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Sabato, 27 Aprile 2024
Mafia

"I soldi dei clan ripuliti in bar e centri scommesse", sconto di pena per il boss Giuseppe Corona

La sentenza d'appello per il processo nato dall'inchiesta "Delirio" della guardia di finanza, messa a segno nel 2018. Confermate solo due condanne, mentre per una serie di imprenditori, accusati di essere stati prestanome di mafiosi, è caduta proprio l'aggravante di aver agevolato Cosa nostra ed è scattata la prescrizione

Era stato ben 16 anni in carcere per un omicidio e, ufficialmente, era il cassiere della caffetteria Aurora, di fronte al porto, ma - secondo la Procura - Giuseppe Corona, oltre ad essere considerato il "re delle scommesse" all'Ippodromo, si sarebbe dedicato a ben altri affari, ovvero quelli di Cosa nostra, facendo investimenti per conto di vari clan, soprattutto quelli di Porta Nuova e Resuttana, tra centri scommesse, compro oro e persino la vendita di preziosi al Monte dei Pegni. Dopo una pesante condanna a 19 anni e mezzo di reclusione in primo grado, oggi pomeriggio, la terza sezione della Corte d'appello ha deciso di ridurgli la pena a 15 anni e 2 mesi.

Il verdetto emesso dal collegio presieduto da Antonio Napoli - che ha rivisto quello dalla quinta sezione del tribunale, presieduta da Donatella Puleo, del 6 giugno del 2022, non riguarda solo Corona, che è stato assolto da un'estorsione. Per lui, come per buona parte degli altri imputati, per lo più imprenditori accusati di essere stati prestanome dei boss, i giudici - a differenza di quelli di primo grado - hanno ritenuto insussistente l'aggravante mafiosa in relazione ad una serie di intestazioni fittizie di beni, dichiarando quindi il reato prescritto. L'inchiesta "Delirio", in cui erano stati coinvolti, era stata messa a segno dalla guardia di finanza il 16 luglio del 2018 e questo troncone del processo si è svolto con l'ordinario.

Oltre a Corona, i giudici hanno riconosciuto uno sconto di pena di 3 mesi anche a Roberto Bonaccorso, che aveva avuto in prima battuta 3 anni e 3 mesi di reclusione. Hanno confermato invece le condanne per Stefano Madonia (4 anni) e Loredana Ruffino (3 anni). Per tutti gli altri imputati è scattata la prescrizione: si tratta di Giuseppe Abbagnato (aveva avuto 2 anni in primo grado), Maria Laura Bonaccorso (3 anni), Francesco De Lisi (3 anni), Giampiero Giannotta (3 anni), Salvatore Sanfratello (2 anni), Calogero Alessandro Sanfratello (2 anni) e Maurizio Tafuri (3 anni), che sono difesi dagli avvocati Giovanni Castronovo, Filippo Gallina, Giovanni La Bua, Valentina Castellucci, Giuseppe Brischetto, Pierfrancesco Campo, Davide Martorana e Rocco Gullo. Un ultimo imputato, Silvano Bonaccorso, che era stato condannato a 3 anni in primo grado, è deceduto nelle more del processo d'appello.
 

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