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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Zen

Alla scuola dello Zen tangenti pagate in iPhone, i capricci del vicepreside: "Io volevo il 13 Pro..."

Nell'inchiesta che ha portato all'arresto di Daniela Lo Verde e Daniele Agosta emerge che l'altra indagata, Alessandra Conigliaro, per assicurarsi la fornitura di strumenti tecnologici nell'istituto avrebbe regalato dei costosi cellulari. Ma non sempre dei modelli desiderati. La dirigente scolastica prendeva in giro l'indagato: "Sei peggio di un bambino..."

La presunta tangente per assicurarsi la fornitura di strumenti tecnologici alla scuola Falcone dello Zen sarebbe stata pagata in iPhone consegnati sia alla preside Daniela Lo Verde che al suo vice, Daniele Agosta, dall'altra indagata finita agli arresti domiciliari con loro, Alessandra Conigliaro. Dalle intercettazioni emerge però che Agosta non sarebbe stato soddisfatto del "giocattolino", del modello 13, perché avrebbe voluto "il 13 Pro". Persino la dirigente scolastica lo canzonava per i suoi capricci: "Guarda come ci rimane male, peggio di un bambino è...", gli diceva.

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La consegna degli iPhone

Non solo, dunque, Lo Verde avrebbe saccheggiato il cibo destinato alla mensa degli alunni, ma si sarebbe impossessata, assieme ad Agosta, di almeno tre iPhone: "Emerge limpidamente che i due indagati hanno ricevuto almeno tre telefoni iPhone, il cui notevole valore economico è notorio, dalla dipendente della ditta alla quale, rinunciando alla comparazione di tutti i possibili interessi sottesi all'azione amministrativa, hanno stabilmente affidato la fornitura di materiale tecnologico e non per l'istituto comprensivo Giovanni Falcone e prospettato, in forza del medesimo accordo, l'affidamento di ulteriori commesse", come scrive il gip Elisabetta Stampacchia nell'ordinanza.

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L'impianto da riacquistare con la donazione del sindaco

Tra le ulteriori commesse, secondo la ricostruzione dei pm della Procura europea Gery Ferrara ed Amelia Luise, che coordinano l'inchiesta dei carabinieri, ci sarebbe stato anche l'acquisto di un nuovo impianto di amplificazione con i soldi donati dal sindaco Roberto Lagalla, attraverso Fondazione Sicilia, in seguito a un furto commesso nell'aula magna della scuola: "Ti volevo dire un'altra cosa, ci hanno dato attraverso il sindaco... Fondazione Sicilia ci ha dato 3 mila euro - spiegava la preside a Conigliaro - per ricomprare tutta l'attrezzatura che si sono presi dall'aula magna, che significa una sorta di impianto di amplificazione... vedi tu... e questa è un'altra cosa fatta, poi appena diciamo veniamo a capo, pensiamo all'infanzia...", prospettando dunque ulteriori rifornimenti.

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"Il tuo non c'è qua?"

Il 18 agosto scorso, Conigliaro si sarebbe presentata nella scuola dello Zen con un sacchetto e, dopo aver parlato con Lo Verde e Agosta, ridendo avrebbe consegnato la busta, dicendo: "E allora qua ci sono due...", secondo la Procura si riferisce a due iPhone, "e con il terzo lo recuperiamo, va bene? Questo te lo lascio perché per le scale... ho detto non c'è nessuno, evitiamo". Appena andata via Conigliaro, sarebbero partiti i commenti di preside e vicepreside sul contenuto del sacchetto: "Minchia che è piccolo, questo è quello blu e questo è rosso...", diceva Agosta e Lo Verde chiedeva: "Ma quindi non c'è il tuo qua? O è questo? Questo è quello di Roberta, blu e rosso... Vedi che non c'è il tuo qua...".

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"Allora io non mi prendo niente?"

A quel punto la preside suggeriva: "Inseguila e glielo domandi e le dici: 'Scusa, ma... non era precedente quella? Scusami no, un minuto... Il messaggio è questo, la devi chiamare adesso scusami: 'Gli ulteriori due?'" e il vice rispondeva: "No, non ci sono perché lì nella cosa che aveva lei... e vabbè dai un altro... ma vaffanculo questo è 13... lo vuoi tu? Te lo prendi tu" e l'indagata: "A Roberta lo devo dare". Subito Agosta si lamentava: "Allora io non mi prendo niente?". La preside rispondeva: "Ma perché mi fai sentire così? Perché se il tuo era precedente a questo? Allora vabbè ce lo prendiamo uguale 14".

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"Io non volevo questo, volevo il Pro"

Il vice: "Se vabbè..." e di nuovo la preside: "Come se vabbè? Come se vabbè? Guarda come ci rimane male? Peggio di un bambino è...". E lui: "Certo che ci rimango male... Io non volevo questo, io il Pro avevo detto... ma che cazzo vuole fare fa... ma vaffanculo". Lo Verde insisteva: "E per questo ti dico, diglielo, le dici: 'Sì ma non c'era il Pro precedente a questi due?' scrivici così, così poi ce lo togliamo di mezzo... Ti ticordi che non c'era rosa e allora Alessandra se l'è scelto rosso? E poi dobbiamo prendere il mio e il tuo, anche perché il tuo l'hai già preso, siccome mi pare che ogni volta noi ci andiamo sotto...". Agosta continuava a lamentarsi: "Che sono il 6 aprile e lei ti ha portato da qua al 6 aprile, ti ha portato un altro telefonino" e la preside: "Ma non Pro, cioè quello tuo era diverso" e lui: "E che le dico? 'Sta minchia? Ci dico: 'Il prossimo 13 Pro'" e lei "No, 14 scusami... Sta uscendo". Agosta ridendo: "Ah sta uscendo, tanto viene il primo settembre e poi le dico questa cosa, quindi questi? Uno tu quando te l'eri preso? Precedentemente giusto?" e lei: "Sì e l'ho dato a Manu".

"Mi hanno fatto sciupare un sacco di soldi per cose inutili"

Agosta fremeva nell'attesa di ricevere il suo "giocattolino" e sperava che questo sarebbe avvenuto il 14 ottobre, in occasione di un nuovo incontro con Conigliaro, sempre per parlare di progetti finanziati con fondi europei per la scuola intitolata al giudice Giovanni Falcone: "Speriamo che mi porta il giocattolo, testa di minchia che è" e Lo Verde: "Tu un pensiero hai! Non è che pensi al fatto che dovremmo utilizzare nel migliore dei modi questi 17 mila euro... Non sono pochi 17 mila euro" e lui: "Sono un botto di soldi". E in un altro passaggio la preside rimarcava: "Lei mi può volere vendere quello che vuole, mi hanno fatto sciupare sia lei che lui un sacco di soldi a comprare cose inutili, ora no, ora si comprano cose utili!". Agosta insisteva e chiedeva alla preside: "Dani il giocattolino lo porterà?" e lei: "Non te lo porta, lei aspetta quest'ordine per portarlo...".
 

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