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Cronaca

"Prometteva sconti sulle cartelle e intascava i soldi", condannata dipendente di Riscossione Sicilia

Renata Sciortino si sarebbe appropriata di quasi 270 mila euro versati da contribuenti per "rottamare" o rateizzare i loro debiti con l'Erario. Tra le vittime anche una congregazione religiosa e una comunità alloggio per donne maltrattate

Tra il 2017 ed il 2019, avrebbe intascato quasi 270 mila euro dai contribuenti, convinti che con le somme versate stessero "rottamando" o pagando le rate relative alle loro cartelle esattoriali. Invece, secondo l'accusa, la dipendente di Riscossione Sicilia, Renata Sciortino, 42 anni, quei soldi li avrebbe intascati. Adesso è stata condannata 5 anni di reclusione con il rito abbreviato dal gup Marco Gaeta. Le accuse sono di peculato, autoricicalggio e accesso abusivo al sistema informatico dell'ente.

Il giudice ha accolto le richieste del procuratore aggiunto Sergio Demontis e del sostituto Chiara Capoluongo che avevano coordinato l'indagine della guardia di finanza: l'imputata era stata prima sospesa dal servizio per un anno, a fine febbraio dell'anno scorso, e la settimana successiva era finita invece agli arresti domiciliari. Secondo l'accusa, Sciortino avrebbe utilizzato una parte delle somme (11.697 euro) anche per fare scommesse online, ma il gup l'ha assolta da questa contestazione.

In base alla ricostruzione della Procura, l'imputata si sarebbe appropriata tra l'altro di 83.509,04 euro versati in più rate da una cooperativa sociale che gestisce una comunità per donne vittime di violenza; di 2.240 euro di un cittadino che avrebbe voluto "rottamare" una cartella esattoriale; di ben 101.342,81 euro da una congregazione religiosa; di 600 euro versati da due contribuenti come acconti per il pagamento di cartelle; di 22.940 euro e 38.857,95 euro dai titolari di due diverse aziende e di altre somme fino a un totale di 268.514,49 euro.

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