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Cronaca

Trattativa Stato-mafia: rinviati a giudizio politici, militari e boss

Lo ha deciso il gup di Palermo Pier Giorgio Morosini. Sotto accusa ex ufficiali del Ros, capimafia, Massimo Ciancimino, l'ex senatore Marcello Dell'Utri e l'ex ministro dell'interno Nicola Mancino che ha scelto il rito abbreviato

Il gup di Palermo Pier Giorgio Morosini ha rinviato a giudizio tutti i dieci imputati dell'udienza preliminare sulla trattativa Stato-mafia. Sotto accusa ex ufficiali del Ros, capimafia, Massimo Ciancimino, l'ex senatore Marcello Dell'Utri e l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino.

Il processo comincerà il 27 maggio prossimo davanti alla Prima sezione della Corte d'Assise di Palermo. Per gli ex ufficiali del Ros Antonio Subranni, Mario Mori e Giuseppe De Donno, per i capimafia Totò Riina, Leoluca Bagarella, Antonio Cinà, per il pentito Giovanni Brusca e per Dell'Utri l'accusa è violenza o minaccia a corpo politico dello Stato. Ciancimino è accusato di calunnia e concorso in associazione mafiosa, mentre Mancino di falsa testimonianza.

L’ex ministro democristiano, Calogero Mannino, ha preferito scegliere il rito abbreviato. Non sarà al processo di fine maggio neanche il "capo dei capi" Bernardo Provenzano, la cui posizione è stata stralciata per le gravi condizioni di salute. Contro gli imputati il governo uscente ha già annunciato che si costituirà parte civile.

L'accusa dei pm è sostanzialmente incentrata sulla presunta trattativa che sarebbe stata intavolata con i capi mafiosi da esponenti istituzionali per evitare il ricorso alla violenza, dopo l'attentato contro il giudice Giovanni Falcone nella primavera del 1992. Ma pochi mesi dopo fu ucciso in un altro attentato che il magistrato Paolo Borsellino, e nei primi mesi del 1993 ci furono altre esplosioni, attribuite alla mafia, che provocarono vittime a Milano e Firenze.

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