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Cronaca

Vertenza Asu, i sindacati alla Regione: “Giù le mani dai soldi per i lavoratori, pronti ad azioni legali”

Secondo Csa-Cisal, il Governo starebbe valutando di tagliare il fondo per il precariato di 28 milioni di euro: "Una vera beffa, oltre al danno del freno alle stabilizzazioni che invece vanno attuate senza indugio"

Il Governo regionale starebbe valutando di tagliare il fondo che che finanzia anche il bacino dei 4.571 lavoratori Asu e i sindacati annunciano protesta. "Sappia che - dichiarano Giuseppe Badagliacca, Gianluca Cannella e Clara Crocé del Csa-Cisal - sarà una vera e propria dichiarazione di guerra a cui siamo pronti a rispondere adeguatamente promuovendo una causa collettiva”.

I lavoratori si ritroverebbero infatti senza copertura finanziaria per i sussidi. "Una vera beffa, oltre al danno del freno alle stabilizzazioni che invece - continuano gli esponenti del sindacato Csa-Cisal – vanno attuate senza indugio". I sindacalisti chiedono al Governo un'immediata smentita del taglio e la convocazione delle organizzazioni sindacali in commissione Bilancio e in commissione Affari istituzionali all'Ars per discutere di una legge che consenta le stabilizzazioni ponendole a carico della Regione. "La misura è colma e - concludono Csa-Cisal - la pazienza è finita. Chiediamo anche l'immediato utilizzo dei 10 milioni di euro non per l'aumento delle ore, ma per l'adeguamento del sussidio da 597 a 750 euro al mese. A questo deve aggiungersi la riattivazione del tavolo di confronto col Governo nazionale”.

La replica dell'assessore al Lavoro Antonio Scavone

I lavoratori Asu vanno stabilizzati e la Regione Siciliana è impegnata a fondo per raggiungere questo obiettivo, facendosi carico dei costi. Ma Roma, che ha impugnato l’art. 36 della Finanziaria regionale, deve darci delle risposte per superare ogni ostacolo e istituire il tavolo tecnico che abbiamo chiesto. Invece dal governo nazionale riscontriamo un silenzio inaccettabile, nonostante le nostre ripetute richieste di interlocuzione, formali e informali. L’ultima a fine ottobre, quando ho scritto personalmente al ministro del Lavoro Orlando, anche stavolta senza riscontro. L’articolo 36 della legge finanziaria è stato costruito con il contributo unanime della V commissione Lavoro dell’Ars, grazie a un'efficace azione di sintesi tra esecutivo e parlamento siciliani. Si tratta dell’unico vero atto responsabile nel percorso di stabilizzazione da garantire a questi lavoratori che da oltre 24 anni operano nei diversi enti territoriali della nostra Isola. Ma così come è inaccettabile il silenzio di Roma, lo è quello di tutti coloro che dovrebbero invece fare cartello con la Regione, investendo il proprio ruolo o i loro riferimenti nazionali, nel sostenere questa giusta causa e reclamare a gran voce, unitariamente, l’istituzione del tavolo tecnico. Strumentalizzare le attese di tanti lavoratori che da troppo tempo, ormai, attendono una definizione stabile del loro rapporto di impiego non è ammissibile e ogni altra rivendicazione al momento resta un esercizio demagogico. La strada maestra resta quella della stabilizzazione, primo passo verso ogni possibile ulteriore riconoscimento nei ruoli e negli impegni orari.

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