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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Droga, furti ed estorsioni col benestare dei boss: due gruppi si dividevano la città, 20 arresti

Blitz dei carabinieri tra Sicilia, Emilia Romagna e Puglia. Smantellate due organizzazioni con base tra Cep, Cruillas e Zen ma con interessi in tutta l'Isola. Ricostruita una serie di furti: tra cui quello al Giardino che ospita i resti dell'auto di scorta del giudice Falcone

Blitz dei carabinieri oggi tra Sicilia, Emilia Romagna e Puglia. I militari del comando provinciale di Palermo hanno eseguito 24 ordinanze nei confronti di altrettante persone ritenute, a vario titolo, responsabili di associazione per delinquere, estorsione, tentata rapina, detenzione illegale di armi, cessione illegale di armi, furto aggravato, ricettazione, simulazione di reato, produzione e traffico illegale di sostanze stupefacenti e lesioni personali. Dei provvedimenti eseguiti a Palermo 11 sono di custodia in carcere, 9 ai domiciliari e per 4 indagati c'è l'obbligo di presentazione. Le ordinanze sono state emesse dal Tribunale di Palermo.

Operazione Stele, le foto dei 20 arrestati

Le indagini, seguite da un pool di magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dai sostituti Giorgia Spiri e Felice De Benedittis, della Procura di Palermo, "hanno consentito di disarticolare due associazioni per delinquere, risultate connesse con la criminalità organizzata, radicate nei quartieri popolari Cep - Cruillas - S.Giovanni Apostolo e Zen 2". Le organizzazioni pur avendo base nel capoluogo siciliano, per gli inquirenti "operavano in tutto il territorio regionale".

I nomi dei 20 arrestati

Un'organizzazione piramidale e i contatti con i boss

Le investigazioni hanno permesso di dimostrare l’esistenza di "una struttura organizzata in modo piramidale con a capo la famiglia reggente dei Cintura, storicamente e notoriamente specializzata nei delitti di natura predatoria, e in cui gli appartenenti erano meticolosamente organizzati tra loro tanto che, la condotta delittuosa veniva considerata una vera e propria attività lavorativa da svolgere con costanza e dedizione, con turni di lavoro precisi e scandagliati nel tempo".

I componenti del gruppo vengono definiti dagli investigatori "di una notevole caratura criminale, desunta dai lunghi trascorsi giudiziari e dai molteplici delitti commessi e progettati durante la fase d’indagine" e risultavano vantare "uno stretto contatto con soggetti legati alla criminalità comune ma anche organizzata, ovvero con esponenti di vertice di Cosa nostra”. È stata infatti documentata la mediazione di esponenti di vertice di Cosa nostra ogni qualvolta venivano consumati, inconsapevolmente, furti ai danni di soggetti appartenenti ad altri mandamenti o di persone a loro vicine, come nel caso di un furto commesso a Castellamare del Golfo o dei furti consumati ai danni della Edil Ponteggi di Bagheria di proprietà di Paolo Scaduto, figlio del più noto boss Pino  storico esponente della famiglia mafiosa di Bagheria.

"La stretta vicinanza dei correi alla malavita comune e organizzata - spiegano i carabinieri -, permetteva anche di acquisire importanti elementi di reità in ordine a delitti di altro genere legati alla produzione e al traffico di sostanze stupefacenti e/o psicotrope, di natura estorsiva ma anche in materia di armi, nonché di acquisire gravi elementi di responsabilità penali e di notevole allarme sociale, già confluiti in connesso procedimento penale che ha portato all’emissione di numerose misure restrittive nell’ambito della recente operazione 'Over' (Spaccaossa ndr)".

Lo sfregio al giardino che ospita l'auto di scorta di Falcone | Video

Il quadro generale che emergeva faceva trapelare tutta l’influenza dei sodali all’interno della borgata di Cruillas e nel territorio compreso tra Borgonuovo, San Giovanni Apostolo e Cep. Per i carabinieri risulta che "l’associazione capeggiata da Andrea Cintura, sebbene ristretto presso la casa circondariale di Palermo, servendosi dei componenti della sua famiglia, ma anche della collaborazione di altri soggetti, costringesse diversi esercizi commerciali del quartiere a consegnare settimanalmente somme di denaro che variavano in relazione al tipo di attività commerciale, camuffando le richieste estorsive sotto forma di contributo per l’organizzazione della 'festa di quartiere'. In particolar modo Andrea Contura e il figlio Domenico, collocati al vertice dell’associazione detenevano il completo predominio sul quartiere e su chiunque volesse prendere ogni genere di iniziativa commerciale, compresi coloro che volevano allestire banchi di rivendita e che necessariamente dovevano ottenere il loro benestare".

I furti e lo sfregio alla memoria di Falcone

Le indagini sono state avviate a febbraio del 2017 dopo un furto consumato ai danni di una ditta di fornitura di materiale edile a Lascari (PA) e si concludeva nel mese di giugno 2019.

Fra gli innumerevoli furti - ricostruiti con intercettazioni telefoniche, ambientali e servizi di videosorveglianza ma anche con da tradizionali metodi investigativi -  risalta quello di maggiore valore simbolico, da cui, fra l’altro, trae il nome l’operazione di polizia giudiziaria, consumato il 6 marzo 2017 all’interno del cantiere attrezzato per la realizzazione del giardino della memoria “Quarto Savona Quindici”, monumento, costruito in occasione della ricorrenza del venticinquesimo anniversario della strage del 23 maggio 1992 e dedicato agli uomini della scorta del Giudice Giovanni Falcone, rischiando di compromettere la celebrazione dell’importante momento commemorativo. 

Equilibri instabili e nuovi gruppi di comando

E' stata documentata la formazione di un nuovo gruppo criminale, a seguito del mutamento degli equilibri interni del sodalizio principale, ovvero quello dei “Cintura”, circostanze che portavano all’allontanamento di uno dei suoi componenti che da li a poco si sarebbe unito ad un nuovo gruppo, operante nel quartiere Zen 2, che prendeva di mira diversi obiettivi di pubblica utilità quali la discarica di Bellolampo e l’acquedotto comunale.

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