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Operazione "Dike" / Sperone

Spaccio di droga allo Sperone, 31 arresti: "Business da quasi 2 milioni l'anno"

Blitz dei carabinieri all'alba. Ricostruita l'organizzazione dei turni di lavoro da 12 ore di pusher e vedette, pagati rispettivamente 100 e 50 euro al giorno. La contabilità, secondo quanto accertato dagli investigatori, era affidata alle donne

Dalla provincia allo Sperone per acquistare cocaina, crack, hashish e marijuana a tutte le ore grazie a vedette e pusher organizzati con turni di 12 ore. I carabinieri hanno arrestato all’alba 31 persone accusate a vario titolo di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti aggravata dalla disponibilità di armi e spaccio di droga. Quattordici vanno in carcere, diciassette ai domiciliari. Ricostruiti anche i ruoli di alcune donne che si sarebbero occupate sia delle attività criminali che della contabilità.

I nomi delle persone arrestate

I retroscena: il crack si poteva pagare anche con rapporti sessuali

Le indagini condotte dai militari del Nucleo operativo della compagnia Piazza Verdi con l'operazione denominata "Dike", sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, hanno consentito di accertare "l’esistenza di un'organizzazione criminale - si legge in una nota del Comando provinciale - con sede nel quartiere dello Sperone, consentendo l’individuazione della struttura, delle dinamiche organizzative e delle relative strategie".

Il punto nevralgico dell’attività di spaccio, considerata ancora una delle principali fonti di sostentamento per molte famiglie, si trovava in piazzale Ignazio Calona. Due i vertici dell’associazione che si sarebbero occupati dei rifornimenti, della gestione delle piazze e della raccolta, con cadenza settimanale, dei soldi dai pusher. Durante le indagini è stata anche sequestrata una pistola clandestina calibro 7.65 perfettamente funzionante e pronta a fare fuoco.

Oltre al ruolo delle donne, che tenevano la contabilità di un business stimato in 1,8 milioni di euro all’anno, i militari hanno ricostruito anche il "tariffario" destinato ai clienti ma anche le "retribuzioni" giornaliere previste per pusher e vedette: 100 euro per i primi e 50 euro per i secondi. Oltre 1.650 gli episodi di spaccio ricostruiti nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip che ha disposto inoltre l’obbligo di firma per altri otto indagati.

La soddisfazione del sindaco

“Le 39 misure cautelari eseguite stamattina dai carabinieri hanno il grande merito di spezzare una solida rete dello spaccio di stupefacenti in città", lo dice il sindaco Roberto Lagalla commentado l'operazione dei carabinieri. "Sono profondamente grato per l’operazione svolta - continua Lagalla - che è il frutto di un’importante attività di indagine condotta in sinergia con la Procura della Repubblica di Palermo e la Direzione distrettuale antimafia. Ai magistrati e alle forze dell’ordine va tutto il sostegno di questa amministrazione comunale perché lo spaccio di droga si rivela ancora la maggiore fonte di guadagno per le cosche mafiose, come dimostrano anche le storie di consumo di stupefacenti che coinvolgono in questo periodo soprattutto i più giovani”.

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