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Sabato, 27 Aprile 2024
Serie B

Amauri pronto a gustarsi Palermo-Parma: "Sì è la mia partita, chi può deciderla? Brunori o Inglese..."

Il doppio ex ora vive a Miami dove produce "I vini dei campioni", intervistato da ParmaToday ammette: "Sono due società fantastiche. In Emilia siamo arrivati in Europa League, al Barbera ricordo un giro di campo da brividi"

"Se Palermo-Parma è la mia partita? Sì, possiamo dirlo. Di sicuro la guarderò, ma mi capirete se non dirò 'vince il Parma o vince il Palermo'. La guarderò con interesse perché quelle due piazze sono state tappe fondamentali della mia vita". Amauri è a Miami, il sole è alto e ci sono una trentina di gradi. Deve essere una di quelle giornate gradevoli, di quelle che passeresti volentieri a rilassarti. Ma non c'è tempo, non per Ama che da buon attaccante ha fiutato la possibilità di fare un altro gol anche fuori dal campo. Oggi è imprenditore, porta avanti la sua The wine of Champions, l'iniziativa che coinvolge tanti ex calciatori impegnati a produrre vino: da Materazzi a Ronaldinho, passando per Frey e tanti altri. "Mi piace il vino - dice nell'intervista concessa a ParmaToday.it - mi è sempre piaciuto. Ringrazio Fabio Cordella che mi ha fatto entrare in questo mondo nuovo. Per me non è solo business, ma pura passione. Ho conosciuto Cordella nel 2019, mi aveva contattato per propormi il progetto. Poi la pandemia ha rallentato il mio coinvolgimento, ma finalmente anche io ho la mia bottiglia. Il mio vino è uscito nel febbraio del 2022 e io da allora non mi sono fermato: ho avuto l’idea di aprire una compagnia di import-export a Miami, grazie alla quale propongo i vini dei campioni". 

Amauri, ok il vino ma non è che ha smesso di seguire il calcio?
"No, altro che. Mi sono allontanato da quel mondo perché non avevo voglia di vivere ancora sotto i riflettori. Tanti miei compagni hanno continuato a frequentarlo, sono diventati allenatori o direttori sportivi. Prendete Raffaele Palladino o Marco Marchionni: fanno gli allenatori, una professione che io non potrei mai fare".

Perché? 
"
Perché non ho questo dono. Fare l'allenatore o il direttore sportivo significa vivere il calcio in maniera ancora più piena rispetto a come l'hai vissuto da calciatore. Io volevo uscire un po’ dal giro, vivere in tranquillità con la mia famiglia e i miei figli. Certo, a Miami mi riconoscono, sanno chi sono ma se fossi rimasto in Italia, dove il calcio si respira per tutto l'anno e tutti i giorni, avrei assorbito la pressione senza la possibilità di staccare. Io non ho il dono di fare il ds o l'allenatore. Conoscevo comunque Miami, con la mia famiglia abbiamo sempre coltivato l'ambizione di vivere in America, i miei figli vanno alla scuola americana da anni. Miami è stata la soluzione più giusta".

Torniamo in Italia. Se le dico Palermo-Parma?
"Eh, penso a due piazze blasonate, a una bella partita che sicuramente guarderò. E' la mia partita perché ho vissuto due bellissime storie con queste due maglie, ho vissuto due momenti importanti sia a Palermo che a Parma, ho grande affetto per queste due città".

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A Parma che storia ha vissuto?
"Una bella storia. A Parma ci sono stato due volte. L’anno in cui siamo andati in Europa League, prima che succedesse tutto quello che è successo, stavo bene bene. Avevo fatto una promessa alla gente di Parma, anzi due. La prima che ci saremmo salvati".

E la seconda?
"La seconda l'avevo fatta a un mio compagno, al capitano Alessandro Lucarelli".

Ci può spiegare?
"Certo (ride ndr). A un certo punto della stagione, verso la fine, Donadoni mi aveva messo in panchina senza darmi spiegazioni. Nella partita contro il Cagliari non avevo giocato. Il Parma non aveva vinto, io ero nero. Avevamo perso dei punti per la corsa all'Europa e mentre ci stavamo imbarcando per tornare a Parma, in aeroporto a Cagliari, Lucarelli si avvicina e mi dice: 'Non capisco perché il Mister ti abbia lasciato fuori'. 'Neanche io - gli risposi -. Ma stai tranquillo, Luca: ti porto in Europa League lo stesso'. Ed è successo poi che dopo due settimane feci doppietta contro il Livorno. Lucarelli era squalificato quella sera, appena è arrivato il triplice fischio è stato il primo che ha corso verso di me dicendomi: 'Bravo. Lo avevi detto. Sei stato profeta'. Poi è successo quello che è successo". 

Qual è stato il gol, tra i 27 segnati con la maglia del Parma, più bello?
"Difficile scegliere. Così, su due piedi dico il gol di tacco, a Roma all’Olimpico. Era l'anno di Marino, al quale successe Colomba. Quello è stato il mio gol più importante. La partita è finita 2-2, noi dovevamo salvarci ma avevamo contro la Roma che voleva festeggiare la seicentesima partita di Totti in maglia giallorossa. Un'emozionante unica. Portai a casa un bel cimelio: la maglia di Totti che conservo qui a Miami". 

Amauri e Cassano con la maglia del Parma

Il calciatore più forte con cui ha giocato a Parma?
"Ho giocato con Giovinco, Crespo che è una leggenda, con Antonio Cassano. Lui è stato il più forte. Dico Cassano".

Cosa pensa del ritorno di Buffon?
"Penso che sia stata davvero una bella storia. Al di là di essere un grande professionista, Gigi è una grande persona. Mi ha fatto vivere dei momenti fantastici. Non era facile stare ad alto livello per così tanto tempo. Lui ci è riuscito". 

Lei ha giocato anche con Pecchia, a Napoli.
"Pecchia? Certo che sì. Fabio mi ha fatto l'assist per il mio primo gol in Serie A, nella partita contro il Verona. Me lo ricordo con piacere. Battiamo un fallo laterale, Edmundo serve Pecchia che controlla, guarda in profondita e lancia. Io attacco quel pallone, e faccio gol. Un'emozione fortissima. Fabio l’ho vissuto da calciatore, io ero giovanissimo all’epoca ma ricordo un ragazzo per bene che ha sempre detto le parole giuste nello spogliatoio. Mi ha dato dei consigli preziosi, di lui ho solo dei ricordi positivi". 

Tornando a Palermo-Parma, che gara si aspetta?
"La partita è tosta, si affrontano due squadre che hanno vissuto storie simili. Tutte e due hanno recitato un ruolo da protagonista in Serie A, tutte e due sono ripartite dalla Serie D dopo un fallimento. Per me continuano a essere due squadre di Serie A anche se giocano in Serie B. Ma nella tradizione, Palermo-Parma è sempre stata una gran bella partita". 

Scelga due calciatori, uno per parte: chi può deciderla?
"Da attaccante scelgo Brunori e Inglese".

Chi le somiglia di più?
"Roberto. Ogni tanto ci sentiamo, gli mando qualche messaggio su Instagram. Ho sempre avuto una grande stima per Inglese, gli chiedo sempre come sta. Ha sofferto per via di tanti guai fisici, ha avuto diversi problemi. Ma è uno degli attaccanti che mi è sempre piaciuto, sa fare gol e lavorare per la squadra. Ho grande stima di lui".

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