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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Libertà / Via Domenico Trentacoste, 35

Il mistero dell'acqua, box allagati in via Trentacoste: "Sale dalle fondamenta, non si sa da dove arriva"

La denuncia di uno dei proprietari dei garage a pochi passi da via Sampolo: "Ha già raggiunto i 60 centimetri e continua a salire, temiamo per la stabilità del palazzo". L'amministratore: "L'immobile si trova lungo il percorso del fiume Passo di Rigano, l'ipotesi è che sia stato ostruito". I disagi vanno avanti da luglio

Diciassette box allagati e inaccessibili da quasi 10 giorni in via Domenico Trentacoste, una piccola stradina a gomito tra la via Toselli e la via Sampolo, nel quartiere Libertà. Il motivo è ancora un mistero. A lanciare l'allarme - anche per la sicurezza degli inquilini dello stabile, è uno dei proprietari dei garage presenti nello scantinato: "L'acqua arriva alle ginocchia - racconta Cecilia Villari a PalermoToday  - e sale dalle fondamenta, ma non sappiamo da dove esattamente. Ha già raggiunto i 60 centimetri, continua a salire e nello scantinato ci sono anche i contatori elettrici".  Entrare è impossibile dunque oltre che molto pericoloso. "Per motivi igienici e di sicurezza i locali che si trovano a circa 15 metri sotto il livello della strada - spiega l'amministratore dello stabile Gandolfo Lima - sono interdetti".

I condomini hanno cercato di risolvere il problema chiamando e pagando a proprie spese, per un totale di 400 euro, un servizio spurgo. "Abbiamo fatto togliere 20 mila litri d'acqua, ma - prosegue la proprietaria dell'immobile - non siamo riusciti a far aspirare tutto". Anche se ci fossero riusciti "la tregua" sarebbe durata poco. La causa del problema, che si è presentato per la prima volta lo scorso luglio, infatti, potrebbe essere la presenza di una falda acquifera deviata (a monte o a valle) dall'intervento umano. "Il palazzo - spiega ancora Lima - si trova lungo il corso del fiume Passo di Rigano e presupponiamo che i lavori realizzati da qualcuno (al momento ignoto) in zona abbiano creato il problema. La falda acquifera potrebbe essere costretta a salire a causa di un'ostruzione o una deviazione lungo il suo percorso. Per cercare di risolvere il problema abbiamo dato l'incarico a un geologo che farà dei carotaggi".

Il primo step è capire se la causa degli allagamenti è naturale o accertare le responsabilità. Solo successivamente si potrà intervenire effettuando eventualmente dei lavori. "Abbiamo fatto privatamente delle analisi delle acque dalle quali è emerso che non contengono nè sale e nè cloro quindi si ipotizza che l'acqua arrivi dal sottosuolo". Ieri anche l'Amap ha fatto un controllo sulle tubature della zona per vedere se c'era una perdita. "Mi hanno chiamato - dice ancora l'amministratore del condominio - per farmi sapere che non hanno trovato nulla".

Fino alla settimana scorsa, il problema è stato contenuto azionando due pompe di sollevamento ogni volta che l'acqua si alzava. Un'operazione con dei costi enormi per gli inquilini dell'immobile: i consumi elettrici da luglio sono schizzati alle stelle. Da nove giorni nemmeno questo basta più. "Non resta - conclude l'amministratore - che aspettare e concludere le indagini. Negli ultimi mesi i lavori in zona non sono mancati". Intanto l'acqua resta lì, con tutto quello che questo può comportare. "In questo momento - conclude amareggiata Villari - è come se il palazzo fosse una palafitta. Sono proprietaria di un box che non è agibile e sono stanca di non sapere di chi sono le responsabilità". 

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