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Cronaca

Ha seminato il panico all'Università, giovane marocchino a rischio espulsione

Ma secondo l'avvocato del 26enne - denunciato per procurato allarme e ristretto al Cie di Caltanissetta - si tratta di un "provvedimento illegitimo" perchè soffre di problemi psichici ed è in cura con l'Asp. Un'amica: "E' un ragazzo speciale, non merita tutto ciò"

Ha seminato il panico alla mensa dell’università dicendo frasi che hanno richiamato nella mente dei presenti lo spauracchio del terrorismo e adesso rischia di essere espulso dall’Italia. Sono state avviate le procedure per il rimpatrio del marocchino di 26 anni S.M., denunciato per procurato allarme dopo l’episodio di qualche giorno fa. "Chi è ebreo esca, chi è musulmano esca, chi è cristiano esca, chi vuole salvarsi la vita esca. Restino solo i satanisti", aveva detto - come raccontato dai presenti - nella sala ristorazione del Santi Romano. E’ stato prelevato dal suo alloggio e rinchiuso al Cie di Caltanissetta, dove resterà fino a nuove disposizioni del giudice.

In attesa dell’udienza, fissata per domattina alle 9 nella struttura di Pian del Lago, l’avvocato Ilenia Grottadauro annuncia battaglia: “Sarebbe un procedimento illegittimo perché il soggetto ha una grave patologia a livello psichico. Sarebbe una violazione di un diritto costituzionalmente garantito che potrebbe mettere a rischio le condizioni psicofisiche del giovane".

Intanto al marocchino, che si trova a Palermo da una decina di anni, è stato revocato il permesso di soggiorno che aveva regolarmente ottenuto per motivi di studio. Si tratta di un soggetto con problemi psichici, certificati dall’Asp di Palermo e per cui assume da anni medicine. Forse, a volte, non rispettando pienamente le dosi o saltando qualche ciclo. Pur convivendo con questi disturbi, dal suo arrivo in città ad oggi, ha cercato di costruirsi un futuro.

"E’ arrivato qui - spiega una sua amica, una studentessa palermitana che preferisce restare anonima - quando ancora era minorenne. E' stato uno dei primi ospiti del centro Astalli. Ha frequentato la scuola serale, ha fatto anche dei lavoretti e qualche anno fa si è iscritto all’Università. Ha vissuto per un po' nella Comunità terapeutica assistita di via La Loggia, dove veniva assistito dai medici e seguito dai volontari. E’ un ragazzo speciale, diverso da tanti altri, e non merita tutto questo”. Poi avrebbe vinto la borsa di studio, ottenendo il tesserino mensa e un posto letto. Benefici che, dopo l'accaduto, sono stati sospesi dall'Ersu Palermo.

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Della vicenda si è interessata anche l’associazione Hryo, Human rights youth organization: “Il governo italiano si sta macchiando di una grande violazione contro i diritti umani di un giovane marocchino. Le procedure che sono state utilizzate nei suoi confronti sono quelle che vengono applicate a soggetti con piene capacità di agire, mentre il ragazzo era entrato ieri spontaneamente in clinica per riprendere il corso delle terapie”.

L’associazione ipotizza anche che il suo allontanamento rischi di “incentivarlo all’effettivo avvicinamento a potenziali nuclei terroristici che potrebbero sfruttare la sua patologia a favore dei loro scopi”. Considerazione alla quale si associa anche Francesco Lo Cascio, portavoce della Consulta per la pace. Il sindaco Leoluca Orlando, tramite una nota in cui parla di “totale follia della normativa italiana e comunitaria nella gestione delle migrazioni e dell’accoglienza”, ha dichiarato che sosterrà ogni iniziativa istituzionale in favore del marocchino.

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