rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Sperone / Passaggio Giuseppe De Felice Giuffrida

La dura vita del pusher dello Sperone: "Venti euro per spacciare sono pochi, non lavoro più"

Dalle intercettazioni del blitz che ha portato a 57 arresti emergono le proteste di alcuni indagati per la "paga" troppo bassa. Rimostranze poco gradite alla famiglia Altieri che avrebbe gestito una delle piazze: "Quanto vuole, 30 euro? Troppo assai!". E nella catena di montaggio della droga sarebbe stato facilissimo sostituire la "manodopera"

Un business molto fiorente quello della droga, ma non certo per lo spacciatore che, con turni ben precisi ed estenuanti, si muove per le strade dello Sperone e che deve guardarsi costantemente le spalle per evitare gli "sbirri". Dalle intercettazioni dell'operazione Nemesis dei carabinieri, che ha portato ad oltre cinquanta arresti la settimana scorsa, viene fuori anche lo "stipendio" medio del pusher: 20 euro per coprire un'intera giornata o la notte. Una paga ritenuta inadeguata che avrebbe portato anche alla protesta di alcuni "lavoratori", che si sarebbero rifiutati di smerciare la droga.

Spaccio e Reddito, l'economia parallela dello Sperone

La famiglia Altieri, che secondo il procuratore aggiunto Salvatore De Luca che coordina le indagini dei carabinieri avrebbe gestito una delle piazze di spaccio, non avrebbe affatto gradito queste discussioni sui compensi e sarebbe stata pronta a sostituire con estrema facilità chi si sarebbe tirato indietro: nella catena di montaggio tra passaggio De Felice Giuffrida e via Sacco e Vanzetti, nessuno sarebbe stato indispensabile, un "banana" avrebbe avuto lo stesso valore di un "pecora", di un "pannolino" o di un "pastina" (sono i soprannomi di alcuni degli indagati).

"Gli dai poco, per questo non vuole travagghiari"

Gianluca Altieri diceva alla madre, Paola Balistreri: "Hai capito perché non vuole travagghiari u Machì (Riccardo, ndr)... Perché gli dai poco... Venti euro al giorno sono pochi! Dice: 'A chiddi ra sira ci runa vinti euro... Venti euro e non mi conviene!'". Rispondeva suo padre, Paolo Altieri: "Se lui mi fa 100 euro di scapitu, 30, 40 euro di scapitu..." e riprendeva il figlio: "Ma quelli sono i tuoi clienti!" e il padre: "Sì ma io... vengono sempre. Io non glielo dico, Machì mi dice tanto e gli do pure tanto, mica glieli do". Chiedeva a quel punto la madre: "Perché quanto vuole?" e Paolo Altieri rimarcava: "Quando mi fa 80 euro tutta la giornata?". Il figlio diceva: "Quello non ti fa 80 euro! Sono i tuoi clienti che vengono già con lo scapito, che tu gliela dai sempre... Non te lo fa du picciutteddu". Paola Balistreri tornava quindi a chiedere: "E al giorno quanto vuole, 30 euro? Minchia 30 euro, per questo non l'ho visto più venire a travagghiari!".

"Si fa il conto, troppe ore per 20 euro"

Gianluca Altieri poi giustificava in qualche modo il comportamento di chi avrebbe preferito non "lavorare": "Onestamente, torto non ne ha. Lui si fa il conto: 'A quelli della sera gli dà 20 euro e io che faccio più ore, mi dà sempre 20 euro?'". Balistreri domandava al marito: "Perché u Calaciuri (Salvatore Calafiore, ndr) quanto gli dai?" e lui rispondeva: "Trenta euro gli do, ma non ogni giorno! Deve lavorare pure u Calaciuri, eh... Non è che a quello gli posso fare fare due volte a settimana...".

"Uno ti fa lavorare e subito: 'Quanto mi dà?'"

La donna affermava poi: "Già lui era abituato che tu gli davi 100, 80 euro e lui nel suo cervello...", ma il marito la interrompeva: "Minchia, quello mi fa lavorare, 'Quanto mi dà?'. Già in partenza 'quanto mi dà?'. Vabbè vuoi tanto e ti do tanto, però deve lavorare pure u Calaciuri! Lavori un giorno tu e un giorno quello. Che ci posso fare? Esco 50 euro, più la sera". La moglie sottolineava che "pure bravo è a travagghiari u piecura" e il marito conveniva: "Meglio di banana (Alessio Sammartino, ndr)". E Balistreri aggiungeva: "Si guarda la strada, invece a me quando travagghia u Machì mi spavento! Travagghia con le cose addosso! Vede gli sbirri e fa capire tutte cose!". Allora Paolo Altieri sosteneva che Machì era comunque uno "scimunitu" perché avrebbe ammesso davanti al giudice di spacciare: "Non glielo andò a dire al giudice che spacciava u Machì! Quando s'accullò che lo hanno arrestato... U scimunitu!".

Il dovere di salvare lo Sperone

"Trenta euro, troppo assai!"

Successivamente madre e figlio riprendevano il discorso. Paola Balistreri diceva: "Ma veramente il Machì vuole 30 euro, il Machì, troppo assai!" e Gianluca Altieri chiedeva: "Al Calafiore glieli devi dare 25 euro?", ma la donna rispondeva: "Venti euro gli diamo al Calafiore. Il Machì non è lui che ha parlato, glielo hanno detto al Machì, ti pare che quello è scimunito? Minchia poi 30 euro! Ma perché 20 euro che fa? U Machì non è pure...".

"Il ragazzino si fa i passaggi senza dargli un euro"

Gianluca Altieri sosteneva poi: "Sì ma la sera gli dai pure 20 euro a quelli della sera! Ma che m'interessa a me! Se vuole lavorare lavora. Se non vuole lavorare, niente! Si sta tuo marito (cioè suo padre, Paolo Altieri, ndr), qua sotto (passaggio De Felice, ndr)! Ora si deve andare a coricare e quello, il ragazzino, deve farsi i passaggi senza dargli un euro... Perché gli ha dato soldi al 'banana' o al 'pecora'? Gli fa lo scherzettino: 'Tiè pigghiatilli', tanto è a posto... Sono le 11, leva mano alle 7 e mezza, minchia, fa più di due ore di quelli della 10 euro superchio". La madre chiudeva la discussione dicendo: "Sai gli ha fatto 90 euro u Machì. Novanta euro! Non glieli può dare 30 euro al giorno".


 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La dura vita del pusher dello Sperone: "Venti euro per spacciare sono pochi, non lavoro più"

PalermoToday è in caricamento