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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Tribunali-Castellammare

L'omicidio di Emanuele Burgio alla Vucciria, chiesta la condanna all'ergastolo per 3 imputati

Il giovane venne ucciso a colpi di pistola in via dei Cassari il 31 maggio 2021 al culmine di una lite. Alla sbarra i fratelli Domenico e Matteo Romano, nonché il figlio di quest'ultimo, Giovanni Battista. Per la Procura il delitto maturò in un contesto mafioso anche se a causarlo sarebbe stato un banale diverbio dopo un incidente stradale

Tre condanne all'ergastolo per l'omicidio di Emanuele Burgio, il giovane ucciso a colpi di pistola alla Vucciria, il 31 maggio del 2021. E' questa la richiesta di pena, formulata stamattina dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Giovanni Antoci e Gaspare Spedale alla Corte d'Assise presieduta da Sergio Gulotta, per gli imputati, i fratelli Domenico e Matteo Romano, e il figlio di quest'utlimo, Giovanni Battista.

Il delitto che, secondo l'accusa maturò in un contesto mafioso e avvenne in via dei Cassari, davanti alla trattoria "Zia Pina", gestita dalla famiglia della vittima (che al momento dell'omicidio era imputato in un processo per droga). Il padre di Emanuele Burgio, Filippo, è stato condannato in passato per aver agevolato il boss di Pagliarelli Gianni Nicchi, e la famiglia del giovane non si è costituita parte civile nel processo. Per la Procura, l'omicidio si verificò al culmine di una lite e sarebbe stato studiato in ogni minimo dettaglio, in seguito ad una serie di dissidi che ci sarebbero stati in precedenza tra Burgio e i Romano.

La lite per un incidente e gli spari ripresi dalle telecamere

Anche gli imputati - che sono difesi dagli avvocati Giovanni Castronovo, Vincenzo Giambruno e Raffaele Bonsignore - hanno delle parentele mafiose: Matteo e Domenico Romano sono infatti i fratelli di Davide, il boss di Borgo Vecchio trovato incaprettato il 6 aprile del 2011 nel bagagliaio di una Fiat Uno, abbandonata nella zona di corso Calatafimi.

Le intercettazioni: "Ho comprato la pistola ieri, mi sono rovinato!"

La spedizione punitiva contro Burgio, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe legata ad uno scontro tra Giovanni Battista Romano e un parente della vittima, avvenuto qualche giorno prima dell'omicidio e in seguito ad un banale incidente stradale. Burgio, però, almeno in base a quanto emerso dalle indagini, sarebbe andato addirittura a cercare i Romano per chiedere conto e ragione dell'episodio. La situazione non sarebbe degenerata soltanto grazie alla mediazione di un'altra persona.

La confessione: "Burgio era violento, è stata una disgrazia"

La sera del 31 maggio, invece, furono i Romano ad andare a cercare Burgio alla Vucciria e uno di loro - Giovanni Battista - aveva con sé una pistola e, al culmine del diverbio - ripreso dalle telecamere - l'avrebbe passata allo zio Matteo che avrebbe aperto il fuoco, uccidendo il giovane che inutilmente aveva tentato di fuggire.

La versione dell'imputato: "Voleva scipparci la testa"

I Romano furono fermati poco dopo il delitto e uno di loro, Domenico, decise di ammettere le sue responsabilità, fornendo la sua versione dei fatti: "Non dormo da tre notti, questo ragazzo mi poteva venire figlio", spiegò, aggiungendo però che Burgio sarebbe stato un ragazzo violento e che sarebbe stato lui a minacciarli per primo: "Vi devo scippare la testa e poi ci devo giocare a pallone", questo avrebbe detto loro, scatenando poi la reazione. Alla prossima udienza, tra qualche settimana, la parola passerà alle difesa.
 

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