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Cronaca Via del Celso

Ricordate le vittime della strage dell'8 luglio, Catania: "Onoriamo chi è morto per la democrazia"

Palermo non dimentica i fatti del 1960 quando, nel corso di una manifestazione di protesta contro il governo Tambroni, vennero uccise quattro persone. All'iniziativa ha partecipato l'assessore alla Mobilità: "Facciamo memoria di un pezzo della storia repubblicana del Paese"

Ricordate stamani, con un'iniziativa del Comune davanti alla lapide collocata in via Maqueda all’angolo con via Celso, la strage dell'8 luglio del 1960, quando - nel corso di una manifestazione di protesta contro il governo Tambroni - vennero uccise a Palermo quattro persone: Francesco Vella, Andrea Gangitano, Giuseppe Malleo e Rosa La Barbera.

Intervenuto alla commemorazione in rappresentanza dell’Amministrazione, l’assessore Giusto Catania. "La memoria dell’8 luglio ‘60 è un pezzo della memoria fondamentale della città, ma è anche un pezzo della storia repubblicana del Paese. A Palermo in quella giornata non c’è stata solo una manifestazione sindacale e politica, c’è stata una manifestazione per difendere la democrazia e la repubblica italiana che in quella fase veniva sottoposta ad una pressione antidemocratica, a un tentativo di riprendere l’ordine fascista nel paese Dopo i fatti di Genova e Reggio Emilia, Palermo rispose positivamente alla chiamata della democrazia. Bisogna ricordare quei morti, perché anche oggi ci insegnano che bisogna andare avanti nella difesa della democrazia ed evitare di cancellare anche per il futuro il ricordo delle lotte sociali e sindacali nella città”.

Per il sindaco Leoluca Orlando "Oggi facciamo memoria di quanti vennero uccisi solo perché rivendicavano i diritti dei lavoratori edili, in un tempo nel quale la mafia governava Palermo. Questo episodio ci ricorda l'importanza della dignità del lavoro e ci permette di sottolineare i fondamentali valori della Resistenza, della lotta alla mafia. Un contrasto, quello alla criminalità organizzata, in una stagione complessa nella quale le istituzioni si trovavano 'dall'altra parte'. La memoria dell'8 luglio, dunque, non dev'essere certamente uno sterile ricordo del passato, ma deve interrogarci quotidianamente. Dev'essere stimolo per un futuro migliore".
 

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