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Lunedì, 29 Aprile 2024
I retroscena / Brancaccio

La faida per le scommesse clandestine a Brancaccio e l'omicidio del boss: i primi dissapori già nel 2022

Dalle intercettazioni che hanno portato a 9 arresti emerge che lo scontro tra la famiglia Mira e il clan guidato da Giancarlo Romano aveva già determinato diverse discussioni e minacce: "I pannelli li devi levare, si devono tenere solo i nostri: adesso le cose sono cambiate". E poi ci sarebbe stato anche un debito di 20 mila euro

Lo scontro per la gestione delle scommesse clandestine tra la famiglia Mira e il clan di corso dei Mille che avrebbe scatenato l'agguato in cui è stato ucciso il nuovo reggente della cosca, Giancarlo Romano, e in cui è rimasto gravemente ferito uno dei suoi "fedelissimi", Alessio Salvo Caruso, non risalirebbe certo al 26 febbraio scorso, quando c'era stata una prima sparatoria in corso dei Mille e poi quella fatale per il boss in via XXVII Maggio, allo Sperone. Dalle intercettazioni che nei giorni scorsi hanno portato a nove arresti a Brancaccio emerge chiaramente che le discussioni sul tema risalivano già a marzo del 2022.

L'omicidio di Giancarlo Romano minuto per minuto | Foto

Per l'omicidio di Romano sono in carcere Camillo Mira e uno dei suoi figli, Antonio, ma nella vicenda del gioco online e del pizzo da versare alla cosca sul business avrebbe avuto un ruolo anche il fratello di quest'ultimo, Pietro. Le conversazioni captate dalla squadra mobile mettono in evidenza sia l'imposizione dei "pannelli" da parte di Vincenzo Vella, Caruso e dello stesso Romano, che un debito di 20 mila euro che i Mira avrebbero accumulato nei confronti della cosca.

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"Le cose sono cambiate, il gioco se lo deve prendere da noialtri"

E' il 9 marzo del 2022 quando Vella (finito in carcere con il blitz) avrebbe redarguito una persona che avrebbe utilizzato "pannelli" diversi per le scommesse clandestine rispetto a quelli da lui stesso imposti. E nello specifico si sarebbe servita proprio di quelli di Pietro Mira: "E che fa? Si prende il gioco da un'altra parte? Lui il gioco se lo deve prendere da noialtri e basta", diceva Vella, che aggiungeva: "Ma com'è? Dimmi una cosa, noi già lo sappiamo il discorso, noi già lo sappiamo, il Mira (Pietro, ndr) ti dà il gioco? Il Mira?". A quel punto intimava: "Mi hanno fatto sapere che gioco a te non te ne devo dare... Ti faccio dare il coso da lui, lo vuoi il coso da lui? Ora te lo mando io... Ti mando a Tommaso (Militello, ndr) ti dà la schermatura lui del gioco e te la sbrighi con lui, quanto riguarda a lui gli dici: 'Mi hanno fatto sapere', non gli dire che te l'ho detto, 'mi hanno fatto sapere persone di qua che questo gioco che ti devi prendere, che io gioco a te non te ne posso dare più'... Te lo metti accanto e ti devo aiutare, ti aiutiamo non ti preoccupare, se tu hai problemi per prenderti ce lo fai sapere - rassicurava ancora l'indagato - che te li faccio recuperare io i soldi... Sai cosa c'è? Che le cose sono cambiate e si deve andare nel giusto, i cristiani si devono guadagnare tutti il pane, il primo tu ti devi guadagnare il pane, però tutti questi sotterfugi, queste cose devono finire, il signor Piero ha questi discorsi e non può essere più, perché ha una cosa con noi e non può essere più".

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"Ti voglio bene come un figlio ma i pannelli li devi levare"

Qualche giorno dopo, l'11 marzo del 2022, in effetti, ci sarebbe stato un incontro proprio tra Vella e Pietro Mira per chiarire la questione: "Ora mi ha venuto a dire, tutto spaventato, dice: 'Mi sono venuti a dire cristiani della zona'", si giustificava Mira e l'altro replicava: "Perché ha il pannello, i pannelli non ti ho detto di levarli, quelli tuoi non ti ho detto di levarli i pannelli? E com'è che ha il tuo pannello quello? Lo deve levare, lo deve togliere... Ora noialtri, ora lui lo mettono inquadramento e poi se ti deve dare i soldi prende e te li dà per com'è giusto, perché dice che lui ne avanza pure soldi... Io ti rispetto e ti voglio bene come un figlio però i pannelli si devono levare, si devono tenere solo questi, quelli che hai tu, quelli che ha lui e quello che avete, perché è inutile che ogni volta vengono e mi dicono: 'Vicè, minchia Piero di nuovo, Piero di nuovo', e io gli dico: 'No, aspetta un minuto'... Levali, levali per ora lavora così perché loro sono venuti chi è che è venuto, è venuto: 'Minchia ha pannelli ovunque'. Però lo sai che cos'è? Che a me ogni volta vengono: 'Minchia Piero ha una sacco', 'Piero non ha niente, Piero ne ha uno, lo ha tolto, stop, non ne ha più Piero altre cose'".

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Lo scontro, il pugno in faccia e la sparatoria

Già due anni fa, quindi, il clan di corso dei Mille sarebbe stato chiaro con i Mira: non avrebbero dovuto allargarsi e soprattutto sottostare agli ordini impartiti. Cosa che evidentemente avrebbero deciso di non fare. Il 26 febbraio scorso, infatti, prima dello scontro a fuoco tra Camillo Mira e Alessio Caruso in corso dei Mille, ci sarebbe stato un alterco pesante proprio tra Caruso e Pietro Mira, al quale sarebbe stato sferrato anche un pugno in faccia. Ed è per questo - secondo la ricostruzione degli investigatori coordinati dal procuratore aggiunto Marzia Sabella - che il padre avrebbe preso una pistola e sarebbe andato a cercare Caruso.

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Sempre dalle pieghe dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Lirio Conti, salta fuori che Camillo Mira avrebbe avuto un debito consistente con il clan. In una conversazione del primo luglio dell'anno scorso, infatti, era lui stesso a discutere del tema con un altro degli arrestati, il boss Giuseppe Arduino: "A chi li devo dare i picciuli? Più tardi a chi li devo dare? Più tardi alle 5 ci vediamo", diceva Mira e Arduino: "A noialtri". Nella discussione interveniva anche un altro degli arrestati, Settimo Turturella: "Amunì perché non vedi di sistemare questa situazione, Camillo?"  e Mira rispondeva: "Un paio di mesi addietro ci fu, dice che aspettavano e ci facevano sapere se ne rimanevano e noialtri ci toglievamo il disturbo, vero è?" e Turturella chiudeva: "Quando tu non hai fatto più niente di quello che ti avevo detto io e io mi trovo qua per farti capire che io per te sono stato garante e io ho preso la faccia e l'ho appiccicata al muro e mi hai fatto fare mala fiura chi me frati".
 

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