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Cronaca

La polemica sul "bunkerino", replicano Anm e Progetto Legalità: "Aperti al confronto, Paparcuri ritorni"

Dopo la decisione di lasciare il museo della sua storica guida, le due associazioni che gestiscono il museo rispondono alle dichiarazioni postate su Facebook: "Queste polemiche non rendono onore alla memoria dei nostri martiri, il contributo di Giovanni Paparcuri è fondamentale e speriamo possa tornare sui suoi passi"

Dopo la decisione di Giovanni Paparcuri di lasciare il "bunkerino" del palazzo di giustizia, di cui è stato l'anima e la guida sin dalla sua inauguarazione, la giunta esecutiva di Palermo dell'Anm e la Fondazione Progetto Legalità, che gestiscono il museo, hanno deciso di replicare alle dichiarazioni (molto dure) pubblicate da Paparcuri su Facebook. Al di là delle polemiche, il succo è che si spera di potere ricucire la frattura e che Paparcuri ci ripensi.

"Il Museo Falcone-Borsellino racchiude la memoria dei nostri martiri e per questo la sua gestione deve essere rivolta ad assicurare la più efficace e completa conoscenza e diffusione della storia che racchiude. Il rispetto dei suoi valori comporta quindi l'impegno di tutte le persone ed istituzioni interessate a portare il proprio contribuito a tale scopo, in un comune spirito di serietà e collaborazione, e quindi ad evitare di farne oggetto di inopportune polemiche, che - prima di ogni altra considerazione - certamente non rendono onore a tutti quelli che, con sacrificio infinito, hanno operato in quelle stanze. Tra costoro vi è indiscutibilmente Giovanni Paparcuri, che - come è noto - ha fortemente voluto mantenere viva la memoria di quella stagione, prodigandosi nella raccolta del materiale e nell'allestimento della sede in cui è sorto il museo, e quindi dedicandosi ad esserne guida appassionata e a dare testimonianza, con insostituibile forza emotiva, di ciò che avveniva in quei locali".

"Di questo siamo stati sempre consapevoli e grati. E - si sottolinea - non c'è stato un momento in cui è stato posta in discussione la sua figura ed il suo ruolo all'interno del museo. Abbiamo però registrato negli ultimi mesi il suo progressivo e volontario distacco dal museo, che abbiamo ritenuto temporaneo, così come lo riteniamo ancora adesso, dato che non ce ne sono mai state esplicitamente – e nelle opportune sedi - manifestate le ragioni. In tutto questo tempo, comunque, la continuità delle visite è stata sempre assicurata, e sempre lo sarà, perché ciò è reso necessario dalla importanza del luogo e dalla esigenza di far fronte al numero elevato di richieste, che non hanno mai smesso di arrivare da ogni parte. La notizia della sua decisione di lasciare il museo, appresa dalla stampa e dai social, quindi ci stupisce e addolora fortemente, anche per le modalità con cui ne siamo venuti a conoscenza. Non riusciamo invero a comprenderne le ragioni, perché quelle riportate dalla stampa risalgono prevalentemente a problemi antichi, in gran parte superati anche grazie al nostro intervento, e comunque di rilevanza modesta e agevolmente risolvibile con un adeguato confronto al quale nessuno di noi si è mai sottratto".

"Continuiamo allora - conclude la nota - ad essere convinti che la presenza e la testimonianza di Giovanni Paparcuri siano componenti fondamentali del museo e che di conseguenza egli possa ritornare quanto prima ad attraversarne la porta - che non è mai stata chiusa - e a riprendere il cammino insieme, nella considerazione che contrapposizioni banali e prese di posizione rigide e ingiustificate non rappresentano certo un omaggio alla memoria dei nostri eroi".
 

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