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Lunedì, 29 Aprile 2024
Mafia Zisa

Mafia, droga e pizzo: la Procura chiede la condanna di 28 tra boss e gregari del clan di Porta Nuova

La requisitoria nel processo in abbreviato nato dall'operazione "Vento", scattata a luglio dell'anno scorso, pochi giorni dopo l'omicidio di Giuseppe Incontrera avvenuto alla Zisa. Stralciate le posizioni di Giuseppe Di Giovanni e di Giuseppe Auteri, detto "Vassoio", che è latitante dal settembre del 2021

Il blitz "Vento" contro il clan di Porta Nuova scattò 6 giorni dopo l'omicidio di Giuseppe Incontrera, il boss freddato a colpi di pistola in via Imperatrice Costanza, alla Zisa, il 30 giugno dell'anno scorso (e che avrebbe dovuto essere arrestato anche lui): ieri mattina i sostituti procuratori Giovanni Antoci, Gaspare Spedale e Luisa Bettiol hanno chiesto la condanna per 28 imputati coinvolti in quell'operazione e che sono sotto processo con l'abbreviato davanti al gup Cristina Lo Bue.

Le ultime parole del boss: "Io per Porta Nuova mi faccio ammazzare"

Vent'anni di carcere - la pena più pesante - sono stati chiesti per il boss Tommaso Lo Presti "il lungo", che subito dopo essere stato scarcerato avrebbe ripreso il comando del clan, per Salvatore Incontrera, figlio dell'uomo assassinato, e per Giuseppe Giunta; 18 anni è la condanna invocata sia per Calogero Lo Presti, alias "Zu Pietro", che per Nicolò Di Michele, 16 anni e 8 mesi a testa è la richiesta per Giuseppe D'Angelo ed Antonino Stassi, 15 anni e 4 mesi per Leonardo Marino, 14 anni e 8 mesi a testa per Antonino Ventimiglia, Roberto Verdone e Andrea Damiano, 14 anni ciascuno per Domenico Lo Iacono e Salvatore Di Giovanni, 12 anni per Giorgio Stassi, Gioacchino Pispicia, Francesco Verdone, Marco Verdone, Maria Carmelina Massa, moglie di Incontrera, e Filippo Burgio (già condannato per aver favorito la latitanza del boss Gianni Nicchi nonché padre di Emanuele, il giovane ucciso a colpi di pistola alla Vucciria il 31 maggio del 2021). I pm hanno poi chiesto 11 anni e 4 mesi per Massimiliano D'Alba, 10 anni ciascuno per Antonino Fardella e Gaetano Verdone, 8 anni per Antonino Bologna, 7 anni e mezzo per Gioacchino Fardella, 6 anni e 8 mesi per Vito Lo Giudice, 6 anni per Antonino Padula, 3 anni e 4 mesi per Francesco Cerniglia e 3 anni per Francesco Taormina.

Il boss con il telefonino in cella evitò una guerra dopo l'omicidio Incontrera

Le posizioni di altri due imputati, il boss Giuseppe Di Giovanni, fratello di Tommaso e Gregorio, e Giuseppe Auteri, alias "Vassoio", sono state stralciate. Al primo infatti non erano stati notificati né l'avviso di conclusione delle indagini né la richiesta di rinvio a giudizio e il giudice ha restituito gli atti ai pm perché provvedano, mentre il secondo è latitante. "Vassoio" era già sparito dalla circolazione da diversi mesi (a settembre del 2021) quando scattarono gli arresti del blitz "Vento". Da allora di lui non ci sono più notizie: gli investigatori lo stanno cercando anche all'estero e ritengono che sia vivo.

"Vassoio", il boss di Porta Nuova latitante: "E' vivo"

Nel processo si sono costituiti parte civile, tra gli altri, il Comune di Palermo (rappresentato dall'avvocato Ettore Barcellona), il Centro Pio La Torre (rappresentato dall'avvocato Francesco Cutraro), Addiopizzo, Fai, Sos Impresa e lo Sportello di solidarietà (assistiti dagli avvocati Maurizio Gemelli, Maria Luisa Martorana, Valerio D'Antoni e Ugo Forello).

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