rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Mafia

L'identikit di Salvatore Genova, il boss alleato dei Lo Piccolo tornato al comando dopo la scarcerazione

Viene considerato reggente del mandamento dal 2008. Nel 2019, all'uscita dall'Opera di Milano, c'era Giuseppe Mesia. Tra le altre cose si sarebbe occupato anche di alcune compravendite. Come quella del "Gelato 2": "Per sette e mezzo si può chiudere", diceva. "Cinque devono restare 'nta baciledda'", rispondeva il commercialista Mesia

In passato era stato considerato alleato dei Lo Piccolo, da anni detenuti in regime di "carcere duro", e vicino a Francesco Madonia. Dal 2008 in poi secondo gli investigatori ha assunto il reggente del mandamento mafioso di Resuttana, con al suo fianco un fedele braccio destro come Sergio Giannusa. E' tornato questa mattina in cella Salvatore Genova, arrestato nel blitz della polizia dopo essere stato scarcerato nel 2019. Ad attenderlo fuori dall’istituto Opera di Milano per scortarlo a Palermo, quel giorno, c’era Giuseppe Mesia, commercialista anche lui destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare del gip eseguita questa mattina.

I nomi dei 18 arrestati

Poco dopo la scarcerazione, nonostante la misura della sorveglianza speciale imposta dal tribunale, Genova sarebbe tornato in auge riprendendo le redini degli affari della cosca cercando comunque, per sfuggire agli investigatori, di mantenere un profilo basso. Avrebbe quindi utilizzato, come da manuale, un linguaggio criptico per veicolare determinati messaggi, invitando i suoi sodali a non portare con loro, in determinate occasioni, cellulari o smartphone: "Mi ha detto: 'senza niente, neanche spento…niente'", diceva uno degli indagati.

Le accortezze non sarebbero servite a eludere le intercettazioni che sono servite a cristallizzare i suoi interessi in alcune trattative come quella relativa alla compravendita del bar-pasticceria “Gelato 2” di via Alcide de Gasperi. Secondo l'accusa l’obiettivo di Genova (detto anche "Vanchiteddu"), in questa circostanza, era quello di mediare sulla cessione dell’attività che interessava al reggente di un’altra famiglia mafiosa. Genova, ad aprile 2019, autorizzò il commercialista Mesia a trattare i preliminari per concordare il prezzo dell’affare ricordandogli di "ottenere" prima della firma la parte che sarebbe toccata a loro come "messa a posto". "E allora per sette e mezzo (75 mila euro, ndr) si può chiudere! Però…", diceva Genova. "Cinque devono restare ‘nta baciledda’!", confermava Mesia. "Sì, ma prima però", precisava ancora il suo interlocutore.

Gli appartamenti del notaio da sgomberare e l'intervento della "famiglia"

Per gli inquirenti Genova avrebbe mantenuto i rapporti con le famiglie di Ciaculli, Noce, Altarello, Arenella e Acqusanta. Per sottolineare la caratura del personaggio in relazione anche ai contatti con altri rappresentanti della cosca, nell’ordinanza del gip vengono elencati alcuni importanti summit in cui c’era Genova. Quello con Giuseppe Greco, conosciuto come "Il senatore" (risalente al 28 maggio 2020) e quello con Michele Micalizzi, arrestato a novembre scorso per un traffico di droga, il 30 novembre 2020. L'ultimo incontro è risalente al 9 marzo 2021, quando Genova - come emerso dalle intercettazioni - incontrò Giovanni Giordano, uomo di fiducia del reggente del mandamento Noce-Cruillas, e Pietro Tumminia, considerato reggente della famiglia di Altarello.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'identikit di Salvatore Genova, il boss alleato dei Lo Piccolo tornato al comando dopo la scarcerazione

PalermoToday è in caricamento