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Le intercettazioni / Brancaccio

Il boss Guttadauro tra droga e salotti romani: "Se serve rompo le corna anche all'ex ministro"

Gli affari dell'ex reggente di Brancaccio. La moglie di un prof universitario si sarebbe rivolta a lui per risolvere un contenzioso milionario con una banca e il mafioso sarebbe stato disposto pure a pestare l'ex onorevole Mario Baccini. Con la complicità di uno steward di Alitalia avrebbe poi cercato di gestire lo smercio di stupefacenti dal Sud America

Condannato per mafia in via definitiva nel 1996, nel 1999 e nel 2007, il chirurgo ed ex reggente del mandamento di Brancaccio, Giuseppe Guttadauro è - come scrive il gip Claudia Rosini - "assolutamente irriducibile al rispetto delle regole dell'ordinamento giuridico". A Roma, come ha ricostruito il Ros dei carabinieri, dove si era trasferito, il boss avrebbe infatti continuato a gestire affari di ogni sorta e - nonostante la sua fedina penale - non avrebbe avuto alcun problema ad introdursi nella così detta "Roma bene", tanto che una facoltosa signora, sposata con un medico e docente dell'università La Sapienza, si sarebbe rivolta proprio a lui per risolvere una controversia da 16 milioni con una banca.

Ma Guttadauro avrebbe continuato a pensare in grande soprattutto nell'ambito del traffico di droga: grazie al contatto con un criminale albanese e alla collaborazione di un assistente di volo di Alitalia (che avrebbe dovuto trasportare i soldi in Sud America, ma avrebbe anche avuto contatti con qualcuno alla Camera dei deputati), avrebbe cercato di organizzare il business su vasta scala, coinvolgendo poi anche il clan di Roccella. 

Tra 2015 e 2016, inoltre, la Dda ritiene di aver documentato i contatti tra Guttadauro e Salvatore Drago Ferrante, condannato proprio per traffico di droga, che per i suoi affari avrebbe cercato l'autorizzazione al "dottore", interloquendo però con il figlio, Mario Carlo, arrestato con lui. Peraltro - sostiene sempre la Procura - Guttadauro avrebbe voluto mettere a capo del clan di Bagheria proprio Drago Ferrante, ma questi avrebbe rifiutato, ritenendo molto più remunerativo lo smercio di stupefacenti.

Il gip: "Prestigio mafioso a Roma, vicenda sconsolante ed allarmante"

Il capitolo legato al contenzioso bancario della ricca donna romana viene definito dal giudice come "una vicenda assai singolare, illuminante la posizione di 'prestigio mafioso' goduta da Giuseppe Guttadauro a Roma, il quale era divenuto il referente di certi ambienti della 'Roma bene' per la risoluzione, con metodo mafioso, delle loro private controversie; essa restituisce uno spaccato davvero sconsolante ed allarmante circa il pervicace potere mafioso riconosciuto a soggetti, quale il predetto indagato, di grande notorietà per le condanne subite ed il ruolo ricoperto all'interno di Cosa nostra".

I 16 milioni della facoltosa donna romana, sposata con un docente universitario

L'episodio sarebbe maturato a gennaio del 2018 e il boss non avrebbe esitato a ricorrere alle maniere forti se fosse stato necessario anche nei confronti dell'ex ministro Mario Baccini che, assieme ad un consigliere di Stato, Eugenio Mele, avrebbero a suo dire ostacolato gli interessi della signora romana. Grazie alle pressioni di un deputato della Camera interpellato dallo steward di Alitalia, come ricostruisce il Ros, il direttore generale di Unicredit si sarebbe reso disponibile a risolvere il contenzioso da 16 milioni con la donna. Guttadauro avrebbe incaricato quindi un commercialista (che poi avrebbe anche voluto far inserire nelle liste elettorali in vista delle votazioni nella Capitale) di prendere contatti con l'ufficio legale della banca.

"Possiamo prendere 400 mila euro..."

"Le interferenze quali sono? Che la minacciano?", chiedeva il boss al commercialista e poi diceva: "Sono disponibili all'Unicredit a risolvere la faccenda, non è il direttore generale l'interlocutore, devi andare all'ufficio legale, chiami l'avvocato e ci fai un appuntamento, quando è me lo fai sapere che gli parlo". Si parlava poi di soldi e il commercialista diceva: "A quanto pensi che sono disposti a chiudere... Lei le discussioni sono intorno ai 16 milioni, lei dice 10 milioni, poi anche 8 si chiude" e Guttadauro: "Tu vedi quanto la puoi chiudere e poi parliamo, quanto ci deve dare a noialtri" e l'altro: "Ma secondo me il 5% dell'operazione, su una mediazione quanto vuoi dare? Sono 400 mila euro, su 8 milioni, non sono pochi". Alla fine la donna avrebbe dato 500 euro al commercialista e "un regalo" al "dottore".

"Posso rompere le corna all'ex ministro, non è un problema"

Il boss voleva capire meglio la vicenda: "Lei si sente disturbata da chi e in che maniera? Cosa le fanno? Questi che interferiscono chi sono?" e il commercialista indicava Baccini e Mele "le doveva vincere (le cause, ndr) e dice che ha interferito Baccini con Mele, che è un ex consigliere di Stato, lui comandava i giudici". E Guttadauro: "Io sono insoddisfatto, incazzato con quello che mi fai e ti vengo a dire: 'Finiscila perché se no ti faccio questo', ti vengo a rompere le corna e non se ne parla più. Se poi a Baccini gli devo rompere le corna per davvero, gliele rompiamo, non è che è un problema", ma "non ti immaginare che lo fa gratis, da parte mia non costa niente però se devo fare salire... perché non è che ci posso andare io a rompergli le corna, a me mi conoscono".

