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Cronaca

Tentarono di uccidere un uomo per strada a pugni, calci e coltellate: condannati due fratelli

Per Giovanni e Salvatore Tomaselli diventa definitiva la sentenza legata ad una brutale aggressione, avvenuta il 25 giugno del 2018, ai danni di A. R. col quale avevano già avuto degli screzi. La vittima era riuscita ad arrivare in auto al Buccheri La Ferla e si era salvata grazie ad un intervento. "Mentre mi colpivano urlavano 'devi morire'"

Uno gridava "devi finire anche tu all'ospedale" e l'altro "devi morire"; uno colpiva con calci e pugni, l'altro con delle coltellate. E' così che, il 25 giugno del 2018, A. R., 40 anni, era stato massacrato per strada da Giovanni e Salvatore Tomaselli, due fratelli arrestati per il tentato omicidio il 4 luglio successivo. Adesso per loro diventa definitiva la sentenza di condanna a 6 anni, un mese e 10 giorni di reclusione: la prima sezione della Cassazione, presieduta da Stefano Mogini, ha infatto ritenuto i loro ricorsi inammissibili e li ha condannati a pagare 3 mila euro alla Cassa delle ammende.

Tra la vittima e gli imputati i rapporti erano molto tesi e tra di loro c'erano già stati degli screzi, tanto che erano già arrivati alle mani prima dell'aggressione che per poco non costò la vita ad A. R., ma in quel caso, ad avere la peggio, era stato Salvatore Tomaselli. Come ricostruito dagli inquirenti, quel giorno i fratelli erano arrivati su una Mini Cooper, avevano seguito a piedi la vittima in un vicolo e lì lo avevano prima preso a calci e pugni, facendolo cadere, e poi si erano accaniti su di lui, colpendolo con numerose coltellate. Di corsa erano tornati alla loro macchina ed erano fuggiti. A. R., nonostante le ferite, in particolare al collo e al torace, era arrivato da solo al Buccheri La Ferla, guidando la sua Panda. In ospedale era stato subito operato ed era finito in Rianimazione, rimanendo fino al pomeriggio successivo in coma farmacologico e in pericolo di vita.

Una automobilista che aveva assistito alla scena aveva segnalato al 112 che due uomini ne stavano "massacrando" un terzo, che era a terra e che aveva le mani alzate "come a chiedere clemenza". Ad incastrare poi i fratelli Tomaselli erano state anche le immagini riprese da alcune telecamere, che avevano immortalato la loro auto fermarsi e anche la loro corsa sia per aggredire la vittima che poi per scappare.

I Tomaselli erano stati condannati per il tentato omicidio con il rito abbreviato e il gup, in primo grado, a gennaio 2020, aveva inflitto loro delle pene più pesanti: 8 anni e 2 mesi a Salvatore e 7 anni a Giovanni. Durante il processo era stata sentita anche la vittima che aveva spiegato che "Giovanni Tomaselli aveva accompagnato la scarica di percosse con la frase: 'Ora pure tu devi andare in ospedale' e che il fratello Salvatore, mentre lo accoltellava, gli aveva ripetuto: 'Devi morire'".

Le condanne erano state tuttavia ridotte in appello, a maggio 2020: i giudici avevano escluso per entrambi gli imputati l'aggravante dei futili motivi e riconosciuto l'attenuante del risarcimento del danno alla vittima a Salvatore Tomaselli. La Cassazione, a dispetto delle tesi dei difensori degli imputati, ha integralmente confermato la sentenza di secondo grado.

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