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Lunedì, 29 Aprile 2024
la città sommersa dai rifiuti

La Rap chiede aiuto ai privati e sposta 30 dipendenti alla raccolta, il presidente: "Emergenza figlia del passato"

La partecipata del Comune rende noto che sono "già operative 5 ditte con disponibilità di noleggio di autocompattatori e pale". Lo sfogo di Todaro: "I mezzi non si acquistano in un giorno e le nuove assunzioni non si perfezionano dall'oggi al domani, serve programmazione. Da questo momento parlerò solo..."

La Rap chiede aiuto ai privati ​​per superare l'rifiuti e "scongiurare ulteriori criticità". Lo rende noto l'ex municipalizzata, che parla di "scelta inevitabile sia al fine di svolgere servizi completi di raccolta in tutti i quartieri, sia per sopperire alla cronica mancanza di personale e alla revoca degli accordi sindacali di secondo livello".

Cinque ditte già operative

Così come stabilito nel corso del tavolo tecnico con il Comune di venerdì scorso, l'azienda "ha fatto ricorso immediatamente a prestazioni integrative e complementari da parte di soggetti privati ​​in grado di assicurare alcuni servizi sostitutivi a supporto dell'igiene cittadina. Sono già operative 5 ditte con disponibilità di noleggio di autocompattatori e pale caricatrici, comprensivo dell'intero equipaggio, così da mantenere puliti alcuni itinerari già recuperati".

Trenta dipendenti trasferita alla raccolta 

Sono inoltre circa una trentina i dipendenti temporaneamente trasferita da altri servizi non essenziali "per supportare in questa delicata fase sia la raccolta indifferenziata sia il porta a porta", riferisce la Rap, che ha convocato domani i sindacati per programmare le attività connesse al recupero dell 'immondizia è rimasta ancora in strada.

La lettera del presidente Todaro

Intanto il presidente Giuseppe Todaro, con una lettera aperta ai giornali, ha sottoineato che quanto sta accadendo "è figlio di anni e anni di emergenze affrontate con soluzioni tampone, di gestioni poco lungimiranti o superficiali, di accordi mancati o sbagliati, di carenza di dialogo e pianificazione tra azienda e Comune".

"Con una società che fatica a fare l'ordinario con le proprie forze e con risorse sempre più carenti, anche a causa - non smetterò mai di sottolinearlo - di comportamenti scorretti da parte di una fetta importante di cittadini vocata all'inciviltà e poco propensa a fare la propria parte, soprattutto quando dovrebbe dare un contributo pagando la Tari. L'emergenza, dicevo, pretende risposte quotidiane. Ma chi pensa che bastino pale meccaniche e soluzioni tampone sta solo prolungando la crisi e l'agonia di un malato che rischia di diventare terminale. Perché oltre a spalare ciò che si accumula per strada, bisogna pianificare e costruire il futuro con azioni mirate che richiedono tempi lunghi non solo di esecuzione, ma anche di gestazione", scrive Todaro.

"Le assunzioni non si fanno in un giorno"

"Del resto - prosegue - i mezzi non si acquistano in un giorno. Le nuove assunzioni non si perfezionano dall'oggi al domani e anche gli spazi in discarica bisogna programmarli, progettarli, sottoporli a lunghi e complessi iter autorizzativi, rimodularli in base alle prescrizioni , e così via. Per non parlare degli accordi con i partner o dei nuovi step della raccolta differenziata. E' da folli pensare che in una settimana o in pochi mesi sia possibile distribuire i kit, pianificare i turni, individuare e organizzare mezzi e personali e infine (la parte sicuramente meno facile) far entrare la differenziata nella quotidianità e nelle abitudini di cittadini che hanno sempre smaltito in cassonetto".

"Impegnati a risolvere incrostazioni strutturali" 

“Dal primo giorno – dice Todaro – ho lavorato con tutto il management su due fronti, affiancando alla gestione dell'emergenza anche una pianificazione che punta a spazzare e risolvere problemi e incrostazioni strutturali. Abbiamo completato l'iter della settima vasca, acquistato nuovi mezzi, avviato concorsi e partnership con aziende leader nel riciclo dei materiali, pianificato nuove fasi della raccolta differenziata, studiato ulteriori soluzioni per migliorare lo smaltimento e rendere Bellolampo un polo industriale sano e sicuro e non più un problema o una potenziale bomba ecologica. Tutto questo non si fa in un giorno. Così come non basteranno pochi mesi per definire il percorso disegnato nel piano industriale. Da questo momento - concludono annunciando una sorta di silenzio stampa - ho deciso che parlerò solo con i fatti e una conclusione di ognuno degli step programmati per affrontare non solo l'emergenza quotidiana, ma anche quella strutturale". 

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