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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Dall'arresto di Riina all'assoluzione nel processo Trattativa: è morto il generale Subranni, ex comandante del Ros

Aveva 91 anni. Iniziò la sua carriera da ufficiale dei carabinieri a Palermo. Fu coinvolto in alcune indagini. Gasparri: "Si è spento dopo anni di sofferenze". Schifani: "Vittima di persecuzione giudiziaria"

E' morto a Roma, all'età di 91 anni, il generale Antonio Subranni, comandante del Ros dei carabinieri dal 1990 al 1993. Nato a Termoli il 28 agosto del 1932, iniziò la sua carriera da ufficiale dei carabinieri a Palermo.

Sul finire degli anni '70, fu nominato comandante del Reparto operativo del comando provinciale dell'Arma di Palermo. Indagò anche sulla morte di Peppino Impastato. Divenuto generale di brigata, fu poi nominato nel dicembre 1990 comandante del Raggruppamento operativo speciale (Ros) dell'Arma e proprio sotto la sua guida venne catturato il boss Totò Riina. Dopo tale esperienza, passò nel 1993 passa al Comitato esecutivo per i servizi di informazione e sicurezza (Cesis). L'anno successivo fu nominato generale di divisione e posto al comando della divisione Palidoro dei carabinieri. Andò in congedo nel 1996 con il grado di generale di corpo d'armata.

Il generale Antonio Subranni fu coinvolto in alcune vicende giudiziarie, tra cui l'indagine per depistaggio in merito all'omicidio di Peppino Impastato, accuse di favoreggiamento poi prescritte nel corso del processo. Ma il suo nome risuonò soprattutto nel processo sulla trattativa Stato-mafia: nel giugno del 2023 - insieme agli altri due ex Ros, il generale Mario Mori e il colonnello Giuseppe De Donno, è stato assolto definitivamente in Cassazione per non aver commesso il fatto.

"Nei giorni scorsi - ha detto il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, dando per primo la notizia della morte - si è spento il generale Antonio Subranni, dopo anni di sofferenze. Voglio esprimere vicinanza alla moglie, alla figlia Danila e a tutta la famiglia. Ho conosciuto il generale Subranni e ne ho apprezzato sul campo il valore di autentico protagonista della lotta alla criminalità organizzata e ne ho constatato l'esempio di carabiniere integerrimo. Per anni ha subito un ingiusto processo da parte della magistratura di Palermo, che si è concluso con una assoluzione forse arrivata troppo tardi. E sono certo che anche il suo corpo ha subito le conseguenze di questa ingiusta aggressione giudiziaria".

"Siamo addolorati per la scomparsa del generale Antonio Subranni. Il suo nome è legato a una fase drammatica e difficile di lotta alla mafia, in cui lo Stato ha saputo rialzare la testa e far prevalere la legalità e una sana coscienza civile. Se tutto questo è stato possibile, lo dobbiamo a servitori dello Stato come Subranni. L'Italia e la Sicilia gli sono grate. Mai dimenticheremo la sua figura, così come la persecuzione giudiziaria di cui fu vittima, uscendone assolto. A sua moglie, alla figlia Danila e a tutti i familiari vanno la nostra vicinanza e il nostro cordoglio", così in una nota il governatore della Sicilia, Renato Schifani

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