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Il Coronavirus rende i poveri più fragili, la Cisl: "Ripensare intero sistema welfare"

L'appello al governo Musumeci dell’Alleanza contro la povertà: "Vanno messi in campo interventi straordinari e provvedimenti mirati, serve cabina di regia regionale"

Non si arresta il disagio sociale nella Sicilia, che già prima dell’emergenza Coronavirus contava 700 mila famiglie in povertà relativa. Così, a levare la voce oggi, con una nota indirizzata al presidente della Regione Nello Musumeci e all’assessore alle Politiche sociali della Regione Antonio Scavone, è l’Alleanza contro la povertà, il cartello che sul fronte delle politiche per l’inclusione riunisce una ventina tra associazioni, l’Anci e Cgil Cisl Uil. “Sollecitiamo la riattivazione del tavolo regionale sulla povertà con funzioni di cabina di regia”, si legge nella lettera firmata dalla portavoce, Rosanna Laplaca.

"Sempre più visibilmente - sottolinea la nota - nell’Isola monta il mix tra emergenza sanitaria e dramma sociale". L’Alleanza esprime un giudizio positivo sugli stanziamenti decisi in questi giorni dai governi nazionale (43,4 milioni per la Sicilia) e regionale (100 milioni) "ma bisogna definirne con immediatezza le modalità di fruizione senza creare sovrapposizioni. Vanno subito messi in campo interventi straordinari e provvedimenti mirati pensando anche al dopo emergenza. In questo senso, già ora serve progettare e organizzare una revisione dell’intero sistema regionale del welfare”.

In Sicilia, ripetono assieme le associazioni, la rete dei servizi sociali “già in condizioni normali” non è in grado di realizzare “percorsi di inclusione che non lascino indietro nessuno”. Ora l’esplosione dell’epidemia e lo stato di emergenza affondano il coltello nella piaga di condizioni sociali profondamente precarie. Tant’è che la Sicilia è seconda solo alla Campania per destinatari di reddito e pensione di cittadinanza: 185 mila famiglie che ricevono un assegno medio mensile di 550 euro.

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Da qui la richiesta al governo della Regione di un tavolo anche on line di confronto, che metta a punto provvedimenti mirati. Per consentire agli enti locali di disporre delle risorse aggiuntive “con criteri omogenei e tempi certi”. E per ridefinire congiuntamente strategie di intervento che permettano di “costruire le condizioni per una ripresa solida nell’impalcatura, efficace nelle misure. E in grado di generare una strutturale inclusione delle fasce sociali più fragili”.

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