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Domenica, 28 Aprile 2024
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lrpef, niente esenzione per le famiglie a basso reddito: l'opposizione in Consiglio attacca la Giunta

Aumenti dell'addizionale dallo 0,8% allo 0,95% per tutti, anche per i nuclei che hanno meno di 10 mila euro. Di Gangi (Progetto Palermo): "Nella delibera proposta dalla vecchia amministrazione si proteggevano le persone economicamente più deboli". L'assessore Varchi: "Abbiamo evitato una stangata"

Nella delibera sull'Irpef presentata ieri in Consiglio comunale dal vicesindaco Carolina Varchi non c'è più l'esenzione dell'aumento per le famiglie con un reddito inferiore a 10 mila euro annui.

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Rincari lievi ma per tutti i contribuenti: nella proposta della Giunta, infatti, l'addizionale passerebbe dallo 0,8% allo 0,95% nel 2023 in modo indistinto, circa il 20% in più rispetto ad oggi. Con il picco degli aumenti che verrebbe raggiunto con un'aliquota massima dell'1,4% (circa 1,8 volte quella attuale) nel 2026.

Le opposizioni non ci stanno e vanno all'attacco. "Assistiamo - ha detto Mariangela Di Gangi di Progetto Palermo - a una sorta di gioco delle tre carte. Mentre le carte vere, quelle che arrivano in Aula, dicono altro. Dov'è l'esenzione per i contribuenti con reddito inferiore a 10 mila euro che proponeva la scorsa amministrazione? Anche stavolta non si ha cura di proteggere le persone con fasce di reddito più basso. Questa amministrazione ha sbandierato la propria vicinanza al governo nazionale, che avrebbe dovuto portare ad una revisione radicale dell'accordo fra lo Stato e il Comune. Così non è stato e non ci sarebbe niente di male ad ammetterlo: hanno ottenuto meno di quanto avevano sperato e quanto avevano inopportunamente preannunciato. Lo dicono i numeri, non noi".

"Su una cosa però vi è totale sintonia col governo nazionale: l'aggressione ai ceti più deboli - ha aggiunto Di Gangi -. Non ci sorprende quindi che non si pensi ad alcun criterio di progressività dell'addizionale Irpef, almeno per il 2023, che realizzerebbe il sacrosanto principio che a contribuire di più siano coloro che hanno di più. Noi faremo la nostra battaglia in Aula, proponendo emendamenti su tutti questi temi e sfidando ogni singolo consigliere di maggioranza a dimostrare la coerenza fra parole e voto in Consiglio comunale".

Il consigliere del Pd, Giuseppe Lupo, ha invece invitato il sindaco Lagalla al buon senso: "Provveda urgentemente a bloccare l'aumento utilizzando parte dei 40 milioni dell'atteso contributo straordinario dello Stato". 

Per l'amministrazione ha replicato il vicesindaco con delega al Bilancio Varchi: "Trovo molto curioso che dai banchi dell'opposizione oggi si gridi allo scandalo per l'aumento dell'Irpef di 9 milioni e che si faccia appello all'amministrazione Lagalla affinché blocchi questi aumenti. Lo trovo curioso perché, se i palermitani non avessero avuto la possibilità di votare e liberare la città dalla precedente amministrazione, l'aumento sarebbe stato di oltre 52 milioni. Tale era, infatti, la previsione di aumento Irpef per il 2023 che ho ereditato. Non comprendo quale sia la contestazione: aver neutralizzato l'aumento per il 2022 e aver ridotto nel 2023 da 52 milioni a 9 l'aumento che era stato previsto dalla vecchia maggioranza, oggi in opposizione? Se questa è l'accusa che ci viene mossa, siamo ben contenti di aver evitato una tale stangata ai palermitani, riuscendo in pochi mesi a contenere il danno".

"Meno demagogia e più verità quando ci si rivolge ai cittadini: senza le nostre manovre - rese possibili dal sostegno del governo nazionale - oggi l'aumento sarebbe molto più gravoso, abbiamo evitato il peggio e continueremo a mitigare la pressione fiscale anche nei prossimi anni", ha concluso Varchi.

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