva al boss: "Io eventualmente voglio fare un tentativo pure con..., quello di Piquadro e poi lui è a Bologna", sempre in relazione al presunto business nelle Eolie.

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L'imprenditore "molto amareggiato" per l'arresto del boss

Quando il 4 aprile dell'anno scorso Calvaruso era stato bloccato appena atterrato a Punta Raisi, di rientro dal Brasile, Ciulla avrebbe chiamato il padre del boss e gli avrebbe detto di essere "fortemente amareggiato" e si sarebbe messo ancora una volta a disposizione "per qualsiasi tipo di assistenza". Il 15 ottobre scorso, Calvaruso in un colloquio in carcere riferiva di aver parlato per l'ultima volta con Ciulla poco prima di essere arrestato e che l'imprenditore gli avrebbe detto: "Ma non ci dobbiamo vedere neanche cinque minuti?", segno per gli inquirenti degli affari comune. 

I soldi, le scarpe Barrett in carcere e l'assunzione della sorella del mafioso

Ciulla, per la Procura, avrebbe anche contribuito al mantenimento in carcere del boss: il 10 luglio dell'anno scorso avrebbe accreditato sul suo conto 200 euro, ma si sarebbe anche preoccupato di comprargli un costoso paio di scarpe Barrett. Su questo secondo "regalo", Ciulla diceva alla sorella di Calvaruso, Giovanna, finita ai domiciliari: "Vedi che per le scarpe con il fondo bianco ho girato mezza Palermo... Tutti mi dicono... sono estive". Proprio la sorella del boss, peraltro, è dipendente dal 2017 della "Due H srl", riconducibile a Ciulla. E proprio lei diceva alla cognata: "Ascoltami, il problema non è Cesare, Cesare ti dirà 3 milioni di volte sì". L'indagata avrebbe goduto di un trattamento di favore per esempio per assentarsi dal lavoro e andare a Nuoro per i colloqui col fratello detenuto. Natualmente i Calvaruso, al pari di importanti imprenditori, sarebbero stati invitati al matrimonio della figlia di Ciulla.

Le cure per il suocero di Salvino Sorrentino

Ciulla, secondo la Procura, si sarebbe occupato, però, anche di un altro mafioso di Pagliarelli, Salvino Sorrentino. E si sarebbe interessato delle cure per il suocero, chiamando pure un medico per fissare un appuntamento, facendo riferimento a "un amico", "con qualcosa alla vescica... vedi se me lo puoi inserire al più presto possibile" e subito la segretaria: "Inserito venerdì... che invece di solito non fa studio". Ciulla specificava che "Sorrentino, è un mio carissimo amico, fraterno amico...".

Il gip: "Ciulla ha agevolato Cosa nostra"

Per il gip Walter Turturici, che ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare "deve ritenersi dimostrato che Cesare Ciulla, pur non organicamente inserito in Cosa nostra, ha realizzato in un prolungato arco temporale, plurime condotte di supporto in favore di esponenti del vertice del mandamento di Pagliarelli Giuseppe Calvaruso e Salvino Sorrentino, in tal modo recando un contributo - dotato dei necessari requisiti di concretezza, specificità, volontarietà e consapevolezza - causalmente idoneo ai fini della perdurante operatività di quell'articolazione mafiosa, a vantaggio della quale è certo ridondato l'ausilio prestato dall'indagato ai due predetti esponenti di rango apicale".

"Ha messo al servizio della cosca le sue aziende"

Il giudice parla di Calvaruso come di "un mafioso a spiccatissima vocazione imprenditoriale" e definisce Ciulla "un imprenditore a disposizione del mandamento mafioso di Pagliarelli", che "ha continuativamente, sistematicamente ed interattivamente posto le proprie aziende a disposizione della consorteria mafiosa per facilitarne l'accesso a circuiti economici e finanziari, per la realizzazione di affari in comune, per costituire imprese ad hoc diretta a realizzare gli scopi economici mafiosi, per assumere persone di interesse della mafia".

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