Covid, morto il reumatologo Angelo Ferrante: "Col suo lavoro ha reso il mondo migliore"
Aveva 52 anni e aveva contratto il virus tre mesi fa. Era anche docente dell'Università di Palermo. Il ricordo unanime di colleghi e allievi: "Eccelse doti di didatta e grande disponibilità umana. Verso i pazienti ha sempre dimostrato e praticato un rapporto empatico che certamente contribuiva ad alleviare le loro sofferenze"
Un medico preparato e capace, sempre disponibile e pronto al dialogo e all'ascolto. Uno di quei professionisti capaci di instaurare un rapporto umano con i suoi pazienti, accolti e confortati anche davanti alle diagnosi più severe. Così colleghi, amici e conoscenti ricordano Angelo Ferrante, reumatologo e docente dell'Università di Palermo stroncato, a soli 52 anni, dal Coronavirus.
"L’Università - si legge sul sito internet dell'ateneo - esprime il più sentito cordoglio per la scomparsa del professore Angelo Ferrante, docente di Reumatologia del dipartimento Promozione della Salute, Materno-Infantile, di Medicina Interna e Specialistica di Eccellenza G. D’Alessandro".
"Angelo Ferrante – ricordano i colleghi - è stato punto di riferimento importante per gli studenti del corso di laurea in Medicina per i quali ha sempre dimostrato oltre che eccelse doti di didatta, una disponibilità per cui era considerato un docente-amico. È stato inoltre un ricercatore valente nel settore della Reumatologia dove ha dato un contributo notevole allo sviluppo della disciplina. Notevole infine l’attività assistenziale verso i pazienti, con i quali ha sempre dimostrato e praticato un rapporto empatico che certamente contribuiva ad alleviare le loro sofferenze".
La notizia della sua morte si è sparsa rapidamente e in tanti lo ricordano sui social. "Grandissima professionalità e grandissima umanità. Angelo ha reso il mondo migliore. Sarà ricordato con amore e gioia", scrive un collega. E ancora in un altro post si legge: "Non ha superato questo maledetto virus! Persona buona e splendida che si è sempre immedesimato nei pazienti. Sono certo che mancherà a molti: colleghi, pazienti e quanti lo hanno conosciuto e frequentato. Un abbraccio alla famiglia".
I suoi allievi lo ritraggono come "un grandissimo professore, umanamente e detentore di grande conoscenza medica e scientifica". "Ho una rabbia dentro immensa - scrive una collega, impegnata da mesi contro il Coronavirus all'ospedale Cervello - era una persona perbene, aveva una famiglia. Tre mesi fa il Covid, forse preso al lavoro o forse al supermercato come tanti. Ha lottato come una tigre per tre mesi. E oggi la malattia ha vinto. Oggi è morto un medico, un padre, un marito, uno di noi. Ogni giorno muore un pezzo di noi. Angelo era uno di noi. Che la terra ti sia lieve”.