Mafia, droga e pizzo: 18 fermi nel clan di Porta Nuova a 6 giorni dall'omicidio
Gli indagati sono ritenuti a vario titolo responsabili di traffico di stupefacenti, estorsioni e rapine. Il provvedimento, emesso dalla Dda ed eseguito dai carabinieri, riguarda anche il figlio di Giuseppe Incontrera, ucciso alla Zisa lo scorso 30 giugno
Sei giorni fa l'omicidio in via Imperatrice Costanza di Giuseppe Incontrera, ritenuto ai vertici del clan di Porta Nuova, stanotte all'alba il blitz dei carabinieri che ha portato al fermo di 18 persone, tra cui anche il figlio dell'uomo ucciso il 30 giugno. Gli indagati, secondo la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo, sono ritenuti a vario titolo responsabili di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsioni e rapine aggravate dal metodo e dalle finalità mafiose. L’operazione, che prende il nome di Vento, rappresenta l’esito di una complessa attività d’indagine svolta in direzione del mandamento mafioso Porta Nuova. Il delitto commesso pochi giorni alla Zisa ha dato un'accelerata all'esecuzione delle misure cautelari.
I nomi dei fermati
Attraverso intercettazioni e pedinamenti, i carabinieri del Nucleo investigativo avrebbero delineato l’organigramma del mandamento mafioso di Porta Nuova, individuando in Tommaso Lo Presti, il soggetto ritenuto il reggente del mandamento, nonché uomini di fiducia e gregari qualificati delle famiglie di Porta Nuova e Palermo Centro.
L'uscita dei fermati dalla caserma | Video
Gli investigatori hanno anche documentato diversi episodi relativi al traffico di droga di ogni tipo (hashish, marijuana, cocaina, eroina e crack) gestita, in tutta la sua filiera (dalle fasi di approvvigionamento all’ingrosso allo spaccio al minuto sul territorio) dai vertici del clan, per alimentarne le casse. Sono stati, infatti, fermati, i presunti capi di 6 ben piazze di spaccio, localizzate nei centralissimi quartieri del Capo, della Vucciria, di Ballarò e della Zisa (via dei Cipressi, piazza Ingastone e via Regina Bianca).
Spaccio e non solo. Anche pizzo e rapine. Nelle indagini sono finiti anche due assalti a mano armata, due estorsioni e cinque tentativi di estorsione in danno di imprenditori e commercianti del centro. Il provvedimento pre-cautelare è stato emesso in via d’urgenza in quanto erano emersi chiari intendimenti di alcuni degli indagati di darsi alla fuga. L'omicidio di Incontrera, inoltre, secondo gli investigatori, avrebbe potuto innescare altri agguati e rafforzare la volontà degli indagati di darsi alla latitanza.
Il plauso del neo sindaco
“I fermi a 18 esponenti del clan di Porta Nuova - ha detto il sindaco Roberto Lagalla - rappresentano un colpo importante alla mafia. Per questo, ringrazio l’Arma dei carabinieri che ha condotto l’operazione e l’attività investigativa della Direzione distrettuale antimafia in sinergia con la Procura della Repubblica di Palermo. Tengo anche a sottolineare che questi fermi sono stati possibili anche grazie alla collaborazione di due imprenditori che hanno deciso di non piegarsi alle richieste estorsive e di denunciare alle forze dell’ordine. Un gesto che deve essere da esempio per tutti quegli operatori economici che subiscono pressioni dalla criminalità organizzata”.