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Cronaca

Aldo Naro ucciso in discoteca, i parenti: "Rischio prescrizione per la rissa, diserteremo le udienze"

La protesta della famiglia del giovane medico, morto al Goa ormai più di 7 anni fa, riguarda le lungaggini del dibattimento in cui sono imputati anche i gestori del locale: "Siamo ancora in primo grado e tra assenza dei testimoni e altri ritardi viene mortificata la nostra richiesta di giustizia"

I genitori e la sorella di Aldo Naro, il giovane medico di San Cataldo ucciso nella discoteca Goa di Palermo il 14 febbraio 2015, non parteciperanno più alle udienze del processo per rissa aggravata e favoreggiamento che vede imputati alcuni buttafuori e il proprietario della stessa discoteca davanti al tribunale. Una forma di protesta per i tempi ritenuti lunghissimi dalla famiglia, che è parte civile attraverso gli avvocati Salvatore ed Antonino Falzone, e che potrebbero portare alla prescrizione dei reati contestati.

"In sette anni – affermano i parenti della vittima in una nota – non abbiamo mai perso una sola udienza. Siamo sempre stati presenti. Ma adesso basta. Non è tollerabile che un processo del genere possa trascinarsi stancamente per un così lungo periodo di tempo. Siamo ancora in primo grado e con ogni probabilità i reati cadranno in prescrizione. La nostra pazienza - continuano il generale dei carabinieri Rosario Naro, la moglie Anna Maria Ferrara e la figlia Maria Chiara – è stata messa a durissima prova: rinvii troppo lunghi tra un'udienza e l'altra, ripetute assenze di testimoni, continui forfait di consulenti tecnici di parte senza che sia mai stato disposto il loro accompagnamento coattivo. E come se non bastasse, la mancata nomina dei periti per la trascrizione delle intercettazioni fino allo scorso luglio".

Mentre l'autore dell'omicidio, Andrea Balsano, che all'epoca dei fatti aveva appena 17 anni, è già stato condannato in via definitiva per il delitto (fu lui a sferrare il calcio alla tempia fatale per Naro ed ha sempre sostenuto che non aveva intenzione di uccidere) ed ha ottenuto anche gli arresti domiciliari, il processo per rissa e favoreggiamento che riguarda diversi imputati, tra cui i gestori della discoteca, è ancora al primo grado di giudizio. Parallelamente si è recentemente aperto in Corte d'Assise un secondo processo per omicidio, che coinvolge altre persone che presero parte alla rissa in cui morì il giovane medico. Un procedimento nato da una nuova autopsia che stabilì che a causare la morte di Naro non sarebbe stato soltanto quel calcio sferrato da Balsano.

La famiglia Naro chiarisce che "si tratta di scelta sofferta ma ragionata: questa estenuante e logorante lentezza mortifica ogni giorno di più le nostre attese di giustizia e la nostra fiducia nelle istituzioni. E' uno sfregio alla memoria di Aldo e al nostro immenso dolore. Siamo sicuri che le migliaia di persone che da ogni parte d'Italia, attraverso i social, seguono la vicenda di Aldo, comprendano il motivo del nostro gesto". 

E concludono: "Il nostro è un grido di protesta, non certo un atto di resa. Andremo avanti fino all'ultimo respiro, ogni giorno più combattivi. Lo dobbiamo a nostro figlio. Per queste ragioni, d'ora in poi parteciperemo soltanto alle udienze del processo per omicidio appena iniziato in Corte d'Assise. Questo processo, su cui riponiamo le nostre speranze, rappresenta il frutto tangibile della difficile battaglia giudiziaria che abbiamo condotto in questi anni insieme ai nostri avvocati". 

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