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Cronaca

Fiumi di coca, eroina e "fumo" dalla Campania alla Guadagna, 13 condanne e 7 assoluzioni

Gli imputati erano coinvolti nell'operazione "Vai e Vieni" che nel 2014 consentì di sgominare una banda che, agli ordini di Cosa nostra, avrebbe gestito il business. La base operativa era in una stalla. Tra le persone scagionate anche un carabiniere accusato di falso. Per 4 scatta la prescrizione

Cocaina, eroina, hashish. Un business milionario, gestito dall'interno di una stalla dal boss della Guadagna, Francesco Fascella, e basato su continui viaggi tra Palermo e la Campania per rifornirsi di droga e poi smerciarla nelle piazze della città. L'operazione della squadra mobile, non a caso, era stata chiamata "Vai e vieni" e risale al 21 ottobre del 2014. Stasera per 24 imputati (erano 42 le persone coinvolte in origine) è arrivata la sentenza di primo grado: la quinta sezione del tribunale ha inflitto 13 condanne, dichiariato la prescrizione dei reati per altre 4 persone ed ne ha assolte altre 7, tra cui un carabiniere, Alessandro Carderopoli.

Il collegio presieduto da Salvatore Flaccovio, nello specifico, ha condannato Ignazio Sirchia a 13 anni di reclusione, Massimiliano Ingarao a 10 anni, Concetta Ingarao a 6 anni, Paolo Bongiorno a 9 anni, Nunzio Marrocco a 13 anni, Nunzio Bianco a 6 anni, Angela Di Marzo a 13 anni e 8 mesi, Fabio Guida a 7 anni, Giovanni Romano a 10 anni e mezzo, Domenico Lo Iacono a 8 anni e mezzo, Giuseppe Oliveri a 8 anni, Gaetano Lo Iacono a 7 anni e Francesco Russo a 7 anni.

Igor Runfola avvocatoI giudici hanno poi dichiarato la prescrizione per Giuseppe, Francesco e Girolamo Rizzo e per Antonino Mazzotto. Infine, sono stati del tutto scagionati Francesco Guercio, Daniele Coppola, Pietro Giaimo, Vincenzo Marcello Canepa, Sergio Napolitano, Peter Kevin e Alessandro Carderopoli. Quest'ultimo, difeso dall'avvocato Igor Runfola (nella foto), era accusato di falso: secondo la Procura, dalla Stazione dei carabinieri di Altarello di Baida dov'era in servizio, avrebbe confezionato un verbale di sequestro fasullo. Documento che sarebbe stato utilizzato poi da Domenico Lo Iacono per far credere a dei fornitori a cui non avrebbe pagato la partita di droga che fosse dovuto ad un intervento dei militari. Il tribunale con la sentenza ha dichiarato la falsità di quel verbale ed ha condannato Lo Iacono per questa contestazione, ma non ha ritenuto ci fossero invece prove contro Carderopoli. Il carabiniere che ora è stato assolto, ha comunque subito un procedimento disciplinare, che gli è costato la sospensione dal servizio per sei mesi. Da tempo è ritornato al lavoro, ma in un'altra regione.

Il blitz della polizia portò anche al sequestro di due quintali di droga per un valore di 5 milioni. A documentare lo smercio di cocaina, eroina e hashish era stata una telecamera piazzata all'interno del magazzino gestito da Fascella. Gli altri imputati sono stati processati separatamente.

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