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Cronaca

La strage dimenticata di Montagna Longa, 50 anni di buio: "Silenzio che non dà pace"

Il 5 maggio 1972 uno dei disastri aerei più gravi mai avvenuti in Europa. Il governatore Musumeci: "Il mio pensiero va ai familiari delle vittime che sono ancora in cerca della verità"

"A cinquant’anni dalla strage di Montagna Longa, il mio pensiero va ai familiari delle vittime, ancora in cerca della verità". A parlare è il governatore Nello Musumeci. Dietro questa sciagura c'è il buio. Mezzo secolo di silenzi. C'è una croce ancora oggi su Montagna Longa. Serve a ricordare le 115 vittime di uno dei più grandi disastri dell'aviazione italiana. Era un 5 maggio, come oggi. Ore 22.20. Se sui cieli di Ustica il protagonista è un Dc9, questa volta l'aereo sfortunato è il Dc 8 in volo da Roma a Palermo.

Serata calda, ma senza vento: in un cielo notturno dalle condizioni ottime sta per arrivare il volo Alitalia AZ 112. Ma quell'aereo - con 115 persone a bordo, tra equipaggio e passeggeri - all'aeroporto di Punta Raisi non ci arriverà. Una palla di fuoco si schianta contro Montagna Longa, tra Carini e Cinisi. Muoiono tutti, lasciando 98 orfani e 50 vedove. I corpi vengono trovati in un raggio di centinaia di metri. I primi trenta cadaveri sono raccolti da due vigili del fuoco che si arrampicano lungo il crinale di Montelepre. Chi arriva per primo sul posto, parla scene raccapriccianti. Dopo 45 anni il grande assente è sempre lo stesso: la verità. Si parla di errore umano, di un attentato, di complotto. Tante le piste seguite dalla magistratura, ma tutte le inchieste vengono archiviate.

La strage di Montagna Longa © Marco Maltese

Chi ha almeno 60 non può non ricordarsi dov’era e cosa stesse facendo quella sera. A caldo qualcuno dà la colpa ai piloti: avevano bevuto, si dice. Solo illazioni. L’autopsia, poco dopo, avrebbe smentito infatti la presenza di alcool nel sangue dei piloti. La certezza è che l’aereo andò esattamente dove non doveva, cioè dritto oltre l’aeroporto, come se non ci fosse nessuno ai comandi. I resti dell’aereo, bruciati sulla montagna, ci dicono che i motori erano a pieno regime. Avanzano le ipotesi. Un nota d'agenzia della "Reuter", tre giorni dopo, lancia subito la tesi di una bomba a bordo. Le indagini la scartarono del tutto. 

E' il 1972. Adesso siamo nel 2022. Sono passati 50 anni. E Nello Musumeci oggi, con una breve nota, torna su quella sciagura e sui tanti misteri che la circondano. "Sui tanti aspetti controversi legati alla causa di uno dei disastri aerei più gravi in Europa, nel quale morirono 108 persone e i sette membri d’equipaggio del volo diretto a Palermo - dice Musumeci - è infatti calato un silenzio definitivo che non potrà dare pace agli orfani, alle vedove, a chi ha perso un proprio caro. A loro e alla memoria delle vittime, in questo triste anniversario, l’omaggio mio personale e del governo regionale".

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