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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Seminò il panico all’Università, il Tar blocca l'espulsione: "Ha bisogno di cure"

Così si sono espressi i giudici sulla vicenda del marocchino di 26 anni denunciato per procurato allarme. Era entrato a mensa dicendo: "Cattolici, musulmani ed ebrei escano fuori. Chi è satanista rimanga qui". L'avvocato: "Una piccola vittoria"

Niente espulsione per il giovane marocchino che seminò il panico all’università. Così è stato deciso dalla seconda sezione del Tar di Palermo che ha accolto l’istanza cautelare presentata dall’avvocato del 26enne S.M., Ilenia Grottadaurea. Per i giudici il ragazzo, trasferito al Cie di Caltanissetta per circa 40 giorni, ha bisogno di un percorso sanitario riabilitativo in un ambiente protetto.

L’episodio incriminato risale allo scorso 10 aprile. Il 26enne, studente di Giurisprudenza a Palermo da quasi 10 anni, è entrato nella mensa Santi Romano di viale delle Scienze e ha seminato il panico pronunciando la frase: “Chi è satanista e vuole morire rimanga qui, chi è cattolico, musulmano o ebreo esca fuori”. Per quanto accaduto è stato denunciato per procurato allarme e, qualche giorno dopo, prelevato dal suo alloggio per essere trasferito nella struttura di Caltanissetta in attesa di un eventuale decreto di espulsione.

Il caso finisce in Parlamento

Sin da subito l’avvocato ha manifestato l'incompatibilità del suo assistito con una struttura dove, ha riferito, non avrebbero potuto seguirlo adeguatamente rispetto ai problemi psichici (comprovati dall'Asp) per cui aveva avviato tempo prima una terapia. Immediatamente gli amici e i colleghi del marocchino si sono mobilitati per manifestare il loro dissenso contro una scelta ritenuta illogica e pericolosa per la salute del ragazzo.

Bloccate l'espulsione e curatelo: video

La Questura adesso dovrà riesaminare la pratica per il rilascio di un permesso di soggiorno per motivi di salute, anche sulla scorta dei certificati dell’Asp per comprovare la sua patologia psicofisica. Sulla vicenda è intervenuto adesso il Tar, con i giudici Cosimo Di Paola (presidente), Federica Cabrini (consigliere) e Anna Pignataro (estensore), che discuteranno la questione nel merito a maggio 2019.

“È una piccola vittoria - spiega a PalermoToday l’avvocato Grottadaurea - sintomatica della fondatezza del ricorso e delle eccezioni sempre sollevate dalla difesa a tutela dei diritti del ragazzo”.

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