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Cronaca Falsomiele / Via Falsomiele

Duplice omicidio di Falsomiele, confermata in appello l'assoluzione dell'unica imputata

I giudici scagionano nuovamente Adele Velardo, che era stata arrestata assieme al marito, Carlo Gregoli, che si era poi suicidato in carcere, con l'accusa di aver ucciso Vincenzo Bontà e Giuseppe Vela, il 3 marzo del 2016

"Posto sbagliato al momento sbagliato e ci siamo trovati qua noi invece di essere chi ci si doveva trovare realmente". Dopo mesi di assoluto mutismo con gli inquirenti, erano queste le considerazioni di Adele Velardo in un'intercettazione captata poco dopo il duplice omicidio di Falsomiele, quello in cui vennero ammazzati Vincenzo Bontà e Giuseppe Vela, il 3 marzo del 2016. La donna era già stata assolta in primo grado dall'accusa a ottobre del 2018 e oggi la Corte d'Assise d'Appello ha confermato quel verdetto. Per i delitti fu incolpato anche il marito dell'imputata, Carlo Gregoli, ma si suicidò in carcere prima che iniziasse il processo.

La Corte presieduta da Mario Fontana ha accolto le tesi degli avvocati Paolo Grillo e Marco Clementi che difendono Velardo, respingendo invece la richiesta di condannare all'ergastolo la donna, formulata dalla Procura generale.

Inizialmente quando Bontà e Vela vennero ammazzati si pensò a un delitto di mafia, ma la pista sfumò subito e, per la verità, il movente degli omicidi non è mai stato ben chiarito. Marito e moglie vennero arrestati dalla squadra mobile il giorno dopo l'uccisione delle vittime: ad incastrarli le riprese di una telecamera di sorveglianza che aveva ripreso la loro auto mentre entrava nella strada in cui avvenne la sparatoria. 

Gregoli si suicidò poi in carcere (e dalla vicenda è nato un altro procedimento giudiaziario) e al processo di primo grado si ritrovò imputata soltanto la moglie. Secondo l'accusa, dalle immagini sarebbe stato possibile vedere che la donna avrebbe preso qualcosa da sotto al sedile: un'arma, sostiene la Procura. Per la difesa, però, questo elemento non risulterebbe mai essere stato provato.

Sempre dalle indagini difensive, venne fuori che il dna trovato su un bossolo non sarebbe stato compatibile con quello di Gregoli. Inoltre la coppia non sarebbe stata mai sottoposta allo stub, per verificare l'eventuale presenza di polvere da sparo dopo gli omicidi. I giudici finora non hanno mai ravvisato gli elementi necessari per condannare Velardo, che oggi è stata nuovamente assolta.
 

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