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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Esenzione Imu "negata" ai figli orfani di un genitore: "Non so come uscire da questo ginepraio"

La signora Germana Anania non è tenuta a pagare la tassa ma continua a ricevere avvisi di accertamento dal Comune. La sua storia emblematica di un sistema che non funziona, tra personale ridotto all'osso e mancato incrocio dei dati. Il settore Tributi corre ai ripari: "C'è un arretrato di 3 anni, abbiamo chiesto aiuto alla Sispi"

Non sono bastate ben due istanze in autotutela di annullamento per mettere la parola fine a una vicenda che si trascina da più di cinque anni: alla signora Germana Anania, da anni residente a Milano, il Comune di Palermo continua a "negare" l'esenzione Imu che le spetterebbe per legge in quanto figlia orfana di un genitore. La madre, ancora viva, infatti può godere del diritto di abitazione previsto dall’articolo 540 del Codice civile; eppure il settore Tributi reitera gli avvisi di accertamento, intimando il pagamento di somme non dovute alla figlia.

Il motivo lo spiega la responsabile del servizio Ici-Imu-Tasi, Adriana Angelomè, confermando che ci sono centinaia e centinaia di casi analoghi: "Purtroppo - dice la dirigente del Comune a PalermoToday - abbiamo un arretrato di tre anni ancora da smaltire e l'ufficio lavora a ranghi ridotti. Abbiamo solo un istruttore contabile part time e un solo funzionario responsabile del procedimento. Risorse insufficienti per verificare e 'bonificare' in tempi ragionevoli le centinaia di istanze di annullamento Imu che vengono presentate dai contribuenti. Il 'nodo' resta la mancanza nei dati provenienti dal catasto della specifica sui coniugi superstiti, ai quali è riservato il diritto di abitazione".  

Per correre ai ripari ed evitare lo tsunami di pratiche (tra istanze di annullamento e di sgravio), che vanno verificate una per una dal settore Tributi, la dottoressa Angelome ha chiesto aiuto alla Sispi "per estrapolare i dati sul diritto di abitazione attraverso un programma informatico con specifici filtri". Basterebbe infatti incrociare i dati del catasto con quelli in possesso dell'anagrafe comunale per non ingolfare l'ufficio Tributi e allo stesso tempo rendere la vita meno complicata ai contribuenti, che rischiano di ritrovarsi iscritte a ruolo tasse che non sono tenuti a pagare.

Come nel caso della signora Anania, che racconta: "La mia storia inizia con un avviso ricevuto a settembre del 2017 e riferito agli anni 2012 e 2013, già diventato cartella esattoriale. Mio papà è deceduto nel 1993 e da allora mia mamma vive nell'appartamento in quanto coniuge supersiste e con diritto di abitazione. Nei tempi dovuti ho presentato l'istanza in autotutela, fiduciosa che la questione si sarebbe risolta. Il 21 divembre 2021 ne ho ricevuto un altro. Dopo aver chiesto chiarimenti tramite Pec senza avere risposta, ho presentato la seconda istanza in autotutela di annullamento. Ancora oggi non so davvero come uscire da questo ginepraio ed evitare che ogni volta si ripeta la stessa storia".

"La conseguenza di questo disfunzionamento, oltre alle spese a carico dei contribuenti che si rivolgono a dei legali, potrebbe produrre una serie di ricorsi in commissione Tributaria che vedranno soccombere il Comune", sostiene la signora Anania, secondo cui "è necessario annullare avvisi di pagamento e cartelle esattoriali in un'ottica di trasparenza, giustizia e rispetto per i cittadini".

L'ufficio Tributi sta provando a "tamponare l'emergenza". Ma, sottolinea la dottoressa Angelomè, "ci sono emergenze nell'emergenza: noi siamo tenuti a procedere in ordine cronologico, dando priorità a chi ha fatto richiesta di sgravio nel caso in cui l'avviso di pagamento è andato a ruolo, ma con il personale a disposizione non riusciamo a smaltire tutto l'arretrato e a fare le dovute verifiche sulle istanze dei contribuenti. Per questo ci siamo rivolti a Sispi. In attesa dell'anagrafe immobiliare integrata e di un rafforzamento dell'ufficio è l'unica strada".   

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