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Cronaca Arenella-Vergine Maria / Via Papa Sergio I

Fanno visita alla nonna, ma la salma non c'è più: giallo al cimitero dei Rotoli

La denuncia dei nipoti. Secondo la ricostruzione dell'avvocato Soresi, ci sarebbero anche altre tombe "sparite", utilizzate per seppellire altri cadaveri. Il Comune smentisce: "Sono nel sepolcro"

Non c'è pace neanche da morti al cimitero dei Rotoli. I nipoti di un'anziana palermitana deceduta sono andati a far visita alla nonna e a portarle dei fiori, ma hanno fatto una scoperta choc: la tomba è sparita. Niente lapide, nessuna traccia né della salma, né della foto della cara estinta. A riportare la notizia è il Giornale di Sicilia. La salma dell'anziana non è l'unica di cui si sono perse le tracce. Sono otto le tombe nel camposanto che si trova a Vergine Maria avvolte dal mistero. Il Comune smentisce: "Non vi è alcun caso di salme sparite, ma semplicemente vi sono 8 salme che risultano regolarmente nel sepolcro, benchè riunite in cassetta ossario".

"I nipoti dell'anziana, due fratelli palermitani cinquantenni residenti uno a Bagheria, l'altro in Trentino - scrive il Giornale di Sicilia - hanno denunciato tutto alla procura della Repubblica". Secondo quanto riportato dalla testata che ha pubblicato la ricostruzione dei fatti dell’avvocato Antonino Soresi, che ha depositato la denuncia negli uffici del tribunale, le cose sarebbero andate così: "La sepoltura sarebbe stata aperta, senza autorizzazione, per seppellire prima ed estrarre poi le salme di persone non legate da alcun rapporto di parentela con gli aventi diritto e soprattutto senza la predisposizione di alcun documento attestante l’ingresso dei defunti al cimitero". 

Non sarebbe il primo caso in cui le tombe di famiglia vengono utilizzate per far spazio a degli sconosciuti. Nel giugno scorso una palermitana, tramite lo studio Kenton Miles Legal, si è rivolta al tribunale amministrativo per evitare che la cappella gentilizia venisse "temporaneamente espropriata" per fare spazio ad uno dei tanti cadaveri in attesa di sepoltura e il Tar le ha dato ragione andando contro il Comune. 

La replica del Comune - Quanto avvenuto è che nel 2007 un soggetto privato ha millantato parentela con il concessionario fondatore del sepolcro e ha quindi potuto godere (illegittimamente) del diritto di sepoltura. A seguito delle verifiche eseguite dagli Uffici, è stata verificata la contraffazione di una firma e pertanto si è proceduto alla traslazione della salma illegittimamente tumulata, in un'altra sede. Il figlio erede del fondatore del sepolcro ha ricevuto autorizzazione a lavori di manutenzione nel 2015 (prima della scoperta della contraffazione della firma). Quanto alla lamentela della mancata preventiva informazione ai legittimi  discendenti, si ribadisce che gli uffici sono stati tenuti ai doveri di riservatezza imposti dalle attività di indagine in corso, ma che il legale di parte è stato informato (a richiesta) su ogni aspetto della vicenda.
 


 

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