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Sabato, 27 Aprile 2024
Indagini della polizia / Uditore-Passo di Rigano / Via Mogadiscio

"Hanno rapinato cinque farmacie in pochi giorni", in carcere tre persone

Sono accusati aver messo a segno una serie di assalti tra viale Piazza Armerina, via Castellana, viale Michelangelo, via Pietro Scaglione e via Besio. Fondamentali gli accertamenti eseguiti dopo un altro colpo, in via Mogadiscio, dove uno dei componenti della banda prese in ostaggio la farmacista puntandole l'arma alla testa

In poche settimane avrebbero messo a segno cinque rapine tra Cep e Borgo Nuovo, in un caso arrivando ad utilizzare come "scudo umano" una dottoressa e in un altro esplodendo un colpo di pistola contro una vetrina per chiarire ai presenti le proprie intenzioni. La polizia ha arrestato e portato in carcere tre persone di 36, 24 e 23 anni accusate di tre rapine risalenti a novembre e dicembre 2022. Nel mirino sono finite le farmacie di viale Piazza Armerina (non consumata), via Castellana, viale Michelangelo, via Pietro Scaglione e via Besio. Al 23enne viene contestato solamente l’assalto di viale Michelangelo.

Le indagini sulla raffica di colpi sono state condotte dai Falchi della squadra mobile. La svolta nell’attività investigativa è arrivata con i due arresti in flagranza eseguiti dopo un assalto nella farmacia Ruffino di via Mogadiscio per il quale si procede separatamente. In quella circostanza, ricostruiscono dalla questura, uno dei due malviventi avrebbe preso in ostaggio una dottoressa puntandogli la pistola alla testa strattonandola e usandola come scudo per fuggire indisturbato. Il rapinatore però fu bloccato e disarmato della pistola che aveva un colpo in canna e altri due proiettili calibro 7,65 nel caricatore.

Gli accertamenti sull’arma eseguiti dal personale della Scientifica, ricostruiscono ancora dalla questura, hanno permesso di individuare i presunti autori di altre due rapine messe a segno il 17 novembre in via Scaglione e via Besio. Durante l'assalto uno degli assalitori aveva esploso un colpo di arma da fuoco contro una vetrina, vicino a un dipendenti, mandandola in frantumi. Dagli accertamenti si è arrivati alla conclusione che quella pistola era la stessa che sarebbe stata sequestrata in via Mogadiscio l’1 dicembre. Questo ed altri elementi hanno portato all'ordinanza del gip che ha disposto il carcere per i tre indagati.

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