"Gli diamo due colpi di legno e basta"

Poi Guttadauro rincarava: "La signora si sente minacciata dalla banca... se non ci sono le vie normali, me la sbrigo per altre vie, che saranno sbagliate però..." e "ma neanche m'interessa farmi la pubblicità, io dopo 23 anni di carcere di cui gli ultimi 10 al 41 bis a me non interessa fare la prima donna, qualche soldo così". Chiedeva poi al commercialista: "Baccini ci devi andare per forza a parlare? Può essere che ci mandiamo qualcuno a dargli due colpi di legno e basta".

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Il commercialista da candidare a Roma: "Così abbiamo un altro là"

Guttadauro avrebbe poi proposto all'assistente di volo di sfruttare le sue conoscenze per far inserire il commercialista in qualche lista per le elezioni, di modo che diventasse il loro referente politico diretto: "Ma questo qua è un professionista, digli all'amico tuo se lo mette nella lista e vediamo di farlo eleggere e abbiamo un altro là".

"La signora viene dal capomafia e deve cacciare i soldi"

Il boss riferiva la vicenda romana anche al figlio: "Qua è venuta una signora, è una fesseria perché alla signora gli sembrava che veniva dal capomafia e io mi mettevo ed andavo a rompere le corna a Baccini, i soldi devi portare prima", il giovane chiedeva chi fosse Baccini e lui: "Uno che è il capo del microcredito, prima era onorevole, ministro, della Democrazia Cristiana, ora non è niente, ma è sempre uno squalone di quelli importanti".

L'albanese e lo smercio di droga grazie allo steward di Alitalia

Guttadauro avrebbe poi coltivato il progetto di un articolato traffico di droga con l'estero, di cui parlava con un albanese "al quale - si legge nell'ordinanza di custodia cautelare - si era anche rivolto per ottenere la falsa laurea in odontoiatria per il figlio". L'idea sarebbe stata quella di far trasportare 10 chili di droga ad ogni volo al dipendente Alitalia e poi l'albanese l'avrebbe rivenduta "in un solo giorno per 300 mila euro".

"Dieci chili alla volta sono 300 mila euro"

Era Guttadauro a suggerire: "Dimmi una cosa, a fargliela portate per esempio a uno di questi dell'aereo proprio, se uno di questi steward dell'aereo la porta nell'aereo, passa nell'aereo, dice: 'Io ho a uno che ne porta 10 chili alla volta'" e l'albanese: "2.500 a seconda della quantità pure che prendi, lo porti qua e lo vendi a 30, 10 chili sono 300 mila euro, lo compri là a 50 mila... io 10 chili in un giorno solo, prendo subito 300 mila euro, 'tieni questi sono i tuoi'". Poi lo straniero illustrava la rotta da Rotterdam: "Gli amici nostri, questi salgono mille chili al mese, sono assai... sono 10 milioni di guadagno, basta che te ne vanno due viaggi fatti bene e hai svoltato".

Il matrimonio a Trabia e l'affare con il "fumo"

Il "dottore" avrebbe poi proposto l'affare anche al clan di Roccella, in particolare ad Angelo Vitrano e Stefano Nolano, approfittando del matrimonio di un altro dei suoi figli, che si era tenuto a Trabia il 22 agosto del 2018 e per il quale il boss aveva ottenuto un permesso dal tribunale di Sorveglianza per venire a Palermo. "Io sempre qualche cosa cerco di organizzarla ancora, ma non da qua" e chiedeva a Vitrano: "Un contatto in Colombia ce l'hai o no?" e lui: "C'è un bordello per ora, vedi come prendono tutte cose", riferendosi agli arresti. Guttadauro avrebbe assicurato che "il fumo, te lo faccio portare sino a qua, se vi serve, questo è buono, io glielo dico... Noialtri siamo noialtri, giusto? Degli altri non ce ne frega, mi sono spiegato?".

"Arriva in Olanda, noi non la vediamo e non la tocchiamo"

Appena tornato a Roma, dicono gli inquirenti, Guttadauro avrebbe cercato di chiudere l'affare con l'albanese. A chiedergli notizie del business era anche l'assistente di volo: "Quella cosa che dobbiamo essere ricchi non va? Devo fare qualche viaggio o è una cosa Roma su Roma?" e Guttadauro: "I soldi, tu l'unica coa che devi fare se è è che ci devi portare i soldi quando arriva questa cosa qua... Certo in Brasile, dove ti viene meglio" e lo steward: "In Brasile è il posto in cui mi sento più sicuro". Guttadauro chiariva: "Tu dovrai conoscere chi è che se li viene a prendere e basta" e lui: "Certo, sempre che non mi aspettano con i mitra e mi ammazzano in aeroporto", ma il boss rassicurava: "Non ti ammazza nessuno, tranquillo, questa cosa se deve arrivare deve arrivare in Olanda, neanche in Italia, quindi noi non la vediamo, non la tocchiamo, nessuno sa della tua esistenza e nessuno lo saprà eccetto me".

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