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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Foto e video hard della rivale in amore mandati agli amici per denigrarla: condannata una donna

Le due erano amiche e si erano invaghite dello stesso uomo. L'imputata, per gelosia, si sarebbe impossessata delle immagini in cui la vittima è riconoscibile e le avrebbe inviate tramite Whatsapp. L'avrebbe anche insultata e perseguitata: "Sei una z... avverto tua madre e i tuoi fratelli". Non sconterà la pena, ma svolgerà lavori socialmente utili

Avrebbero puntato gli occhi sullo stesso uomo e lui sarebbe andato con entrambe. Solo che una delle due donne, quando avrebbe scoperto sul telefonino di lui un video e delle immagini molto spinte inviate dall'altra, per gelosia, avrebbe deciso di screditarla ed infangarla. Avrebbe così non solo inviato le foto e le riprese hot - in cui la "rivale" era pienamente riconoscibile - a tre amici e conoscenti, accompagnandole con insulti contro di lei, ma avrebbe anche iniziato a perseguitarla, con chiamate in cui le diceva, tra l'altro, "sei una grandissima z...", "sei una tr...", ma anche "sappi che sto andando a cercare tua madre e i tuoi fratelli per raccontargli tutto, ti devi solo vergognare della prostituta che sei". E poi si sarebbe effettivamente presentata a casa della vittima. Adesso il gup Ivana Vassallo ha deciso di condannare la donna per stalking e revenge porn.

Come richiesto dal sostituto procuratore Luisa Bettiol, il giudice ha inflitto all'imputata, D. S., 43 anni, una pena di un anno e mezzo, che è stata però convertita nello svolgimento di lavori socialmente utili: non andrà dunque in carcere. La vittima si è costituita parte civile con l'assistenza dell'avvocato Alessandro Martorana, e - anche se il gup le ha riconosciuto una provvisionale di 5 mila euro per i danni patiti - ritiene la condanna decisamente troppo mite. "Sono reati gravissimi - spiega la donna attraverso il suo legale a PalermoToday - che mi hanno creato problemi molto seri. Servirebbero pene adeguate per chi commette questo tipo di violenza sugli altri".

La storia matura negli ambienti della borghesia palermitana. Le due donne sono inizialmente amiche, si frequentano. Finché non si invaghiscono dello stesso uomo. Entrambe avrebbero avuto una relazione con lui e la vittima gli avrebbe anche inviato foto spinte e un video che la ritraeva in atteggiamenti sessuali espliciti. Materiale che però era finito anche nelle mani dell'imputata, perché lo avrebbe scoperto sul cellulare dell'uomo, che frequentava anche lei, e di cui si sarebbe impossessata per vendicarsi, come ha sostenuto la Procura.

La vittima sarebbe venuta a conoscenza che le immagini e il video hot avrebbero iniziato a circolare anche tra altre persone perché il 22 agosto del 2022 l'imputata le avrebbe mandati anche a lei, oltre che ad alcuni amici comuni, attraverso Whatsapp.
Quello stesso giorno l'imputata sarebbe andata su tutte le furie e avrebbe tempestato anche di chiamate la vittima, insultandola e minacciandola pure con dei messaggi audio: "Grandissima z... digli a questo indegno che appena lo vedo lo ammazzo di bastonate, sei una tr...", "non ti devo incontrare pure a te, schifo", "tr..., rispondi, sei una m..., rispondi b..., fai schifo, sto andando a casa tua, che voglio parlare con tua madre, brutta tr..., bugiarda", "rispondi tr..., sappi che sto andando a cercare tua madre e i tuoi fratelli per raccontargli tutto, ora ti faccio vedere io a te, ti devi solo vergognare della prostituta che sei..." e ancora: "Ma appena ti inc... ti scanno a legnate pure a te brutta m... che non sei altro". E alle minacce sarebbero seguiti effettivamente i fatti, nel senso che l'imputata quello stesso giorno si sarebbe presentata nel condominio in cui abita la vittima, con la madre e i fratelli, e l'avrebbe denigrata e offesa.

Per la vittima sarebbero iniziati così giorni terribili, ma aveva comunque trovato rapidamente il coraggio di denunciare quanto avrebbe subito. Dalle indagini della polizia si sarebbe poi arrivati a riscontrare il suo racconto. Da qui la condanna inflitta qualche giorno fa a D. S., al termine del processo che si è svolto col rito abbreviato. 

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