rotate-mobile
Mafia

I soldi dei boss ripuliti in bar e centri scommesse, 19 anni al "cassiere" Corona e altre 11 condanne

Si è chiuso lo stralcio in ordinario del processo nato dall'operazione "Delirio" del luglio 2018 e i giudici hanno sancito anche 11 assoluzioni. Per diversi presunti prestanome è caduta l'aggravante di aver agito per favorire Cosa nostra

Aveva trascorso 16 anni in carcere per omicidio ed era formalmente il cassiere della caffetteria Aurora, di fronte al porto, ma - secondo la Procura - Giuseppe Corona, oltre ad essere considerato il "re delle scommesse" all'Ippodromo, si sarebbe in realtà dedicato a ben altre attività, ovvero gestire gli affari di Cosa nostra facendo investimenti per conto di vari clan, soprattutto Porta Nuova e Resuttana, tra centri scommesse, compro oro e persino la vendita di preziosi al Monte dei Pegni. Oggi pomeriggio è stato condannato a 19 anni e mezzo dalla quinta sezione del tribunale.

II collegio presieduto da Donatella Puleo ha però anche sancito altre 11 condanne e altrettante assoluzioni. Gli imputati erano tutti coinvolti nell'inchiesta "Delirio", messa a segno dalla guardia di finanza il 16 luglio del 2018 e coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca (oggi procuratore a Caltanissetta) e dai sostituti Dario Scaletta, Andrea Fusco ed Amelia Luise (oggi alla Procura europea). In tutto erano state arrestate 28 persone e sequestrati beni per 6 milioni, compresa la caffetteria Aurora e le quote relative alla vecchia gestione del Bar Alba. Altri imputati sono stati processati con il rito abbreviato, tra cui l'altro personaggio di spicco dell'indagine, Raffaele Favaloro, figlio di Marco, il pentito che accompagnò Salvino Madonia il giorno dell'omicidio dell'imprenditore Libero Grassi.

Imputati con Corona, una serie di imprenditori che sarebbero stati prestanome dei boss e per i quali il tribunale ha però ritenuto insussistente l'aggravante di aver agevolato Cosa nostra: sono stati così inflitto 4 anni a Stefano Madonia, 3 anni e 3 mesi a Roberto Bonaccorso, 3 anni ciascuno a Maurizio Tafuri, Francesco De Lisi, Gianpiero Giannotta, Silvano Bonaccorso, Maria Laura Bonaccorso e Loredana Ruffino, 2 anni a Giuseppe Abbagnato, e 2 anni - ma con la sospensione condizionale della pena - a Salvatore e Calogero Alessandro Sanfratello.

L'assoluzione è invece arrivata per Aldo Calandra, Domenico Lo Iacono, Giuseppe Buccheri, Calcedonio Valerio Sorrentino, Salvatore Calabrese, Angela Gnoffo, Giuseppina Scimone, Nunzio Oliveri, Giuseppa Ocello, Francesco Calandra e Aurelio Perrino, difesi tra gli altri dagli avvocati Giovanni Castronovo, Valentina Castellucci, Antonio Turrisi e Silvana Tortorici.

Il tribunale ha poi riconosciuto il diritto al risarcimento del danno per le associazioni che si erano costituite parte civile, ovvero Solodaria Scs onlus, Sos Impresa, Confcommercio Palermo e Fai (per le quali è stata anche disposta una provvisionale di 5 mila euro ciascuna), ma pure per l'associazione Antonino Caponnetto e il Centro Pio La Torre.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

I soldi dei boss ripuliti in bar e centri scommesse, 19 anni al "cassiere" Corona e altre 11 condanne

PalermoToday è in caricamento