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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Cinisi

Sparatoria a Cinisi, l'indagato: "Spero che quel ragazzo si salvi, ma ha dato un pugno alla mia fidanzata"

Il diciannovenne fermato per il tentato omicidio durante l'interrogatorio ha risposto al gip spiegando che i due fratelli feriti avrebbero preso le difese di un'altra ragazza, sua ex, in una rissa avvenuta a Terrasini. Così avrebbe deciso di prendere l'arma che aveva in auto: "Volevo solo spaventarli, sono dispiaciutissimo"

"Sono dispiaciutissimo e spero che si salvi, ma ha dato un pugno alla mia fidanzata... Volevo solo spaventarli", così - in sintesi - ha spiegato il diciannovenne palermitano e residente a Carini fermato ieri per la sparatoria avvenuta a Cinisi sabato notte, in cui sono rimasti feriti due fratelli, di 23 e 21 anni, uno dei quali è ancora in prognosi riservata dopo un delicato intervento. Il giovane, assistito dall'avvocato Maurilio Panci, stamattina ha risposto a buona parte della domande del gip Clelia Maltese, che nelle prossime ore dovrà decidere se convalidare il provvedimento ed applicare eventualmente la custodia cautelare in carcere, come richiesto dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Chiara Capoluongo, che coordinano le indagini dei carabinieri.

Come anticipato da PalermoToday, il tentativo di omicidio sarebbe maturato in seguito ad una rissa avvenuta sabato sera nella piazza di Terrasini. Uno scontro tra l'attuale fidanzata del fermato e la sua ex, imparentata con i fratelli feriti. L'indagato ha raccontato che la sua precedente ragazza avrebbe insultato quella attuale e che, nonostante i suoi tentativi di calmare gli animi, le due sarebbero arrivate alle mani.

A questo punto, sempre secondo la versione del fermato, sarebbero entrati in gioco i fratelli, che avrebbero cercato di difendre la giovane che avrebbe scatenato la lite e, R. B., il ventunenne che si trova ora in condizioni critiche in ospedale, avrebbe colpito la fidanzata dell'indagato. Scena alla quale il fermato avrebbe assistito a distanza e che lo avrebbe spinto - così ha detto al giudice - ad andare a prendere una pistola che aveva in macchina.

Sull'arma l'indagato ha solo voluto dire che l'avrebbe trovata in precedenza, senza fornire altri dettagli e senza spiegare perché l'avrebbe portata con sé. Ritornato nella piazza di Terrasini, però, non avrebbe trovato più nessuno perché nel frattempo i carabinieri erano intervenuti per sedare la rissa. 

Il diciannovenne avrebbe quindi deciso di mettersi in macchina e di andare a cercare i fratelli, che conosceva, per vendicarsi dell'aggressione alla fidanzata. Li ha trovati davanti al distributore di benzina di corso Umberto, a Cinisi, dove ha aperto il fuoco. Diverse ore dopo ha deciso di costituirsi.

Secondo alcuni testimoni, le vittime avrebbero raggiunto Cinisi grazie ad un passaggio in auto offerto da alcuni ragazzi che conoscevano di vista. Mentre uno di loro stava facendo rifornimento, i fratelli sono scesi dalla macchina e si sono ritrovati sotto la pioggia di colpi - ben cinque in base a una prima ricostruzione - scaricati dall'indagato. Mentre il giovane ferito più lievemente si sarebbe allontanato a piedi, l'altro sarebbe stato trasportato in ospedale proprio da coloro che li avevano accompagnati fin lì.

Le indagini sono ancora in corso e gli investigatori non escludono che dietro alla sparatoria ci possa essere in realtà ben altro che una discussione a sfondo passionale e soprattutto ipotizzano che il giovane possa aver avuto dei complici.

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