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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

"Nessun conflitto di interessi con il Civico", dirigente medico assolto dalla Corte dei Conti

I giudici della sezione giurisdizionale d'Appello hanno annullato la sentenza di primo grado emessa nei confronti di Giuseppe Re, condannato a restituire circa 25 mila euro. Il dottore aveva rinunciato ai compensi da consigliere e presidente del cda della Calampiso spa e avrebbe percepito solo i rimborsi spese

"Non sussiste alcun concreto conflitto di interessi tra l'ambito di operatività della società Calampiso spa e le finalità istituzionali perseguite dall'Arnas Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo, come anche accertato nella sentenza impugnata".

Con questa motivazione i giudici della corte d’Appello della Corte dei Conti hanno ribaltato la decisione presa nei confronti di Giuseppe Re, dirigente medico dell’ospedale Civico, che in primo grado era stato condannato a pagare 25 mila euro per un incarico aggiuntivo nella società che gestisce una struttura turistica a San Vito Lo Capo.

Contrariamente ai giudici di primo grado, il collegio presieduto da Giuseppe Aloisio ha ribadito che non c’era alcun conflitto di interessi e dunque nessun danno erariale. Giuseppe Re, difeso dagli avvocati Giovanni Immordino e Domenico Damiani, tra il 2011 e il 2014 è stato, oltre che medico in ospedale, prima consigliere di amministrazione e poi presidente del Consiglio della Calampiso spa, società che gestisce il villaggio turistico.

Tra compensi incassati, altri a cui aveva rinunciato e rimborsi spese compensati, la procura regionale della Corte di Conti gli contestava un danno da 50 mila euro. Per i giudici di primo grado il danno erariale c’era e Re doveva pagare 25 mila euro.

Per gli avvocati Immordino e Damiani non vi era stato nessun danno erariale nella sentenza nella causa civile emergeva che l'impegno assunto era stato minimo, avendo partecipato solo a 8 sedute del consiglio di amministrazione "dal gennaio al 24 luglio del 2014, tutte a Palermo" e 11 negli anni 2011 e 2012 e 17 nell'anno 2013. Tra l’altro, come stabilito nella stessa sentenza, l’incarico era svolto a titolo gratuito e prevedeva solo un rimborso spese.

L’attività svolta dal dirigente medico sarebbe quindi rientrata tra quelle consentite dalla legge. La norma in questione, infatti, stabiliva l'incompatibilità del rapporto di lavoro con il servizio sanitario nazionale solo per quelle attività che potessero configurare un conflitto di interessi con lo stesso. Avendo rinunciato a qualsiasi compenso escludeva l'autorizzazione preventiva per gli incarichi gratuiti.

Argomenti accolti dai giudici che hanno assolto Re e condannato l'Arnas Civico al pagamento delle spese legali per entrambi i gradi di giudizio. Il dirigente medico, commentando la sentenza, si limita a dirsi "enormemente soddisfatto per il riconoscimento delle ragioni da lui sostenuto sin dall'inizio del processo".

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