rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Camporeale

"Uccise a colpi di pistola l'ex della fidanzata perché la molestava", chiesto l'ergastolo

La massima pena è stata invocata per Michele Mulè che, il 16 ottobre del 2020, nella piazza di Camporeale, ammazzò Benedetto Ferrara. Secondo la Procura, il delitto sarebbe stato premeditato e compiuto per futili motivi. A scatenare la violenza dell'imputato sarebbero stati presunti maltrattamenti nei confronti della sua ragazza

Sarebbe stato un omicidio premeditato e commesso per futili motivi, per questo stamattina il sostituto procuratore Alfredo Gagliardi ha chiesto la condanna all'ergastolo per Michele Mulè, 29 anni, accusato di aver ucciso a colpi di pistola il fidanzato della sua ex, Benedetto Ferrara, 26 anni, (nella foto in basso) il 16 ottobre del 2020 in piazza Duomo, a Camporeale. 

L'imputato era stato fermato poche ore dopo il delitto ed era emerso che il movente sarebbe stato legato ad una ragazza e alla gelosia. In particolare, la giovane era stata fidanzata con la vittima che, a suo dire, l'avrebbe spesso maltrattata e questo l'avrebbe spinta ad interrompere la relazione. Qualche settimana prima dell'omicidio la ragazza avrebbe ricominciato a frequentare Mulè, col quale in precedenza aveva avuto una storia durata due anni. Secondo la versione di lei - che ha confermato anche davanti alla Corte d'Assise presieduta da Sergio Gulotta - Ferrara non si sarebbe mai rassegnato alla fine del loro rapporto ed avrebbe iniziato a seguirla e anche ad insultarla per strada.

"Non sono un mostro, non doveva finire così..."

A poche ore dal delitto, sempre secondo il racconto della ragazza, avrebbe incontrato l'ex e questi dopo averla vista avrebbe sputato a terra. Un episodio che lei avrebbe riferito a Mulè, che le avrebbe però risposto di lasciarlo perdere. In serata i due avrebbero poi incontrato la vittima che "urlava qualcosa contro di noi, Michele proseguiva con la macchina e dopo un po' si fermava", aveva messo a verbale la giovane.

A quel punto l'imputato sarebbe sceso dalla macchina e "lo vedevo dirigersi verso il bar, lui e Benedetto si avvicinavano e immediatamente sentivo per due volte un forte rumore come di un petardo. Vedevo Benedetto a terra e Michele saliva in auto. Gli chiedevo: 'Ma cosa hai fatto?' e lui mi rispondeva: 'Ora mi prendo le mie conseguenze!'", così aveva riferito ancora la ragazza ai carabinieri. Era stato poi proprio Mulè a chiamare i militari, ai quali aveva anche consegnato il revolver utilizzato per uccidere con tre colpi Ferrara.

benedetto ferrara-2Sempre la giovane ha poi testimonianto che "Benedetto era molto geloso e mi controllava continuamente, spesso mi minacciava dicendo che avrebbe ammazzato mio padre ed altri miei parenti. Lo faceva per farmi desistere dalla scelta di lasciarlo, intenzione che avevo spesso manifestato. In alcune circostanze Benedetto mi ha anche picchiata, provocandomi dei lividi, ma non sono mai andata in ospedale". E "in paese si sapeva che Benedetto mi trattava male... Ne avevo parlato anche con Michele", ma non lo avrebbe denunciato per non creargli problemi.

Secondo la Procura l'imputato merita la massima pena perché quella sera la vittima non avrebbe fatto nulla per scatenare la sua violenza. Non solo, per il pm, l'arma sarebbe stata recuperata da Mulè già due mesi prima dell'omicidio (e da qui l'ipotesi della premeditazione). Il gip Gugliemo Nicastro, che aveva convalidato il fermo dell'imputato, invece, la premeditazione non ci sarebbe stata, ma si sarebbe trattato di un "concitato gesto", commesso "verosimilmente per un'improvvisa e balorda crisi di gelosia". A novembre la parola passerà alla difesa. Nel processo si è costituita parte civile la famiglia della vittima. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Uccise a colpi di pistola l'ex della fidanzata perché la molestava", chiesto l'ergastolo

PalermoToday è in caricamento