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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Camporeale

Omicidio di Camporeale, l'indagato: "Non sono un mostro, non doveva finire così..."

Michele Mulè non risponde al gip durante la convalida del fermo per la morte di Benedetto Ferrara. Dalla testimonianza della sua ragazza, ex della vittima, emerge che sarebbe stata picchiata e pedinata dal giovane ucciso: "Ho cercato di trattenerlo prima del delitto e poi gli ho chiesto: 'Ma cosa hai fatto?'"

Non ha voluto rispondere alle domande del gip Guglielmo Nicastro, ma Michele Mulè, il giovane fermato ieri per l'omicidio di Bendetto Ferrara, avvenuto nella piazza di Camporeale, ha tenuto a precisare: "Non sono un mostro, non sono un killer...". Quasi lasciando intendere che se ha deciso di sparare alla vittima - tre colpi di revolver alla nuca e al torace - avrebbe avuto delle valide ragioni. E, per quanto sta emergendo dalle indagini dei carabinieri, sembra che dietro al delitto ci possa essere anche una storia di gravi maltrattamenti ai danni di una ragazza di appena 19 anni, ex della vittima e fidanzata da circa due settimane con l'indagato.

In queste ore il giudice deciderà se convalidare il fermo o meno, ma è molto probabile che Mulè, difeso dall'avvocato Antonio Cacioppo, resti in carcere, così come richiesto dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Ferdinando Lo Cascio, che coordinano l'inchiesta. L'indagato si era costituito subito dopo l'omicidio, chiamando lui stesso il 112 e consegnando l'arma utilizzata per uccidere Ferrara.

Il racconto della ragazza

Dalla richiesta di fermo viene fuori la storia travagliata della fidanzata di Mulè che, già durante la relazione precedente con la vittima, durata due anni, a suo dire avrebbe subito maltrattamenti e vessazioni: Ferrara l'avrebbe picchiata anche in piazza. Lei avrebbe deciso di interrompere il rapporto, ma la vittima avrebbe iniziato a seguirla e a insultarla per strada. Una vicenda di cui avrebbe informato un vigile e anche i carabinieri, pur non volendo denunciare l'ex che già aveva altri problemi con la giustizia.

"Mulè è uscito già con la pistola"

Sempre dalla testimonianza della giovane emerge che Mulè, che aveva ripreso a frequentare da un paio di settimane, giovedì sera sarebbe uscito già con la pistola (la Procura contesta infatti l'omicidio premeditato e aggravato dai futili motivi) e che nel pomeriggio precedente al delitto vi sarebbe stato l'ennesimo maltrattamento da parte della vittima nei confronti della ragazza,

"Mi ha vista e ha sputato a terra"

La diciannovenne ha riferito ai carabinieri che nel pomeriggio prima dell'omicidio era andata a scuola guida, dove c'era anche la vittima. Poi aveva fatto un giro con un'amica e reincontrato Ferrara per strada: "Vedendomi - ha messo a verbale - sputava a terra". Quando più tardi si era vista con Mulè "gli ho riferito del comportamento di Benedetto, ma Michele mi invitava a lasciarlo stare e lo diceva in maniera tranquilla". La coppia avrebbe fatto una serie di giri in paese e a un certo punto avrebbe incrociato di nuovo la vittima: "Benedetto urlava qualcosa al nostro indirizzo, Michele proseguiva con la macchina e dopo un po' si fermava. Scendeva dal veicolo - riferisce ancora la ragazza - aprendo la porta con violenza sebbene io cercassi di trattenerlo, avendo capito che stava andando a litigare".

"Michele, cos'hai fatto?"

E continua: "Poco prima Michele aveva proferito la parola 'cornuto' all'indirizzo di Benedetto. Sceso dalla macchina lo vedevo dirigersi verso il bar, lui e Benedetto si avvicinavano e immediatamente sentivo per due volte un rumore forte come di un petardo. Vedevo Benedetto a terra e Michele saliva in auto. Io anche. Michele molto agitato mi diceva: 'Ora ti vengo a lasciare'. Chiedevo a Michele: 'Ma cosa hai fatto?' e lui mi rispondeva: 'Ora mi prendo le mie conseguenze'. Mi chiedeva se poteva salire a casa perché aveva bisogno di bere un bicchiere d'acqua". Poi lo ha visto telefonare e dire: "Stanno arrivando (riferendosi ai carabinieri, ndr)... Poteva finire meglio, non doveva finire così...".

"Benedetto mi controllava e mi picchiava"

Il rapporto con Ferrara, come la stessa giovane ha raccontato agli investigatori, sarebbe finito perché "Benedetto era molto geloso e mi controllava continuamente, spesso mi minacciava dicendo che avrebbe ammazzato mio padre ed altri miei famigliari. Lo faceva per farmi desistere dalla scelta di lasciarlo, intenzione che avevo spesso manifestato. In alcune circostanze Benedetto mi ha anche picchiata, provocandomi dei lividi, ma non sono mai andata in ospedale".

"Non ho voluto denunciarlo per evitargli altri guai..."

Dice poi la ragazza: "Ho riferito di questi maltrattamenti a un vigile, all'inizio di settembre. E ne parlavamo anche con i carabinieri di Camporeale. Non ho voluto denunciarlo per non danneggiare ulteriormente Benedetto, già sottoposto ad altre misure...". Recentemente la diciannovenne avrebbe ripreso a sentirsi con Mulè, col quale aveva già avuto una relazione prima di fidanzarsi con la vittima. "In paese - rimarca - si sapeva che Benedetto mi trattava male, spesso avveniva che tali episodi di violenza si svolgessero nella piazza del paese. Ne avevo parlato anche con Michele e lui mi diceva di parlarne con la mia famiglia, perché parlassero con Benedetto. Un mio cugino l'aveva fatto per due volte, invitandolo a lasciarmi in pace, a metà settembre circa". Ma sarebbe stato tutto inutile. La vittima avrebbe continuato "con i suoi comportamenti molesti, tanto da seguirmi quando andavo a scuola, salendo sullo stesso autobus. Benedetto voleva chiarire la situazione cercando di avvicinarmi per parlare. Io ero contraria e lo invitavo ad andarsene".

"Benedetto aveva pronto un coltello..."

La ragazza spiega poi che "Michele si dimostrava disponibile a contattare Benedetto per risolvere la questione, anche perché erano amici. Ma da quando abbiamo iniziato a frequentarci con Michele il rapporto tra loro si guastava: iniziava a guardare male Michele e due settimane fa una mia amica mi raccontava che un amico di Benedetto conservava per lui un coltello... Mi spaventavo, pensando che volesse usarlo per colpire uno dei miei parenti o Michele, ma non ne ho parlato con lui. Da quando ci frequentavamo andavamo fuori paese per evitare di farci vedere da Benedetto. Quando è capitato di fare qualche giro in paese e Benedetto ci vedeva, spesso urlava frasi tipo 'Oh!', 'perché non salutate?' e quando mi vedeva da sola mi apostrofava come 'puttana' e 'troia'".

I pm: "Ha ucciso per futili motivi"

A spingere quindi Mulè a risolvere definitivamente la questione - e nel peggior dei modi - con Ferrara potrebbe essere stato proprio il comportamento della vittima nei confronti della sua ragazza. Un dato che, però, non sposta di molto la sua situazione da un punto di vista giudiziario: per la Procura, infatti, il movente passionale, la gelosia nello specifico, è ritenuta un futile motivo. Un'aggravante, quindi, non certo una giustificazione.

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