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Domenica, 28 Aprile 2024
Mafia

Stragi del 1993, perquisizione della Dia a casa Dell’Utri: "Istigò la mafia per favorire l’ascesa di Forza Italia"

Su disposizione della Procura di Firenze gli investigatori della Dia hanno setacciato l'abitazione e alcuni uffici dell'ex senatore di Forza Italia. Le bombe a Roma, Milano e Firenze per l'accusa sarebbero servite "per indebolire il governo Ciampi". L'interrogatorio è stato fissato per martedì 18 luglio

Perquisizione e sequestri in casa di Marcello Dell'Utri. Gli investigatori della Dia di Firenze e Milano si sono presentati ieri nell'abitazione dell'ex senatore in esecuzione di un decreto di disposto dai procuratori aggiunti della Procura di Firenze, Luca Turco e Luca Tescaroli, e dal sostituto Lorenzo Gestri, nell'ambito dell'inchiesta sui concorrenti esterni delle stragi mafiose del 1993. Gli agenti hanno ispezionato anche gli uffici dell'ex senatore in via del Senato, a Milano, sequestrando elementi utili alle indagini. Per l'ex politico è stato fissato un interrogatorio per martedì 18 luglio.

Già condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, Dell'Utri è indagato dalla Procura di Firenze con l'accusa di aver istigato e sollecitato i boss di Brancaccio Filippo e Giuseppe Graviano "ad organizzare e attuare la campagna stragista e, comunque, a proseguirla, al fine di contribuire a creare le condizioni per l'affermazione di Forza Italia, fondata da Silvio Berlusconi, al quale ha fattivamente contribuito Dell'Utri, nel quadro di un accordo, consistito nello scambio tra l’effettuazione, prima, da parte di Cosa nostra, di stragi, e poi, a seguito del favorevole risultato elettorale ottenuto da Berlusconi, a fronte della promessa da parte di Dell’Utri, che era il tramite di Berlusconi, di indirizzare la politica legislativa del Governo verso provvedimenti favorevoli a Cosa nostra in tema di trattamento carcerario, collaboratori di giustizia e sequestro di patrimoni, ricevendo altresì da Cosa nostra l'appoggio elettorale in occasione delle elezioni politiche del marzo 1994".

Le stragi del 1993 a Roma, Milano e Firenze, secondo la Procura sarebbero servite "per indebolire il governo Ciampi" che in quel momento era alla guida del Paese ed avevano l'obiettivo di "diffondere il panico e la paura tra i cittadini, in modo da favorire l'affermazione del progetto politico di Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri". "L'accordo stragista", per i magistrati Tescaroli, Turco e Gestri, avrebbe avuto uno scopo politico, in particolare il mancato attentato allo stadio Olimpico di Roma che doveva uccidere decine di carabinieri in servizio il 23 gennaio 1994, fortunatamente fallito: i pm fanno notare nel decreto notificato a Dell'Utri che il fallito attentato si colloca tre giorni prima dell'annuncio ufficiale di Berlusconi di scendere in campo. Una strage che doveva essere "funzionale - si legge nell'atto della Procura - a dare il colpo decisivo alla compagine governativa, in quel momento al potere (governo Ciampi), eliminando decine di carabinieri", e tutto questo doveva servire "per avvantaggiare Berlusconi e Dell'Utri".

L'avvocato di Dell'Utri: "Attendiamo chiusura indagini"

"La difesa del dottore Dell’Utri attende la chiusura delle indagini per conoscere in maniera compiuta i risultati degli accertamenti della Procura di Firenze. Da quello che è stato possibile apprendere in questa fase, peraltro, si tratterebbe di materiale probatorio che è stato già ampiamente esaminato dalle autorità giudiziarie che, negli ultimi trent’anni, si sono occupate dello stesso periodo storico ancora oggetto di indagine da parte dei magistrati fiorentini. Da ultimo anche la Corte d’Assise d’Appello di Palermo e la Corte di Cassazione hanno avuto modo di vagliare in modo critico la gran parte del materiale, che oggi appare 'rivitalizzato' dalla Procura di Firenze, assolvendo il dottore Dell’Utri nel procedimento cosiddetto Trattativa". E' quanto si legge in una nota del difensore dell'ex senatore di Fi Marcello Dell'Utri, l'avvocato Francesco Centonze.

"La chiusura delle indagini consentirà anche di conoscere, finalmente, su quali elementi si fondi la tesi accusatoria - già a prima vista del tutto incredibile e fantasiosa - per la quale Marcello Dell’Utri avrebbe addirittura 'istigato e sollecitato' il boss Graviano 'ad organizzare la campagna stragista' del 1993. Ciò che da subito deve invece essere stigmatizzato con forza è la singolare trasposizione mediatica - 'a specchio' - di ogni iniziativa istruttoria della Procura di Firenze. Atti e documenti coperti da segreto istruttorio continuano ad essere oggetto, in tempo reale, di illegittima rivelazione e di successiva pubblicazione su organi di stampa. Rispetto a questo, la difesa del dottore Dell’Utri ha presentato plurimi esposti all’autorità giudiziaria e confida nelle relative determinazioni".

Articolo aggiornato alle ore 19.30 del 13 luglio // inserita dichiarazione avvocato Dell'Utri

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