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Cronaca Zisa / Via Regina Bianca

L'incidente stradale e le pistolettate in via Regina Bianca, in appello ridotte due condanne

La strada, a settembre del 2019, si trasformò in una specie di far west: dopo lo scontro tra un'auto e uno scooter il conto venne regolato con le armi. In primo grado le pene erano state pesanti, ma i giudici hanno adesso assolto parzialmente due dei tre imputati dalle accuse più gravi

Il 16 settembre del 2019, in pieno giorno, via Regina Bianca, alla Zisa, si trasformò in una specie di far west, con un regolamento di conti tra famiglie a pistolettate, in seguito ad un incidente stradale. Dopo le pene pesanti inflitte in primo grado con l'abbreviato, a giugno dell'anno scorso, adesso la terza sezione della Corte d'Appello ha invece deciso di assolvere parzialmente due dei tre imputati e di ridurre in maniera considerevole le loro condanne.

Il collegio presieduto da Antonio Napoli ha infatti ridotto la pena inflitta ad Antonino Gargano (difeso dagli avvocati Raffaele Bonsignore e Salvatore Agrò) da 12 anni a 2 anni e 9 mesi, ritenendo insussistente l'accusa di duplice tentato omicidio. Ridotta anche la pena per Gianluca Giordano (difeso dall'avvocato Debora Speciale) da 6 anni a 2 anni e 8 mesi. L'unica condanna confermata è quella a 6 mesi per Davide Gargano, che rispondeva soltanto della detenzione di munizioni.

La sparatoria in via Regina Bianca | Video

Non fu semplice ricostruire i contorni della sparatoria e inizialmente la Procura ipotizzò anche che si potesse trattare di un regolamento di conti legato a questioni di droga. A luglio del 2020 ci fu invece la svolta e si arrivò anche all'arresto degli imputati. Secondo i pm, lo scontro tra le due famiglie sarebbe nato dal danneggiamento di una Ford Fiesta da parte di uno scooter. Davide Gargano, che avrebbe avuto la colpa di chiedere spiegazioni sulla dinamica dell'incidente, era stato poi pestato a sangue ed era finito in ospedale in gravissime condizioni. Dal pestaggio sarebbe poi nata la spedizione punitiva da parte del fratello, Antonino Gargano contro Giuseppe Giordano e suo figlio Gianluca. Quest'ultimo fu ferito da alcuni proiettili al femore e al polso, mentre suo padre fu colpito di striscio. Antonino Gargano sparì subito dalla cricolazione, salvo presentarsi tre giorni dopo dai carabinieri. 

Mentre in primo grado il gup Annalisa Tesoriere aveva ritenuto sostanzialmente fondata questa ricostruzione dei fatti, in appello i giudici hanno invece accolto in parte le tesi difensive. Per Gargano, per esempio, gli avvocati hanno sempre sostenuto la legittima difesa, perché sarebbe sì intervenuto aprendo il fuoco, ma soltanto perché nel frattempo suo fratello sarebbe stato a terra e vittima dell'aggressione di ben cinque persone. 

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