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Cus, il ds Biondo: “Chi è qui ha le motivazioni giuste, venderemo cara la pelle nel girone di ritorno”

Il direttore sportivo giallorosso analizza la prima parte della stagione: “Girone d’andata fallimentare ma non cerchiamo alibi, mi assumo le mie responsabilità”. Sul mercato: “Inutile tenere chi vuole andar via sapendo che non darebbe nulla alla causa, sono in arrivo nuovi innesti”

Al giro di boa del campionato il Cus Palermo è arrivato da ultimo in classifica a quota cinque punti: l’aspetto negativo è dato dal fatto che la sezione calcistica della polisportiva universitaria non è mai riuscita a vincere ma nonostante questo è comunque in piena lotta per poter raggiungere la permanenza nella categoria, che rappresenterebbe il successo massimo. Il direttore sportivo del Cus Dario Biondo fa il punto della situazione anche alla luce dell’emergenza Covid.

In prima battuta il dirigente calcistico cussino analizza il girone d’andata senza cercare alcun tipo di alibi: “Sul girone d’andata c’è stato un ‘fallimento’ e io che mi prendo sempre le mie responsabilità - spiega a PalermoToday - nelle mie scelte devo riconoscere di aver sbagliato: non ha senso additare le colpe agli altri, se qualcosa non va significa che ci ha messo la testa non ha saputo trasmettere e penso che molti degli errori siano legati al fatto di non essere riuscito a trasmettere le cose giuste. Ho sempre creduto nella squadra e non mi sento di criticarli perché se ogni partita esci con i complimenti degli avversari ma non arrivano i risultati ci sta questa situazione. Non mi sento di sottolineare troppo gli episodi, non crediamo e non crederemo mai nella malafede, c’è tristezza per quel che sta succedendo a livello di sistema: l’approccio arbitrale attuale è problematico. Ciò non toglie che ripeto non ci attacchiamo a quello guardando a noi: dispiace solo che esista un problema più ampio”.

Il dirigente giallorosso analizza poi lo scenario del campionato a pochi giorni dalla ripartenza: “Non penso che nella bassa classifica cambi tanto - afferma - ormai le squadre chiamate a salvarsi sono quelle, siamo compagini che abbiamo cambiato poco e in maniera silente. In alta classifica il campionato è equilibrato, sulla carta ci sono squadre che si sono rinforzate e altre che si sono indebolite ma parliamo sempre sulla carta perché il calcio non è fatto dai nomi ma dagli approcci e dai gruppi. Ci sono squadre molto organizzate con società che stanno facendo investimenti importanti: vedo bene Misilmeri e mi fa piacere vedere una squadra palermitana competere per la vittoria del campionato perché fare calcio qui non è mai facile, vedo anche il Canicattì che ha un gruppo solido e altre due-tre squadre che possono dire la loro”.

Biondo si sofferma poi sul calciomercato della squadra, che in questa fase ha cambiato pelle: “Sul mercato il Cus ha avuto tante uscite ma anche tante entrate - spiega -che dobbiamo ufficializzare. Non parliamo di indebolimento o rinforzamento ma di un lavoro che si basa su altri fattori. Per il girone di ritorno conteremo su una squadra motivata: già a Mazara, in cui siamo arrivati con una squadra giovane viste le tante uscite, abbiamo avuto un buon approccio, il pallino del gioco lo abbiamo lasciato a loro ma ce la siamo giocata nonostante. Ora abbiamo preso 3-4 giocatori ancora da ufficializzare: penso sempre che la chiave sia nelle motivazioni. Se questo gruppo avrà motivazioni giuste, e chi è rimasto sta facendo grande lavoro in questo gruppo, il Cus darà filo da torcere a chiunque: noi non molliamo un centimetro, poi la salvezza è sempre un punto interrogativo che dipende da tante cose. Noi di base non facciamo molto mercato essendo una squadra che lavora su parametri diversi. Non mi sento di criticare chi è andato via: penso che se un giocatore vuole andare via a prescindere dalle ragioni non possa fare bene alla causa. Non sono uno di quelli che si lamenta di intrusioni, chiunque può chiamare chiunque e chi vuole andar via può andare via”.

In chiusura Biondo parla dell’impatto dell’attuale scenario pandemico sul calcio, spiegando come sia per lui necessario agire senza però optare per soluzioni drastiche: “Io sono preoccupatissimo per la situazione Covid - conclude - è una situazione difficilissima in cui bisogna capire come intervenire e cosa fare. In maniera non egoistica dico che sicuramente non si può ripetere quanto si è visto l’anno scorso perché sarebbe un problema per tutte le società che hanno investito per salire dalle loro categorie. Si dovrà trovare un modo diverso nell’eventualità per risolvere il problema. Questo è un discorso aprioristico e generale. Bisognerà sicuramente trovare delle soluzioni senza dubbio: sicuramente chi ha inclinazioni no-vax avrà difficoltà a praticare sport agonistico. Bisogna trovare una quadra: in questo momento sotto il profilo atletico il campionato è condizionato in una fase in cui ci sono i richiami di preparazione, con squadre che hanno focolai, isolati e organici ridotti ma questo è un problema che ci affligge da due anni e bisogna affrontarlo. Non posso dare una risposta in senso stretto su cosa fare ma che si debba fare qualcosa è chiaro, e si attendono dunque istruzioni. Mi sento di dire solamente che bisogna cercare di tutelare gli sforzi delle società e trovare un giusto equilibrio”.

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