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Cronaca

Assenteisti al Comune: "Al posto di lavorare erano al mercato di Ballarò, al bar o alla posta"

I retroscena dell'inchiesta con 55 indagati tra impiegati dei Servizi cimiteriali, di Reset e Coime, sorpresi ad abbandonare cortei funebri per comprare pesce o frutta. In tanti entravano in ufficio dopo, ma andavano via prima dell'orario. Gli accertamenti partiti anche dalla denuncia di un dirigente

Sarebbero entrati più tardi e usciti ben prima dell'orario previsto: pochi minuti o diverse ore, tutte però regolarmente pagate dal Comune, anche se impiegati degli uffici e dipendenti di Reset e Coime di fatto non avrebbero lavorato. C'è chi si sarebbe servito dell'auto di servizio per andare a comprare pesce e verdure, o a sbrigare pratiche in banca o addirittura in altri uffici comunali, oppure per andare a fare la spesa al mercato di Ballarò e acquisti in un negozio di telefonia di corso Tukory. Immancabili anche alcune soste al bar, soprattutto nella zona del Villaggio Santa Rosalia. Ma c'è anche chi se ne sarebbe stato semplicemente a casa e per ben 6 ore.

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Come emerge dall'indagine sull'assenteismo ai Servizi cimiteriali, coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Francesca Mazzocco ed Andrea Fusco, i 55 dipendenti finiti sotto inchiesta avrebbero usato dei trucchi ben rodati per risultare al lavoro mentre sarebbero stati invece altrove: alcuni timbravano infatti al posto di altri e i badge sarebbero stati nascosti dietro ad alcuni quadri appesi all'ingresso di Palazzo Barone, uno dei quali - paradossalmente - ritrae due carabinieri di spalle e in alta uniforme. Figure che non avrebbero neanche lontanamente richiamato ai loro doveri i dipendenti pubblici.

Gli esposti anonimi e la denuncia del dirigente

L'indagine dei carabinieri e dei vigili è divisa in due tronconi: una parte riguarda i presunti furbetti del cartellino in servizio all'unità operativa di Immissione e trasporti dei Servizi cimiteriali del Comune, l'altra i lavoratori di Reset e Coime, addetti al servizio esterno di assistenza ai funerali. Nel primo caso, i militari sono partiti da alcuni esposti anonimi ed hanno poi piazzato delle telecamere all'ingresso e all'uscita di Palazzo Barone, in via Lincoln, in modo da registrare i movimenti degli impiegati; nell'altro, i vigili si sono mossi in seguito alla denuncia del responsabile dell'unità operativa, Paolo Di Matteo.

I badge nascosti dietro ai quadri

Sin dalle prime registrazioni compiute a Palazzo Barone, i carabinieri si sono accorti che una persona prendeva dei badge nascosti dietro a un quadro - quello con i militari in alta uniforme - e li timbrava al posto di altri colleghi. Dalle verifiche eseguite in via Lincoln, gli inquirenti hanno poi scoperto che dietro a quel quadro ed anche ad un altro presente vicino alle macchinette per timbrare i cartellini sarebbero state ricavate delle tasche proprio per lasciare i badge. Nei video verrebbe fuori che alcuni impiegati sarebbero arrivati a passare due, tre e addrittura quattro cartellini alla volta, facendo risultare in ufficio chi in realtà sarebbe stato in giro per la città a sbrigare faccende personali.

Quasi 2 mila timbrature sospette

Le riprese ai Servizi cimiteriali sono andate avanti per poco più di quattro mesi, tra l'8 novembre del 2018 e il 22 marzo dell'anno scorso. I carabinieri hanno controllato circa 29 mila marcature, con una media di 300 al giorno, relative a tutti e 150 i dipendenti comunali. Sarebbero così saltate fuori 1.945 timbrature "sospette". Alla fine - vista la mole di dati - gli investigatori hanno preso in considerazione soltanto quindici giorni a campione per verificare dove fossero i dipendenti che risultavano falsamente in servizio.

Il pedinamento dei carri funebri

I vigili, che si sono occupati delle presunte truffe messe a segno dai lavortatori Reset e Coime, hanno invece pedinato e osservato le squadre in servizio il 7, l'8, il 13, il 19 e il 21 marzo dell'anno scorso. Sono stati seguiti tre mezzi in dotazione ai dipendenti, di cui due carri funebri e una Fiat Punto: sarebbero così emersi deviazioni, allontanamenti e assenze del tutto ingiustificati.

Al mercato, dal pescivendolo o a casa

I lavoratori addetti all'assistenza ai funerali si sarebbero allontanati dai cortei oppure non si sarebbero proprio presentati agli orari comandati. Qualcuno avrebbe anche disertato il servizio di prelievo di una salma in ospedale. Sulla carta, risultavano tutti regolarmente in servizio, come gli impiegati di via Lincoln, ma nella realtà sarebbero stati altrove. La maggior parte degli indagati avrebbe avuto l'abitudine di entrare dopo in ufficio e di uscire prima. Altri, invece, durante l'orario di servizio si sarebbero semplicemente occupati dei fatti loro.

Qualcuno è stato scovato in una banca, qualcuna altro alla posta o all'Ufficio H del Comune. Più di uno sarebbe andato a fare la spesa al mercato di Ballarò, a comprare il pesce in via Gaspare Palermo e in un negozio di telefonia di corso Tukory; ad acquistare frutta e verdura in un negozio di via Pisacane o di via Ernesto Basile. Un altro dipendente sarebbe stato semplicemente a casa sua al posto di andare al lavoro, anche se il suo badge sarebbe stato regolarmente timbrato. Altri due indagati, infine, sarebbero andati in un'agenzia funebre (senza che questo fosse previsto) e in un bar di via Amoroso, al Villaggio Santa Rosalia, per una pausa caffè a spese del Comune e dunque di tutti i contribuenti.

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