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Domenica, 28 Aprile 2024
Mafia Zisa

"Vassoio", il boss di Porta Nuova latitante da un anno: "E' vivo", ricerche anche all'estero

Giuseppe Auteri, 49 anni, era riuscito a sfuggire agli arresti del blitz "Vento" eseguiti subito dopo l'omicidio di Giuseppe Incontrera alla Zisa, il 6 luglio 2022. Il suo nome torna nell'inchiesta "Vincolo" che ha portato 7 persone in carcere qualche giorno fa

Formalmente è latitante dal 6 luglio dell'anno scorso, quando - a una settimana dall'omicidio del boss Giuseppe Incontrera - scattò in tutta fretta l'operazione "Vento" contro il clan di Porta Nuova, ma Giuseppe Auteri, 49 anni, soprannominato "Vassoio", in realtà era già sparito dai radar da alcuni mesi prima degli arresti, a metà settembre del 2021. Ad oggi - e le ricerche sono state estese anche all'estero - di lui non c'è alcuna traccia. Sarebbe vivo, però, secondo gli inquirenti. Dal punto di vista giudiziario gli è stato assegnato un avvocato d'ufficio alla fine dello scorso maggio.

La scelta del legale è stata fatta in vista dell'udienza preliminare nata proprio dall'inchiesta "Vento", in cui Auteri risulta latitante e dove 27 degli imputati hanno poi scelto il rito abbreviato. Il processo è in corso. La figura di "Vassoio" spunta nell'ultima indagine sul mandamento di Porta Nuova, "Vincolo", che qualche giorno fa ha portato a 7 arresti, anche se gli indagati sono in tutto 26 (e tra di loro non figura Auteri). Numerose le intercettazioni, che risalgono però spesso al 2020 e al 2021, in cui la voce del latitante è stata registrata dai carabinieri.

"I Lo Presti non rappresentano nessuno!", la sfida al boss e il pestaggio

Come hanno già ricostruito il procuratore aggiunto Paolo Guido ed i sostituti Giovanni Antoci e Luisa Bettiol, "Vassoio" è un personaggio di rilievo all'interno della cosca e, per usare le parole del pentito Alessio Puccio "è uno dei più bravi ragazzi per la cosca al momento perché già ha fatto tanti anni di carcere". Effettivamente Auteri in galera ci è stato ed ha riportato condanne definitive sia per mafia che per estorsione aggravata, in particolare ai danni della società che produceva la fiction "Squadra antimafia oggi" e di una gioielleria di piazza San Domenico. 

Anche i boss contro il Reddito: "Non ci sono più picciuttieddi"

Un uomo ambizioso, molto vicino al boss Tommaso Lo Presti "il lungo", appena scarcerato, il 22 settembre del 2019, "Vassoio" si era subito rimesso in pista: già il giorno successivo, infatti, aveva ripreso i contatti sia con Incontrera (poi eliminato a colpi di pistola il 30 giugno dell'anno scorso in via Imperatrice Costanza) che con Giuseppe Di Giovanni. Inizialmente ostacolato, la sua ascesa all'interno del clan sarebbe ripartita con la scarcerazione di Lo Presti.

Il boss col telefonino in cella evitò una guerra dopo l'omicidio

Nel 2020, secondo la ricostruzione della Procura, ad Auteri sarebbe stata affidata la cassa del clan proprio da Di Giovanni: "Gli dai tutte cose - aveva ordinato a Incontrera - lui si fa pure i pagamenti, glielo dici a tutti, quelli che devono andare a prendere ogni mese se li va a prendere lui... Così combatti solo con la droga". Anche il boss ucciso avrebbe nutrito una grande fiducia nel latitante: "Io con lui ci tengo - diceva - perché ho rispetto".

Nel processo "Vento" Auteri è accusato di mafia, di smercio di droga, ma anche di un'estorsione ai danni di una ricevitoria di piazza Ingastone, dalla quale sarebbe stato preteso un pizzo di 150 euro alla settimana. Ha un avvocato per difendersi dalle accuse, ma di fatto è scomparso nel nulla. E dopo più di un anno i carabinieri continuano a cercarlo.

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